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Ripensare il verde a Napoli

  23 Luglio 2021

La pandemia ha evidenziato l’importanza del contatto con la natura per il benessere psico-fisico. NEXT Generation EU è la svolta green che aspettiamo? 

Per le filosofie orientali il verde è il colore del cuore, il centro radiante della nostra spiritualità, il bene comune oltre la soglia di individualismo,ossessioni di potere e controllo proprie del misero ego. Verde era la natura rigogliosa, con le sue incredibili oasi lunari e sulfuree, terra viva e minacciosa, descritta dai viaggiatori del Grand Tour assetati di avventure, stregati dal calore barocco e cosmopolita di una Napoli in gran spolvero, prima del Risanamento e de “Le mani sulla città” che ne avrebbero stravolto la bellezza naturale. Di identità: verde, perduta, progettata e faticosamente salvaguardata abbiamo parlato con Luigi Felaco, assessore al Verde della giunta de Magistris, e Ornella Capezzuto, presidente del WWF Napoli. 

Ridisegnare parchi e viali, come stazioni del fare: «Sono sei le linee di intervento per la riqualificazione del verde cittadino» spiega Felaco. «La linea 1 riguarda i 14 milioni di Città Metropolitana sui parchi cittadini. Alcuni di questi progetti già sono iniziati come quelli relativi ai parchi di Vomero e Soccavo. I tempi comprendono le fasi di progettazione, bandi, gare vinte e controlli; tutti i parchi comunali sono finanziati attraverso quest’operazione. C’è poi la linea riguardante i 15 milioni della Regione Campania, che abbiamo voluto investire invece sui parchi di competenza delle municipalità, concentrandoci molto più sulla manutenzione e sul personale, che spesso nel Comune e nelle municipalità mancano: passiamo, per darci un’idea, dai 1000 dipendenti nel 2007 sul verde della città, agli 80 di oggi. Abbiamo inoltre disposto una linea per la piantumazione: 5 milioni di euro sempre di Città Metropolitana per nuove essenze arboree e anche per estirpare le ceppaie e immaginare un nuovo percorso verde che attraversi la città. Siamo al lavoro per il completamento del Parco della Marinella, di cui si parla da decenni: l’Amministrazione è riuscita a trovare i finanziamenti per andare avanti nei lavori, ci aspettiamo -non per la fine di questa Amministrazione, ma nel 2022- di consegnare il parco alla città. La quinta linea è il Parco del Gasometro, che soprattutto il WWF negli anni ha tenuto a valorizzare e a porre all’attenzione dell’Amministrazione. Non è stato facile portare a termine in qualche modo l’opera dal punto di vista amministrativo, ma contiamo di consegnarlo alla città nei prossimi mesi estivi. L’ultima linea è una collaborazione, vista la scarsità di giardinieri, ancora con Città Metropolitana e attraverso la Cooperativa Primavera III: nel fine-settimana abbiamo decine di squadre a disposizione per la manutenzione dei nostri spazi verdi. La pandemia ha posto l’accento sull’apporto in benessere che il verde fornisce alla cittadinanza, è bene che il fondo NEXT Generation EU punti sulla riconciliazione, ma anche sulla creazione di nuovi spazi verdi per la cittadinanza».  

A fornire uno sprone determinante per la cura degli spazi verdi cittadini sono le associazioni, tra tutte il WWF. Ornella Capezzuto, presidente WWF Napoli racconta: «Nel 2008 facemmo una ricognizione di tutti i parchi esistenti a Napoli: ne esistono 51. Allora fu una scoperta anche per noi. Il verde non è poco, è quasi nascosto e trascurato, è un verde negato. Il parco più bello, quello dei Camaldoli, è ideale per prendere frescura passeggiando nel castagneto d’estate, e dal 2017 troppo spesso è stato chiuso». Pensare a un recupero dell’identità “green” vuol dire anche riguadagnare benessere. «Questa visione della città aveva trovato nella variante di salvaguardia con revisione del piano regolatore un contraltare al costruito, creando zone di “intoccabilità”. Su questa idea nacque il Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. Una sorta di tutela per la cornice verde della città che affaccia sul mare». Ma un’endemica mancanza di fondi, sommata a dieci anni di tagli ai trasferimenti statali verso i comuni si fanno sentire. «Gli screening del WWF negli ultimi anni hanno evidenziato il peggioramento di molte situazioni e l’importanza delle collaborazioni. L’edizione 2020 di Urban Nature si è tenuta nel parco De Filippo a Ponticelli, un bellissimo esempio di orto sociale. Il parco è stato recuperato con l’aiuto di giovani problematici, e dalla loro esperienza è nato un orto sociale curato dai cittadini, i quali gestiscono ben 150 orti in collaborazione con la Asl e con il comune di Napoli, tra cui recentemente è nato un accordo. La città di Napoli dovrebbe dotarsi quanto prima di un Regolamento per il Verde, che oltretutto permetterebbe di investire con maggiore competenza i fondi. La questione ambientale è prioritaria, non abbiamo più tempo». 

di Simona Ciniglio 

 

 

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