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La sentenza: «Sì all’impianto di un embrione dell’ex marito anche se lui dice no»

  27 Febbraio 2021

Il Tribunale per la prima volta riconosce il diritto della donna di utilizzare embrioni creati con il coniuge e poi congelati

Una sentenza che farà molto discutere. Il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, per la prima volta in Italia, decide sul tema spinoso degli embrioni creati e crioconservati di una coppia che nel frattempo si è separata. Gli embrioni potranno essere impiantati nella donna anche contro la volontà del marito. L’avvocato Gianni Baldini, legale della donna, ha spiegato all’Ansa che il tribunale ha deciso «su questo tema spinoso, dato il numero crescente di separazioni e di coloro che chiedono di accedere alla Pma».

L’ordinanza favorevole alla richiesta della donna è stata confermata dal Tribunale monocratico e poi suffragata dal Tribunale in composizione collegiale. «Due pronunce destinate a far molto discutere – spiega l’avvocato della donna – perché riconoscono il diritto assoluto della donna di utilizzare gli embrioni creati con il coniuge e poi congelati anche dopo la pronuncia della separazione e nonostante la contrarietà dell’ex marito».

La coppia aveva fatto ricorso alla Procreazione medicalmente assistita durante il matrimonio. Dopo un primo tentativo fallito, alcuni embrioni erano stati congelati, per un nuovo tentativo. Poi arriva la separazione ma la donna non vuole rinunciare alla maternità e si rivolge al tribunale che le da’ ragione secondo l’articolo 6, comma 3, della legge 40 del 2004, quella su procreazione assistita, secondo la quale «la volontà può essere revocata da ciascuno dei soggetti fino al momento della fecondazione dell’ovulo».

Non dopo.
In Italia, il numero delle separazioni è in crescita: nei primi 5 anni, 4 coppie su 10 che si separano. In aumento anche le richieste di Procreazione medicalmente assistita: oltre il 20% delle coppie presenta infatti problemi di infertilità.

La Redazione

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