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Sanità e scuola pubblica: due mondi diversi ma di uguale importanza per il futuro

  07 Novembre 2020

Salute e formazione, due pilastri fondamentali della vita delle persone. Occorre rimetterle al centro del nostro sistema e dare loro risorse e supporto perché per troppo tempo sono state date per scontate

Il Covid-19 ci ha colto alla sprovvista, anzi, “bell e buon” come diremmo noi napoletani. Quel che è certo, infatti, è che nessuno si sarebbe mai aspettato un così duro colpo all’economia mondiale e a tutte quelle “strutture” che reggono la società odierna. Alcune di esse, come la solidarietà umana e la famiglia, hanno dato prova di avere solide fondamenta. La stessa sorte, tuttavia, non è toccata a molte imprese, crollate invece sotto il peso dei gravi fiscali. Per fortuna la maggior parte di queste istituzioni, dopo un iniziale sbandamento, ha saputo affrontare la situazione rimettendosi in carreggiata. È questo il caso di molte attività che hanno dovuto rinnovarsi, modernizzarsi, adattarsi a questo buio capitolo della storia umana. Tra gli enti maggiormente coinvolti in queste modifiche “rivoluzionarie” ci sono la sanità e la scuola, soggetti di innumerevoli decreti che continuano ad essere promulgati e aggiornati ancora oggi.

Durante un primo momento di crisi del sistema sanitario e la sospensione delle lezioni, infatti, la situazione sembrava ingestibile. Gli ospedali erano sul punto di collassare e nessuno sapeva quando gli studenti sarebbero tornati in aula. Tutti questi imprevisti e difficoltà hanno conseguentemente portato a galla un gran numero di falle nei rispettivi sistemi: medici e infermieri sotto-organico, scuole prive degli adeguati mezzi per proseguire i programmi didattici a distanza, edifici e strutture insufficienti, e così via. E tutto ciò ha letteralmente costretto il governo ad agire con una tempestività mai vista prima. Certo, dal momento che nessuno era pronto ad affrontare una simile emergenza, sono stati commessi degli errori e ci sono stati dei ripensamenti; ma ad oggi dobbiamo ritenerci fortunati se gli sforzi compiuti sino a ora hanno reso l’Italia e, in particolare la Campania, uno dei luoghi più sicuri.

In primis vanno ricordati i tanto attesi decreti legge, i quali pare abbiano preso il posto delle favole della buona notte ma che, scherzi a parte, hanno dato delle ottime linee guida per la condotta e la prevenzione contro la diffusione del virus. C’è stata poi la “scoperta” dello smart working, una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro adoperata anche da insegnanti e alunni. Per non parlare dei molti giovani medici e infermieri che sono stati assunti in questo periodo (seppur a tempo determinato), e delle strutture ospedaliere ausiliari costruite per chi necessitasse della terapia intensiva. Insomma, è evidente quanto ci siamo sforzati per affrontare al meglio una situazione così gravosa, e la conferma di tutto ciò non proviene solo dai dati numerici, ma anche dall’estero. Proprio così, perché il rimedio del dottor Ascierto e le misure di prevenzione e trattamento adottate in Campania sono state considerate un modello da seguire in tutto il mondo. Il sistema scolastico non è stato da meno: dopo un paio di settimane dall’interruzione delle lezioni, infatti, i docenti hanno iniziato a tenere le proprie lezioni sulle piattaforme online come Skype e Teams, utilizzandole anche per i ricevimenti, gli avvisi e la condivisione dei materiali didattici.

Tra l’altro, cosa ci saremmo dovuti aspettare da un popolo che ha la capacità di “arrangiarsi” nel sangue? Un’abilità che continuerà ad esserci utile nei prossimi mesi quando, secondo le previsioni, giungerà la famosa “seconda ondata”. Nessuno sa se per allora i nostri ragazzi saranno tornati tra i banchi: il governo ha cambiato molte volte idea a riguardo approvando o bocciando le nuove proposte. Quel che è certo è che le lezioni continueranno a svolgersi o dal vivo oppure on-line. Nessuno studente resterà dunque esonerato dal l’esercizio di uno dei diritti più importanti: quello all’istruzione. Lo stesso vale per il lavoro negli ospedali dove le tute anti-contagio sono esonerate dal cambio-stagione. A nessuno saranno negate le cure, possiamo starne certi.

Siamo però ignari riguardo a cosa ci aspetterà nei prossimi mesi, e su quando tutto ciò sarà finito. Possiamo solo dire che quest’emergenza ha messo a nudo i pregi e i difetti del nostro paese ponendo sotto i riflettori i sistemi sanitario e scolastico. Non ci resta che sperare che, alla luce di quanto emerso, vengano investiti nuovi fondi in entrambi i settori per l’ammodernamento delle strutture, l’assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato e l’acquisto di materiale all’avanguardia. Spese ingenti, inutile negarlo, ma essenziali se vogliamo che i nostri giovani crescano in un Paese privo di disuguaglianze e dove possano sentirsi al sicuro.

di Andrea Grillo

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