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Apprendistato a scuola: chi ci crede?

  10 Febbraio 2021

Lo strumento per l’occupazione giovanile stenta a decollare in Italia. Fondazione Gi Group e Adapt organizzano un evento per invitare stakeholder a fare sistema

Fondazione Gi Group ed e Adapt riaccendono l’attenzione sull’Apprendistato di I livello, istituto che favorisce l’occupazione giovanile e contribuisce a colmare lo skill mismatch, ovvero quel gap, che caratterizza molti settori, tra le competenze richieste e quelle presenti sul mercato. Una ricerca, un evento e il Manifesto “Apprendistato a scuola: chi ci crede?” per invitare tutti gli stakeholder a fare sistema. Solo attraverso una logica di partecipazione e collaborazione, infatti, sarà possibile elaborare una strategia concreta e mettere in campo tutti gli strumenti necessari affinché l’Apprendistato di I livello decolli anche nel nostro Paese.

Il mercato del lavoro in Italia oggi non è sostenibile

Tre sono i punti centrali che Fondazione Gi Group e Adapt intendono sottolineare, che riprende il titolo del Manifesto “Apprendistato a scuola: chi ci crede?”, organizzato in partnership ufficiale con l’European Vocational Skills Week 2020. L’Apprendistato di I livello può rispondere al problema della sostenibilità del nostro mercato del lavoro, come dimostrano anche gli Stati del centro-nord Europa. Ed è con questa convinzione che Fondazione Gi Group e Adapt hanno lanciato l’iniziativa e il Manifesto. «Il mercato del lavoro in Italia oggi infatti non è sostenibile. E non lo è per due motivi: da un lato le imprese faticano a trovare le competenze di cui hanno bisogno per crescere ed essere presenti e competitive sul mercato. Dall’altro, perché abbiamo uno dei tassi di disoccupazione giovanile tra i più elevati in Europa e contiamo circa 2 milioni di giovani cosiddetti NEET, ovvero ragazzi che non studiano e non lavorano. Uno spreco gravissimo di competenze e opportunità, per la singola impresa, per il singolo giovane e per il futuro del Paese», afferma Antonio Bonardo, Direttore di Fondazione Gi Group. In Italia, si registrano solo 10.537 contratti di Apprendistato di I livello. Questo l’ultimo dato Anpal a disposizione circa la diffusione dello strumento nel nostro Paese, a fronte di un tasso della disoccupazione per la fascia d’età 15-24 del 32,1% e l’abbandono scolastico del 14,5% (dato per cui l’Italia è quartultima in Europa). «In Italia l’Apprendistato di I livello è l’unico dispositivo, tanto didattico quanto lavorativo, che permette un inserimento serio, sicuro e formativo dei giovani nel mercato del lavoro, formando integralmente la persona e così rendendola occupabile. E questa è una occupabilità di lungo periodo, non precaria», aggiunge Emmanuele Massagli, Presidente Adapt.

Scuola e lavoro: due sistemi paralleli e non comunicanti

Il grande quesito che viene da porsi di fronte ai limitati dati di utilizzo riguarda le criticità nell’implementazione dello strumento. A questo ha risposto la ricerca condotta da Fondazione Gi Group in collaborazione con Odm Consulting: «A frenare questo strumento riteniamo non sia solo una questione economica e di investimenti, per questo abbiamo voluto raccogliere le voci dei diversi stakeholder coinvolti a livello nazionale sulla normazione dello strumento e nella sua implementazione, al fine di formulare delle proposte di interventi e modifiche che possano aumentarne la diffusione, l’efficacia e il valore per gli attori coinvolti. Gli intervistati riportano innanzitutto ostacoli di tipo culturale e di interesse relativamente all’utilizzo dell’Apprendistato, prima ancora che di tipo normativo», spiega Bonardo. Dalle criticità riportate emerge una distanza dal tema dovuta anche all’interpretare scuola e lavoro come due sistemi paralleli e non comunicanti (alfabeti diversi), anziché legati – proprio tramite lo strumento Apprendistato I livello – da una possibilità di forte co-progettazione e compenetrazione. Lato aziende, sono soprattutto le piccole e le medie a soffrire di mancanza di informazione sullo strumento. C’è la sensazione di non poter gestire da soli questo istituto, senza un supporto. Fare sistema e l’invito agli stakeholder.

L’Apprendistato di I livello non è ancora conosciuto

È necessario che tutti gli attori che ci credono e che sono coinvolti necessariamente in questo strumento operino insieme per costruire un sistema paese che sia accogliente e propositivo nei confronti dell’Apprendistato di I livello. “Nonostante esista nel nostro ordinamento dal 2003, e sia stato modificato in una modalità decisamente più fruibile nel 2015, l’Apprendistato di I livello ancora non è conosciuto. Per cui il primo elemento è raccontarlo, informare, assistere chi è interessato. Non si tratta di fare modifiche normative, non si tratta di fare nuove leggi e neanche dottrina autoreferente ma di raccontare buone pratiche e assistere chi vuole sperimentare questo originalissimo dispositivo didattico.

Il Manifesto redatto da Fondazione Gi Group e Adapt

Oltre alla rinnovata attenzione per il tema a livello europeo (Youth Employment Support Package), il contesto è favorevole per un’azione strutturata e concertata sul tema dell’Apprendistato, grazie anche alle risorse economiche che si renderanno disponibili nei prossimi mesi, come Next Generation EU (750 mld di euro in arrivo nel 2021). L’occasione non può essere persa: per questo Fondazione Gi Group e Adapt lanciano oggi il Manifesto per l’Apprendistato di I livello e invitano chiunque crede nelle potenzialità pedagogiche, occupazionali e di innovazione di questo contratto, «a “sporcarsi le mani” per diffonderlo e promuoverlo», conclude Massagli.

Fare sistema

Nella cornice del webinar moderato da Debora Rosciani, si sono confrontati i principali stakeholder sul tema, confermando l’esigenza di fare sistema per promuovere l’istituto, descritto come lo strumento che in Italia può accompagnare i giovani nel mondo del lavoro, garantire la loro occupabilità nel lungo periodo e accendere in loro la passione per una professione.

Fondazione Gi Group nasce per sviluppare la cultura del lavoro, intesa come educazione al valore personale e sociale. È la prima multinazionale italiana e una delle principali realtà a livello mondiale nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro. La Fondazione vuole essere un punto di riferimento per gli attori chiave nel mercato del lavoro in Italia. È attiva su tre aree: cultura del lavoro, pubblicazioni di settore, aggiornamenti giuslavoristici. www.fondazione.gigroup.it

ADAPT è un’associazione senza fini di lucro fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere, in una ottica internazionale e comparata, studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro. L’obiettivo è di contribuire alla realizzazione di un modo nuovo di “fare Università”, costruendo stabili relazioni e avviando interscambi tra sedi dell’alta formazione, mondo associativo, istituzioni e imprese. Da sempre è impegnata nella promozione dell’apprendistato, sia attraverso il finanziamento di borse di studio di dottorato, sia attraverso l’accompagnamento di imprese, parti sociali e istituzioni formative nella corretta progettazione e implementazione di percorsi di tirocinio. www.fareapprendistato.i

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