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Che ne sarà di questa stagione?

  26 Aprile 2021

Gattuso insegue il disperato obiettivo di conseguire un posto in Champions, assolutamente necessario per programmare il prossimo campionato

L’attuale stagione si sta rivelando assai più complicata di ciò che si poteva lontanamente immaginare, non solo e non tanto per la particolarità dei tempi che stiamo vivendo, del tutto eccezionali e, si spera, irripetibili causa Covid-19, quanto per l’altalenanza incredibile di risultati sul campo e, pertanto, sconfortante.

È evidente che l’uscita, in rapida sequenza, dalla Coppa Italia (per mano dell’Atalanta) e dall’Europa League (ad opera di un certamente non trascendentale Granada, a metà classifica nella Liga spagnola e con una difesa colabrodo), eventi questi preceduti dalla sconfitta – vs la Juventus – in Supercoppa italiana, hanno fortemente surriscaldato l’ambiente, ponendo sotto i riflettori della critica (a tratti violenta e scomposta) il tecnico Gattuso, reo di non sapere adeguatamente mettere in campo una squadra con una reale identità di gioco, espressione di una sua fisionomia precisa e identitaria, di non saper leggere le partite e quindi incapace di invertire decisamente la rotta.

In effetti, mai come in questo campionato, il numero delle sconfitte si sta rivelando eccessivo, con una media di una ogni tre partite, ed anche parte di quelle vinte, sono state il frutto di casualità più che di reale supremazia azzurra (si vedano, a titolo esemplificativo, quella di andata contro il Benevento, vinta per il rotto della cuffia, come quella contro l’Udinese, vinta per 1 a 0), al netto di pur straordinarie prestazioni vittoriose, come quelle vs la Roma piuttosto che con l’Atalanta.

Tali critiche, lo si ribadisce, hanno un loro giustificato perché, però ciò che non è stato fin qui sufficientemente rimarcato è l’impressionante sequenza di infortuni che hanno letteralmente martoriato la formazione azzurra, costringendo il tecnico – per un numero di gare molto elevato – a schierare formazioni “improbabili” (si pensi ad esempio alla sistemazione sull’out mancino del macedone Elmas, come difensore basso nel match di ritorno contro il Granada, pur vinto per 2 a 1), con giovani della Primavera seduti in panchina, tale e tanta è stato il deficit di atleti della prima squadra a disposizione.

A tal riguardo non si trascuri la portata (fin qui inespressa) dell’investimento fatto con il centravanti nigeriano (ex Lille) Osimhen, incapace per buonissima parte della stagione di esprimersi ai livelli sperati a causa di un susseguirsi di eventi incredibilmente sfortunati, culminati, proprio nel mentre il suo talento stava cominciando a dischiudersi, in un pesante infortunio alla spalla, che l’ha costretto ad un lungo forfait, con cure mediche inopinatamente eseguite lontano dall’Italia, e la coda velenosa della contrazione del Covid-19. Nonché, da ultimo, dopo pochissime apparizioni in prima squadra, il verificarsi di un nuovo stop, a causa di un forte trauma cranico rimediato in una fase di gioco, con il con- seguente nuovo fermo ai box.

In tutto questo, ad accentuare il clima di tensione intorno alla squadra e a tutto l’ambiente, ci si è messa anche la messa in discussione (peraltro inevitabile) di Gattuso da parte del patron De Laurentiis, reo di aver fatto un giro di telefonate a tecnici disoccupati e vogliosi di rimettersi in pista, rilevando il posto del Ringhio calabrese. Non si è fatta attendere più di tanto la sua reazione ai microfoni degli organi di stampa scritta e audiovisiva, criticando una mancanza di difesa autentica del suo operato, tanto da delegittimarne la posizione. Sono poi seguiti tentativi un po’ goffi da parte della proprietà di ricomporre i pezzi, attraverso messaggi via Twitter d’incoraggiamento alla guida tecnica, con tanto di attestazioni di sicura permanenza sulla panchina almeno fino al termine della stagione.

A questo punto, con ancora non moltissime giornate alla fine del campionato, anche grazie al rientro graduale di tutti gli infortunati, il tecnico calabrese sta inseguendo il disperato obiettivo (prefissato ad inizio stagione) del conseguimento di un posto champions, assolutamente necessario per programmare – per il 2021/2022 – una stagione adeguata alle aspettative di una piazza esigente come quella partenopea, non raggiunto il quale – viceversa – ne scaturirebbe un drastico ridimensionamento tecnico, riportando indietro nel tempo la compagine azzurra.

Da qui l’importanza di remare tutti dalla stessa parte, uniti nel raggiungimento di un solo obiettivo e poi – eventualmente – ciascuno per la propria strada, Napoli da un lato, Gattuso dall’altra.

di Antonio Di Luna

 

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