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Consigli pratici per l’uso dei solari

  17 Luglio 2020

Crema solare sì ma quando metterla? Fabio Ayala, docente di Dermatologia all’Università Federico II, spiega le regole per esporsi al sole in sicurezza

Perché mai le dame dipinte da Claude Monet e dagli altri impressionisti, si riparavano dal sole con degli eleganti ombrellini? Come è noto, dall’antichità, fino alla fine dell’Ottocento, la pelle bianca era l’emblema dell’appartenenza al mondo dell’aristocrazia e ad essere abbronzati erano solo chi svolgeva lavori umili. Dopo gli studi scientifici che rimarcarono gli effetti benefici della fototerapia sul rachitismo e la depressione, c’è stata una netta inversione di tendenza e canzoni come Abbronzatissima” di Edoardo Vianello e film “Abbronzatissimi” di Bruno Gaburro, con Jerry Calà, Alba Parietti del ’91 hanno raccontato, in modi diversi, un fenomeno sociale, quello dell’esposizione al sole, che immancabilmente, scatta ogni anno all’approssimarsi delle stagioni calde.

Abbiamo chiesto a Fabio Ayala, professore emerito di Dermatologia dell’Università di Napoli Federico II, qualche consiglio in merito all’uso dei solari.

Professore, come agiscono e quali i limiti dei solari?

«Numerosi studi hanno dimostrato che la quantità di schermo solare applicata sulla pelle, è molto spesso insufficiente, ben più lontana da quei due milligrammi per centimetro quadrato che corrispondono, in genere, alla quantità che ha determinato il fattore di protezione (SPF; Sun Protection Factor) di un determinato schermo in commercio».

Ma che cos’è SPF e cosa determina?

«Tecnicamente SPF esprime il rapporto fra la quantità di energia necessaria a provocare eritema (rossore minimo) nella cute protetta dallo schermo solare rispetto alla quantità di energia necessaria a provocare lo stesso rossore quando la cute non è protetta. Questo vuol dire che, in teoria, se uso un solare con SPF 50, la mia pelle potrebbe rimanere esposta al sole 50 volte di più rispetto alla pelle non protetta, prima di manifestare lo stesso arrossamento. Ho detto “in teoria”, perché è ampiamente dimostrato che la quantità di crema o lozione o spray applicati dalla quasi totalità delle persone durante l’esposizione al sole, è quasi sempre inferiore alla quantità che viene utilizzata negli studi preliminari per poter poi indicare sulla confezione quel determinato fattore di protezione SPF. Questo vuol dire anche che dobbiamo evitare di “stendere” in maniera eccessiva il nostro solare sulla pelle, perché in questo modo il film protettivo diventa sempre più sottile, e quindi meno efficace».

Ci sono solari di vario tipo. Quali consiglierebbe?

«Gli spray sembrano più idonei alla quantità corretta da applicare, rispetto alle lozioni, mentre gli stick sono in genere applicati in quantità inferiore ad un quarto di quanto sarebbe necessario. E inoltre, applicare uno schermo con fattore di protezione inferiore a 50 o 30, metterlo sulla propria pelle quando si è già al sole, e non almeno un quarto d’ora prima, come si dovrebbe, e non riapplicarlo ogni ora e mezzo almeno, sono tutti errori che diminuiscono la reale efficacia di queste protezioni».

Si può curare un eritema solare con metodi naturali?

«Perché utilizzare solo metodi “naturali” e non ricorrere a trattamenti ben consolidati? In questi casi sì, è lecito utilizzare preparazioni contenenti, ed esempio, aloe vera, che agisce migliorando i sintomi, ma non riducendo la durata complessiva dell’eritema».

Quali altri suggerimenti?

«Il senso di sicurezza dall’avere, comunque, usato uno schermo, spesso fa esporre al sole per tempi prolungati nei quali il prodotto perde, inevitabilmente, la sua efficacia. Ed ecco che in agguato c’è il maggiore invecchiamento della pelle, dovuto alla luce solare, che si aggiunge a quello fisiologico, dovuto al trascorrere del tempo. Ed ecco che, regioni non adeguatamente protette, possono sviluppare alcuni tumori della pelle, come può avvenire sulle orecchie degli uomini (nelle donne spesso i capelli fanno da schermo protettivo) dove quasi mai gli schermi vengono applicati, anche da chi, per lavoro o attività sportiva, trascorre molte ore alla luce diretta del sole».

di Ignazio Senatore

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