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Scuole chiuse ma didattica all’aperto

  02 Novembre 2020

Non bisogna privare i bambini del loro mondo e del loro diritto. La scuola è indispensabile perché rappresenta oggi l’unico reale laboratorio di contaminazione sociale e culturale, dove le diversità continuano a incontrarsi, a dialogare e a costruire insieme il proprio futuro.

Questa catastrofe non è uguale per tutti: ha scavato un solco profondo tra i bambini che appartengono a famiglie benestanti e tutti gli altri. Non è vero che l’intero Paese ha fatto un balzo tecnologico e che tutti seguono l’educazione a distanza: moltissimi bambini, se avessero voce, confermerebbero che non hanno avuto possibilità di accedere a quella formazione, che pure ogni scuola tenta di attivare, perché per accedervi non basta possedere gli strumenti tecnologici – che non tutti hanno – c’è bisogno anche di avere uno spazio, un luogo in grado di garantire l’attenzione e la concentrazione che la nuova situazione richiede. E c’è bisogno, forse ancora di più, di adulti che si prendono cura dei bambini.

Sono state queste le riflessioni che hanno spinto l’insegnate Pamela Buda dei Quartieri Spagnoli di Napoli, periferia dentro la città, ad armarsi di concretezza, ingegno e determinazione per trovare una soluzione al problema, garantendo il distanziamento fisico. Una soluzione che non è quella di tenere le scuola chiuse, ma semmai tenerle aperte h24 e immaginare come farle funzionare. E ha messo in atto un nuovo modi di fare scuola con la “lezione all’aperto”.

Dopo la “didattica dai balconi” ora la “didattica all’aperto” per non consegnare i ragazzi all’illegalità. La situazione attuale è delicata e seria, ma dobbiamo mostrare ai bambini che le difficoltà, insieme, possono essere superate. “Il problema della dispersione scolastica – ha spiegato l’insegnante alla stampa – è oramai atavico. Noi stiamo provando nel nostro piccolo a far sì che i ragazzi non abbandonino la scuola. Quest’anno devono raggiungere un buon livello di lettura e comprensione. Non mi sto fermando, e faccio in strada quello che avrei fatto a casa”.

La redazione

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