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Dal Conte bis al Governo Draghi 

  29 Marzo 2021

Il Governo Draghi e il “semestre bianco” di Mattarella. Il Costituzionalista Alberto Lucarelli ipotizza per noi i possibili scenari futuri 

 

La crisi del governo Conte e il successivo inizio dell’esecutivo guidato da Mario Draghi hanno posto l’accento sul cosiddetto “semestre bianco” del Presidente Mattarella. Questo termine viene usato in gergo politico per indicare gli ultimi 6 mesi di mandato del Presidente della Repubblica. L’argomento attualmente assume un’importante valenza in quanto nella parte terminale del mandato del Presidente è vietato dalla Costituzione lo scioglimento anticipato delle Camere. Va da sé, quindi, che non sarà possibile indire elezioni politiche in via anticipata prima dello scadere del mandato del Presidente Mattarella.  

Noi di Dodici Magazine abbiamo interpellato il Prof. Alberto Lucarelli, Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Con lui abbiamo parlato di Costituzione e di governabilità. 

 

Come viene inquadrato il “semestre bianco” nell’ordinamento giuridico italiano? 

«A fine luglio 2021, comincerà il seme- stre bianco del Presidente della Repubblica, ovvero gli ultimi sei mesi del suo mandato nel quale non potrà sciogliere il parlamento. In merito è da notare che il capo dello Stato, fino ad oggi, si è guardato bene dal ricorrere allo scioglimento delle Camere, strumento che, a differenza di altri ordinamenti, si pensi al regime semipresidenziale francese, non ha una dimensione politica. Nell’ordinamento giuridico italiano, ci si può far ricorso soltanto nei casi in cui non vi siano più le condizioni di governabilità, ovvero quando in parlamento non vi sia una maggioranza tale da votare la fiducia al costituendo governo. Anche in momenti di forte criticità, soprattutto nelle fasi di composizione delle alleanze e delle maggioranze parlamentari, sempre poco ortodosse quelle venutesi a creare dopo le elezioni del 4 marzo 2018, il presidente Mattarella ha confidato nel “gioco delle alleanze”, facendo prevalere sempre l’obiettivo della governabilità, rispetto al ritorno alle urne. Insomma, ragionando intorno alle funzioni presidenziali di nomina del presidente del consiglio e dei ministri e del potere di scioglimento, la mia tesi è che il Capo dello Stato, in questi momenti di crisi, abbia, di fatto, preso lui la barra del comando». 

 

Dal Conte bis al Governo Draghi. Come inquadrare tecnicamente il nuovo esecutivo? 

«Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla caduta del Governo Conte bis, un governo raccogliticcio e mediocre, sia nella qualità della sua azione, che nella composizione del Gabinetto dei suoi ministri, ed alla nascita del Governo Draghi. Si tratta di un governo dualista, fondato sul binomio presidente della Repubblica-Premier, nel quale il ruolo di assoluta preminenza che la Costituzione riconosce al parlamento al momento del conferimento della fiducia, si trasforma in mero atto di ratifica di decisioni adottate in altri luoghi. Quindi un evidente strappo rispetto alla forma di governo parlamentare. La forma di governo dualista, che si è venuta a realizzare al di fuori della nostra Costituzione materiale, ha prodotto un governo politico, il cui prius, in una evidente dimen– sione tecnocratica, è la governabilità. Un governo politico, dal punto di vista funzionale, in quanto esprimerà una ben determinata azione politica, ma non altrettanto politico dal punto di vista strutturale. Mi spiego meglio: il suo distacco dalla sovranità popolare e dai luoghi della rappresentanza democratica è talmente forte, al punto da poterlo definire un governo politico a trazione tecnocratica. Ovvero la dimensione politica non la riceve da legittimazioni democratiche, agganciate alla sovranità popolare, ma dal binomio presidente della Repubblica-presidente del consiglio. Dove la dimensione politica risiede nella capacità e nella forza, da parte della trazione dualista, di manipolare quello che rimane del simulacro parlamentare». 

 

Il modus operandi utilizzato nella formazione del nuovo esecutivo può dirsi aderente alla Costituzione Italiana? 

«La formazione del governo attuale è avvenuta con un’applicazione plastica del- le regole poste in Costituzione, senza alcun riferimento alle consuetudini costituzionali, al ruolo dei presidenti delle camere, dei gruppi parlamentari, all’architettura costituzionale che, attraverso la prassi si è consolidata come Costituzione materiale, andando ad integrare le scarne norme costituzionali. Il ruolo dei partiti politici nella forma di governo parlamentare, il loro ruolo fondativo delle democrazie di massa, ecco tutto ciò in questo momento sembra declinare, regredire a vantaggio di una governabilità a tutti i costi». 

 

Gli organi costituzionali trovano legittimazione nella sovranità popolare. Col governo Draghi verrà rispettato questo principio? 

«Il modello della governabilità tecnocratica, espressione del dualismo presidente della Repubblica-presidente del consiglio, può rappresentare una delle cause del populismo. La frustrazione della partecipazione e la percezione che i processi decisionali, e soprattutto i luoghi della decisone siano altrove, possono portare a reazione populistiche, di totale disincanto verso le istituzioni liberal-democratiche. È evidente che, ancor prima dell’esercizio delle istanze partecipative, vi è la decadenza dei luoghi classici alla formazione della consapevolezza politica. La rete, in particolare il ricorso a piattaforme telematiche, ha ancor più contribuito a confondere la democrazia partecipativa con la democrazia diretta, annientando i luoghi di condivisione e trasformando in atomi isolati i cittadini sempre più inconsapevoli. Il processo di formazione del governo Draghi, al di là delle convenzioni costituzionali e quindi delle avvenute consultazioni con i rappresentanti dei gruppi parlamentari e con le forze sociali, è stato un processo silente, dualistico, che sottende alla formazione di un indirizzo politico, nel quale il presidente del consiglio non ha nessuna intenzione di ritagliarsi un ruolo, come vuole la Costituzione di primus inter pares». 

 

Governo Draghi e semestre bianco. Cosa aspettarsi da luglio in poi? 

«Il modello della governabilità tecnocratica si basa su una rigida interpretazione dell’art. 92 della Costituzione. La torsione della forma di governo parlamentare verso modelli fondati sul prius della governabilità ad ogni costo porterà ad un esito che in realtà è già sotto i nostri occhi: una politica commissariata, la decomposizione dei partiti, la dissoluzione del sistema parlamentare. Un sistema la cui fisiologia dipende innanzitutto dal funzionamento del rapporto dialettico maggioranza-opposizione. Scivoliamo così lentamente verso il semestre bianco, ma non ci dimentichiamo che l’attuale maggioranza, salvo colpi di scena, dovrà eleggere il nuovo presidente della Repubblica e dopo lo “strappo” dell’elezione di Napolitano del 2013, rispetto alle convenzioni costituzionali che avevano sempre inteso il mandato presidenziale come settennato secco, potremmo assistere ad un Matterella bis».  

di Aurora Rennella 

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