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Salviamo il Mediterraneo dalla plastica

  26 Ottobre 2021

Questo l’obiettivo della legge SalvaMare per la tutela dell’ecosistema marino, promuovendo un’economia sempre più circolare e sostenibile e una maggiore sensibilizzazione verso comportamenti virtuosi 

Immaginate di essere pescatori. Siete in mare, con le mani tenete saldo il timone e con lo sguardo fissate l’orizzonte. È ora di sollevare le reti, sperando che il pescato di oggi sia abbondante. Wow, la rete è piena! Si, ma non solo di pesce. Purtroppo, c’è anche tantissima plastica. Bottiglie, mascherine, posate, bicchieri, buste, imballaggi, c’è veramente di tutto. “Ormai l’ho recuperata, tanto vale portarla a riva e gettarla in un cassonetto per la raccolta differenziata” pensereste. Ma se vi dicessimo che ciò è illegale? 

Esatto, è servita una legge apposita per autorizzare i pescatori a raccogliere la plastica: la Legge SalvaMare. Proposta dal ministro dell’ambiente Sergio Costa, la Legge SalvaMare aveva iniziato il suo percorso di approvazione nell’ottobre 2019. Un cammino lungo, secondo quelli che sono i tempi della Legislatura Italiana, interrotto poi a causa del Coronavirus lo scorso febbraio. Dopo qualche mese di pausa, fortunatamente, il 15 luglio 2021 il senato ha approvato il disegno di legge (DDL n. S. 1571). Sarà ora compito della Camera dei Deputati preoccuparsi delle ulteriori revisioni. 

Ma c’era davvero bisogno di creare una legge apposita? Perché i pescatori non potevano semplicemente raccogliere la plastica dal mare e gettarla negli appositi cassonetti? La risposta non è facile da intuire. Finché la legge non sarà definitivamente approvata, infatti, chiunque raccolga dei rifiuti dal mare per poi riportarli a riva è considerato produttore degli stessi. Questo, secondo la legge (art. 256 del d.lgs. 152 del 2006), è un reato e, pertanto, il pescatore rischia di essere punito e per di più costretto a pagare le spese di smaltimento della plastica raccolta. 

Capite ora l’importanza della Legge SalvaMare? È una vera e propria rivoluzione! Essa, tuttavia, non si limita semplicemente ad autorizzare i pescatori nella raccolta della plastica, ma sancisce anche dove, come e da quale membro dell’equipaggio questi debbano essere depositati. Ma non solo. Secondo quanto sancisce l’Art. 10 “Agli imprenditori ittici che, nell’esercizio delle proprie attività, utilizzano materiali di ridotto impatto ambientale, partecipano a campagne di pulizia o conferiscono i rifiuti accidentalmente pescati è attribuito un riconoscimento ambientale attestante l’impegno per il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità dell’attività di pesca da essi svolta”.  

E se pensate che sia finita qui vi sbagliate di grosso. Anche il mondo dell’istruzione è stato reso partecipe. Infatti, come sancito nell’Art. 8 “Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca promuove, nelle scuole di ogni ordine e grado, la realizzazione di attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell’importanza della conservazione dell’ambiente e, in particolare, del mare e delle acque interne, nonché delle corrette modalità di conferimento dei rifiuti”.  

Vi starete chiedendo: “Ma perché non creare imbarcazioni apposite per la raccolta della plastica se a quelle comuni ciò era impedito?”. Beh, è stato fatto anche questo! Il 1° febbraio, infatti, il ministro Costa ha annunciato la messa a disposizione di trentadue navi spazzine che perlustreranno il tratto costiero da Salerno a Fiumicino fino al 2023. Il loro compito sarà quello di raccogliere la plastica galleggiante. Purtroppo, solo il 15% di questi materiali resta in superficie, ma si spera in un impegno futuro per rimuovere anche quella sui fondali. 

«È una grande vittoria per il nostro mare -ha dichiarato il Ministro Costa-. Finalmente iniziamo a ripulire il mare dalla plastica e lo facciamo con degli alleati eccezionali, i pescatori. […] Quella della plastica in mare è un’emergenza planetaria, dobbiamo affrontarla adesso, non si può rinviare. L’Italia, che è bagnata per due terzi dal mare, vuole essere leader nella soluzione: appena la Direttiva europea sulla plastica monouso sarà pubblicata, approveremo anche noi la legge per dire stop al monouso». 

Non ci resta dunque che aspettare la definitiva approvazione del DDL n. S. 1571 e la pubblicazione della Direttiva per concludere una svolta epocale nella tutela e protezione del Mare Nostrum. 

 

di Andrea Grillo

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