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Una Sirena postmoderna

  04 Febbraio 2021

Lello Savonardo, coordinatore scientifico del Dipartimento di Scienze Sociali, svela il progetto Remian

Un progetto innovativo nato con il fine di valorizzare il patrimonio artistico culturale della Campania. Parliamo del progetto di ricerca “Sirena digitale”, nato con il coordinamento scientifico di Lello Savonardo e Luigi Gallo, sviluppato nell’ambito del progetto Remian di Databenc – Distretto Alta Tecnologia per i Beni Culturali, finanziato dalla Regione Campania e coordinato da Angelo Chianese. «Come coordinatore scientifico del Dipartimento di Scienze Sociali, ho proposto un’idea che potesse valorizzare la canzone napoletana attraverso il digitale, ipotizzando nuove modalità di fruizione della musica con l’adozione di nuove tecnologie», spiega Lello Savonardo.

Come nasce l’idea?

«L’idea è partita dalla necessità di adoperare le tecnologie olografiche per veicolare, fruire, promuovere la cultura musicale partenopea in modalità inedite: non semplicemente con una digitalizzazione che, come Archivio Sonoro della Canzone Napoletana della RAI, abbiamo realizzato diversi anni fa, ma con nuove modalità di veicolazione olografiche e digitali. In quest’ottica il mito della Sirena Partenope viene proiettato verso il futuro».

Una Sirena Partenope moderna.

«Si, la sirena digitale è Francesca Fariello, un’artista straordinaria, dottoranda di ricerca in Francia e all’Orientale di Napoli ma anche borsista di ricerca alla Federico II. Oltre a conoscere per le sue competenze il cinese e l’inglese, è anche una cantautrice e interprete».

Dal Dipartimento di Scienze Sociali è partita l’idea, la ricerca e lo studio degli aspetti che riguardano la valorizzazione e la comunicazione del patrimonio artistico musicale con ICAR e CNR come partner.

«Il CNR ha realizzato gli ologrammi trascodificando le immagini riprese negli studi della Rai di Napoli della Sirena Partenope che diviene sirena digitale, interpretata da Francesca Fariello, vestita e truccata, con la scultura della pinna realizzata dagli artisti dall’Accademia delle Belle Arti». Un insieme di professionalità hanno concorso alla realizzazione del progetto. «Si, grazie alla collaborazione del Centro di produzione della Rai di Napoli, che ci ha permesso, negli studi di Via Marconi, di realizzare le riprese con le tecnologie più avanzate in 3D, al sostegno dell’Archivio Storico della Canzone Napoletana e grazie anche all’Accademia delle Belle Arti con i loro costumisti, truccatori, docenti esperti, scultori nella creazione del costume della Sirena».

Una Sirena Partenope post-moderna che possiede sia gli elementi del mito che gli elementi di una nuova visione.

«Il prototipo olografico interpretato dalla nostra artista interattiva si concentra su alcune canzoni prese dal repertorio della canzone classica napoletana in versioni multilingue. Francesca Fariello, infatti, ha tradotto in cinese e inglese le canzoni “Malafemmina” e “Reginella” concesse dalla storica e prestigiosa casa editrice La Canzonetta, interpretandole in chiave internazionale con gli arrangiamenti di Raffaele Lopez e di tutto il team dei musicisti di Eduardo Bennato che hanno realizzato una versione pop-rock delle due canzoni e una versione classica piano-voce».

Un progetto visionario che ora vede un’istallazione al Museo Archeologico di Napoli.

«Un’istallazione interattiva attraverso la quale è possibile interloquire. I fasci di ultrasuoni permettono di interagire con la sirena digitale per selezionare la versione in lingua della canzone scelta oltre che ascoltare i suoi saluti. La speranza e il nostro obiettivo è che questo prototipo possa essere diffuso anche in altri luoghi di accoglienza turistica. In ogni caso tutti possono accedere caricando sul proprio dispositivo mobile l’App della sirena digitale e ascoltare le canzoni in ogni parte del mondo. In versione video è possibile avere anche la modalità “caraoche” con i testi in cinese e inglese».

La finalità del progetto?

«Il prototipo è stato realizzato come attività di ricerca scientifica per la valorizzazione del patrimonio artistico e per l’industria culturale, l’industria musicale, le istituzioni culturali che in questo momento hanno una nuova frontiera per il futuro musicale».

di Daniela Rocca

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