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I tesori sommersi di Baia tra passato, presente e futuro

  11 Novembre 2020

Uno straordinario giacimento archeologico nella costa che Orazio definiva “amena bellezza”. L’area marina protetta di Baia serba un vero e proprio museo sott’acqua tra i 3 i 10 metri

Dal panorama che oggi è possibile osservare dalle terme di Baia, destinazione di villeggiatura alla moda per gli aristocratici romani, mancano oltre 400 metri di costruzioni che il bradisismo ha portato al di sotto del livello del mare. Un’enorme patrimonio archeologico che si trova sott’acqua, quindi, per un fenomeno naturale di natura vulcanica e che riguarda tutta l’area flegrea. Il Bradisismo (dal greco bradýs, “lento” e seismós, “scossa”) infatti si caratterizza per il periodico abbassamento e sollevamento del livello del suolo; ed è per effetto dell’ abbassamento che centinaia di metri di costa sono stati occupati dal mare.

Ci troviamo nel tratto di costa che Orazio definiva “amena Baia” per la straordinaria bellezza del paesaggio e che per questo motivo l’élite romana lo scelse per vivere. Molte di queste strutture oggi sono sommerse e le ritroviamo ad una profondità variabile tra i 3 e i 10 metri. Risalgono agli anni 20 del secolo scorso i primi ritrovamenti archeologici nelle acque del porto che portarono al recupero, tra l’altro, di una statua in marmo raffigurante Afrodite, e di una testa di amazzone. Solo negli anni 50 furono intraprese con rigore scientifico da N. Lamboglia ed A. Maiuri le prime ricerche di archeologia subacquea che, salvo il recupero delle sculture di Ulisse e del suo compagno nel 1969, si interruppero per riprendere sistematicamente solo all’inizio degli anni 80 con il rinvenimento del Ninfeo di Punta Epitaffio.

Per tutelare questo vero e proprio museo sommerso fu istituita nel 2002 l’area marina protetta, suddivisa in tre zone aventi diversi regimi di tutela e contraddistinte da un giacimento archeologico davvero importante.

Oggi l’area marina sommersa di Baia è gestita dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Il Parco è guidato dal direttore Fabio Pagano, che sta portando avanti un’importante lavoro di ricerca scientifica oltre a rendere sempre più fruibile questo enorme patrimonio. Sono stati attivati recentemente, infatti, nuovi percorsi di visita sottomarini che si aggiungono a quelli precedenti, per un totale di 6 percorsi. Uno di questi nuovi percorsi riguarda l’area tra il noto ninfeo di Claudio e la Villa dei Pisoni, un intero isolato, di oltre 2500 metri quadri denominato “Terme del Lacus” per la magnifica vista che doveva godersi dai suoi ambienti più prestigiosi, aperti con grandi finestre sulla piccola laguna di Baia (il “lacus” o “sinus baianus). In immersione e snorkeling si potranno apprezzare le sue ricche decorazioni in marmo, i pavimenti a mosaico colorati e le vasche per i bagni caldi. Recentemente si è avviato anche il restauro sul primo mosaico rinvenuto in questo complesso.

L’ultimo percorso che è stato attivato recentemente, riguarda le pilae antistanti la Villa dei Pisoni, un’imponente villa appartenuta a una potente famiglia di tarda età repubblicana, inizio età imperiale. Il nome dei Pisoni è legato alla congiura nei confronti di Nerone nel 65 d.C. così come ci ricorda Tacito nel XV libro degli Annali, e probabilmente la congiura fu pensata proprio in questa villa. L’attribuzione della villa è dovuta ad un’iscrizione su una condotta di piombo con inciso il nome di uno dei personaggi appartenenti a questa famiglia. Tra i sei percorsi, questo è quello più proteso verso il mare, infatti dista circa 270 metri dall’attuale linea di costa. Qui si incontrano imponenti strutture, quelle che gli antichi chiamavano “pilae”, dei grandi pilastri in calcestruzzo, dei moli essenzialmente, che servivano a proteggere la villa verso il mare. Un mare che all’epoca probabilmente per effetto del bradisimo già minacciava la villa stessa. Le pilae sono circa 25 e la loro disposizione seguiva le linee delle correnti; alcune sono davvero imponenti, hanno una base regolare di 5 metri per 5 e sono datate I secolo d.C.

Chi oggi vuole fruire dei tesori del Parco Archeologico di Baia può farlo grazie anche alla grande rete di operatori che ruota intorno ad esso, in primo luogo grazie ai diving center autorizzati. Gli appassionati di subacquea potranno così scegliere di essere accompagnati in immersione, mentre per chi non è abilitato per questo tipo di attività potrà scegliere di essere accompagnato con le canoe o attraverso lo snorkeling. Chi preferisce una situazione più comoda, ci sono imbarcazioni dalla chiglia trasparente per permettere di vedere i fondali stando seduti o ancora con video barche, cioè imbarcazioni che permettono di accogliere il turista a bordo mentre un sub trasmette le immagini subacquee dei tesori di Baia.

di Arcangelo Pisano

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