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La terra dei tramonti di fuoco

  02 Agosto 2021

È situata tra Licola e Castel Volturno una delle più importanti riserve naturali palustri d’Europa. Gabriele de Filippo, biologo della Conservazione della Natura, spiega il valore di questi luoghi 

È sera, e nella Riserva Naturale Foce del Volturno il cielo si tinge di rosso.  

«Quando ti trovi lì, circondato da un cielo color fuoco e dai suoi riflessi nell’acqua, pensi di essere alla foce dei grandi fiumi europei, sul Guadalquivir o sul Danubio», ci racconta Gabriele de Filippo, biologo esperto nella conservazione della natura e gestore della Stazione di Monitoraggio Faunistica Variconi e Soglitelle. 

L’area si presenta come un luogo meraviglioso, affacciato sul mare, apprezzato sia dai turisti che dalla fauna autoctona e passeggera. Sì passeggera, perché la Riserva Naturale è un punto fondamentale delle rotte migratorie di moltissime specie di uccelli.  

«La cosa più caratteristica della riserva, specialmente nella zona umida Soglitelle, sono le migliaia di uccelli che si osservano volteggiare in inverno, quando arrivano dal viaggio migratore e sembrano indugiare prima di posarsi tra gli acquitrini”, continua a spiegarci il dottor de Filippo. Lui quei luoghi li conosce bene, forse anche meglio delle sue tasche. Quello con la Riserva è un rapporto speciale, iniziato sin da giovane età: «Quando da ragazzo ho iniziato ad avvicinarmi alla natura e alla sua conservazione, un amico mi portava ai Variconi, dove ho imparato le prime cose e mosso i miei primi passi di fotografo naturalista. Allora non c’era tutta l’avifauna che oggi possiamo osservare, era ancora consentita la caccia». 

Ma per fortuna, col tempo, sono cambiate molte cose. Essendo la Riserva Naturale Foce del Volturno uno straordinario patrimonio naturalistico, era necessario intervenire. Basti pensare infatti che i Variconi sono una zona umida di interesse internazionale, inserita nella Convenzione Ramsar. Ma non solo! Insieme alle pinete di Castel Volturno e di Ischitella e al Lago Patria, l’area fa parte dei siti di importanza comunitaria che compongono la Rete Natura 2000 (la più importante iniziativa di conservazione della natura in Europa). 

Benché siano stati presi svariati provvedimenti per la salvaguardia dell’Area, «questi importanti biotopi sono circondati da un territorio degradato e afflitto dall’azione della criminalità, nonostante il sempre maggiore impegno dei cittadini, delle amministrazioni locali e dello Stato -spiega de Filippo-. Nelle strategie per la conservazione della natura il coinvolgimento dei cittadini, in particolare di quelli residenti, riveste sempre un ruolo cruciale. La presenza dei ricercatori, dei volontari addetti alla manutenzione o alla sorveglianza e dei visitatori, costituisce un forte deterrente per le attività di bracconaggio o di sversamento di rifiuti che affliggono il territorio». Tuttavia, a causa del Covid-19, «le restrizioni alla mobilità personale per la prevenzione epidemica hanno ridotto il presidio sull’area e purtroppo sono aumentati i casi di bracconaggio e altre azioni illegali», precisa.  

A risentirne sono stati poi anche i progetti come: Volo Libero nato per tutelare la zona umida Soglitelle. Lì, in passato, la criminalità organizzata gestiva un’attività di bracconaggio illegale di milioni di euro all’anno. 

Per fortuna, «i cittadini che risiedono nei comuni interessati, sono molto affezionati a questi luoghi. Sono nate diverse associazioni, prime tra tutte Le Sentinelle dei Variconi, che costituiscono la vera garanzia per la tutela della natura. Ovviamente il ruolo dell’Ente Riserve è tanto fondamentale quanto difficile, ma quanto è stato fatto negli ultimi anni è davvero tanto. Anche le amministrazioni comunali hanno compreso l’importanza di conservare i beni naturali del loro territorio. Non sempre, però, riescono a tradurre tale interesse in azioni concrete». Non dobbiamo dimenticarci, dice il dottor de Filippo che «siamo sempre nella cosiddetta “Terra dei fuochi” che io, in una mostra fotografica di qualche anno fa, ho però ribattezzato “Terra dei tramonti di fuoco”, non per nasconderne le problematiche ma -come ci tiene a precisare- per evidenziarne le potenzialità di riscatto». 

 

di Andrea Grillo 

 

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