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All’opera contro l’obesità di giovani e adulti

  07 Luglio 2020

Una malattia cronica e invalidante che determina una grossa spesa sanitaria e anche una riduzione degli anni di vita

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’obesità è l’”epidemia” non infettiva di più vaste proporzioni del terzo millennio. Nel mondo interessa 650 milioni di persone e causa quasi 5 milioni di decessi con un costo complessivo di circa 2 mila miliardi di euro. Un impatto economico uguale a quello del fumo di sigaretta o a quello di tutte le guerre. E in Italia non è da meno. Infatti, secondo i dati Istat una persona su 10 è obesa, ovvero oltre 5 milioni di adulti.

«OPERA (ovvero Obesity Programs of nutrition, Education, Research, Assessment of the best treatment) è un insieme di progetti dedicati all’obesità con l’obiettivo di fornire un percorso diagnostico e riabilitativo completo al paziente obeso: visita medica gratuita, test di esercizio fisico, test della sensibilità gustativa e olfattiva, visita psicologica con proiezione di un’immagine progressivamente dimagrita del soggetto per motivarlo alla perdita di peso», spiega Annamaria Colao, ordinario di Endocrinologia e direttore della UOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federiciana.

Il progetto Opera si inserisce all’interno della grande manifestazione Campus 3S (Salute, Sport e Solidarietà) che dal 2010 da Napoli si sposta nelle grandi piazze italiane e quest’anno sarà nuovamente sul Lungomare Caracciolo, nella seconda settimana di ottobre. «Quest’anno il percorso sarà arricchito da alcune visite come, per esempio, quella cardiologica obbligatoria per tutti», spiega la professoressa.

Ogni paziente ha una storia a sé, «non esiste una cosa che va bene per tutti – precisa – dobbiamo fare medicina personalizzata raccogliendo i dati per ciascun paziente».

Il percorso inizia con un questionario per capire tutte le problematiche che hanno portato il paziente all’obesità e prosegue con la rilevazione di tutte le misurazioni (peso, altezza, pressione, glicemia, ecc…). «E infine facciamo fare il test dei sapori, perché molti pazienti acquisiscono peso perché non sentono bene il gusto dei cibi e tendono quindi a consumarne di più aggiungendo sale e zucchero», continua Annamaria Colao.

Il percorso è rivolto a giovani e adulti, in altre parole soggetti che determinano personalmente le scelte in tema di cibo. Per i bambini, invece, il pediatra rimane la figura di riferimento. «Il problema dell’obesità infantile dipende essenzialmente dalle famiglie: il bambino diventa obeso perché vive in un ambiente obesogeno, cioè vive in una famiglia che non è in grado di comprendere alcuni principi alimentari e di esercizio per cui il bambino si alimenta male, non fa esercizio fisico a sufficienza e accumula peso» chiarisce Colao. Tutto ruota intorno allo stile di vita: nutrizione corretta e esercizio fisico? «Non solo perché oggi possiamo utilizzare anche molti farmaci. Diciamo che lo stile di vita sano è il primo gradino, è la base per tutti i pazienti che hanno problemi di peso. A seconda della gravità dell’obesità, dei parametri ormonali, possiamo utilizzare alcuni farmaci», sottolinea la dottoressa. Un farmaco in particolare agisce sul senso della fame, altri agiscono sul meccanismo ormonale gastro-intestinale, che modula la secrezione dell’insulina, in modo da favorire una riduzione di accumulo e un aumento della spesa, regolando la glicemia. È il caso di pazienti obesi che mangiano poco ma fanno fatica a eliminare l’energia, a spenderla.

Lo stile di vita è il primo passo, il secondo è l’uso dei farmaci e il terzo? «Nei pazienti che hanno un peso accumulato in tanti anni inseriamo nel percorso la chirurgia bariatrica. Gli interventi sono di diverso tipo. Il più comune comporta la rimozione di parte dello stomaco e in questo modo riduce sostanzialmente le cellule che producono l’ormone che stimola il senso di fame, la grelina, e riduce il volume dello stomaco inducendo sazietà più facilmente. Un altro tipo di intervento produce l’esclusione di un pezzetto di intestino: in questo modo il paziente ha lo stesso segnale del farmaco che regola la glicemia. Ovviamente l’intervento non risolve il problema per tutta la vita e i pazienti che si sottopongono all’intervento continueranno a stare a dieta e faranno sempre esercizio fisico. L’obesità è un problema molto serio, se trascurata diventa una malattia cronica invalidante, con una grossa spesa sanitaria e anche una riduzione degli anni di vita», conclude Annamaria Colao ai vertici della lista degli scienziati italiani nel mondo (Top Italian Scientists), prima dell’endocrinologia italiana e Cattedra Unesco per l’Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile dell’Università Federico II di Napoli.


Brucia grassi in assenza di zuccheri

La dieta chetogenica, conosciuta dagli anni ’30, si basa su un principio chimico. Il nostro corpo in completa assenza di carboidrati, utilizza le riserve di grasso per fare energia.

Se nell’alimentazione prevalgono le proteine animali e verdure, in particolare quelle bianche e verdi che contengono meno zuccheri, l’organismo è costretto a mobilizzare le riserve di grasso. È stato osservato che questa dieta fa abbassare molto rapidamente i parametri infiammatori, molto elevati nei pazienti obesi, perché gli zuccheri tendono a dare ossidazione che porta infiammazione. Quindi un maggior consumo di zuccheri semplici (biscotti, merendine, prodotti da forno), aumenta il livello di infiammazione. Se queste cose vengono tolte con una dieta di vegetali e proteine, inibisco tutte le riserve di grasso e quindi si dimagrisce soprattutto nella componente adiposa, mantieni la componente muscolare e riduci l’infiammazione.

In passato questa dieta era demonizzata perché si riteneva che fosse una dieta squilibrata, oggi è la dieta prevalente che i medici utilizzano come schema per tutti quelli che vogliono perdere peso rapidamente. Se la paragoniamo ad una classica dieta ipocalorica, che al massimo fa ridurre 500 gr. di peso a settimana, la dieta chetogenica può far ridurre il peso anche 2 kg. a settimana. Il maggior vantaggio è che mentre il calo di peso con la dieta ipocalorica è relativo al muscolo e al grasso, il calo di peso con dieta chetogenica è soprattutto grasso.

Per i soggetti che hanno un eccesso di peso oltre i 20kg. è molto utile cominciare con dieta chetogenica, passando alla dieta ipocalorica dopo un paio di mesi per finalizzare l’obiettivo del peso ideale. La dieta chetogenica, ricca di omega 3, è efficace perché attraverso l’assenza degli zuccheri si abbattono in maniera completa alcuni batteri intestinali responsabili dell’infiammazione. Inoltre, questa dieta permette l’uso di olio di oliva che è un antinfiammatorio naturale.

di Daniela Rocca

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