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Ciao Raffaella

  06 Luglio 2021

Autentica, libera, coraggiosa: una grande artista. Raffaella Carrà si è spenta ieri pomeriggio alle 16,20, dopo una malattia di cui nulla era trapelato

Era la regina della televisione italiana e, probabilmente, lo sarà per sempre. Ballerina, cantante, attrice, conduttrice e autrice: sapeva far tutto. E faceva tutto bene. Ha saputo farsi amare da intere generazioni, riuscendo a ottenere l’elogio del Britannico Guardian. Sempre sorridente, amatissima dal pubblico e semplice, con un modo di fare spettacolo che la portava a essere amica di tutte le italiane e gli italiani, Raffaella Carrà si è spenta ieri pomeriggio alle 16,20, dopo una lunga malattia che l’aveva aggredita da anni. Se né andata un pezzo di storia della televisione italiana: la tv, soprattutto la Rai, è stata casa sua. Gli anni 70 sono stati la sua age d’or e la Carrà divenne la prima showgirl del piccolo schermo.

Al fianco di Mina in Milleluci, poi le sigle di Canzonissima: Ma che musica maestro che spopola nelle classifiche e Rumore che ha venduto 10 milioni di copie, pubblicato in spagnolo, inglese e francese. Nel 1971 raggiunge la popolarità con Canzonissima insieme a Corrado quando irrompe sullo schermo in uno stringente abito che scopriva l’ombelico. Era la prima volta che questo accadeva in tv. Per giorni le cronache non parlarono che di quell’ombelico e le polemiche furono infinite. Subito dopo arrivò il Tuca tuca e fu il finimondo per i benpensanti: con un successo clamoroso, la canzone scalò le classifiche. Poi uscirono anche Fiesta, Forte, forte, forte e A Far l’amore comincia tu, un successo mondiale con 20 milioni di copie vendute che l’ha portata ad esibirsi nel più celebre programma di classifiche della tv inglese, il Top of The Pops.

Un successo pazzesco ancora oggi sostenuto da 500mila ascolti mensili su Spotify. Lo sketch con Roberto Benigni a Fantastico, nel 91, è considerato uno dei momenti cult della televisione italiana, quando il comico toscano irrompe sul palco e cerca di sollevarle l’abito. Donna fuori dal comune, ha scardinato la rigidità della televisione italiana con semplicità e leggerezza, sfidando l’Italia bigotta a colpi di caschetto e canzonette. È stata per tante generazioni di donne un’autentica ispiratrice di liberta, contribuendo alla modernizzazione dei costumi del Paese. Famosissima e amata all’estero, soprattutto in Spagna dove i giornali hanno scritto «la Carrà ha aiutato a superare il franchismo».

Con profonda tristezza il commento di Renzo Arbore: «Era il simbolo della bella televisione . Di quella che era la più bella televisione del mondo, quella della Rai. Con lei si chiude il sipario su quel tipo di bella televisione educativa, istruttiva, elegante, allegra, semplice ma musicale. Gli storici credo che con Raffaella parleranno della fine di quella che è stata la bella epoque della televisione». Le parole di Pippo Baudo estremamente commosso: «Se né andata l’ultima grande vera soubrette». Fanno eco anche le parole di Maria De Filippi: «Lei è e sempre sarà la televisione con la T maiuscola, quella a cui tutti ambiscono».

Ciao Raffa.

 

La Redazione

 

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