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Narrare il Sud: “Scendere alla Gaiola” per salire in Paradiso

  03 Luglio 2020

L’area marina della Gaiola: un locus amoenus ricco di bellezza e apprezzato sin dall’antichità

Nascosto tra i vicoli o in bella mostra, protetto sotto chiave o accessibile al pubblico, noto da tempo o ancora da scoprire… è il patrimonio artistico della nostra città, Napoli, un luogo dove passato, presente e futuro sono in perfetta armonia. E poiché lo spazio sulla terraferma è troppo limitato per racchiudere cotanta bellezza ecco che persino dal mare emergono antiche rovine di epoca romana! Stiamo parlando dell’area marina protetta della Gaiola, di un luogo magico, riservato, adatto sia alle famiglie che ai gruppi di ragazzi. Un vero Paradiso per archeologi e subacquei, che racchiude in sé un patrimonio biologico-culturale unico nel suo genere.

La sua storia ha inizio a partire dal primo secolo a.C., quando i grandi esponenti dell’aristocrazia romana rimasero estasiati dinanzi a un tale spettacolo. Così, nel giro di pochi anni quegli scogli deserti videro sorgere abitazioni maestose (come la Villa Imperiale di Pausilypon), un anfiteatro (tra i pochi reperti ancora sulla terra ferma), attracchi per le imbarcazioni e piccole stradine. Purtroppo, dopo secoli di storia, ciò che resta di gran parte degli edifici costruiti allora è stato sommerso dall’acqua a causa del bradisismo. Tuttavia, al contrario di quanto si possa immaginare, è proprio questa caratteristica a conferirgli un fascino misterioso. Chissà quanti altri tesori attendono di essere riportati alla luce mentre riposano sotto qualche metro di sabbia!

Ma non finisce qui, perché ad attrarre i turisti non sono solo le rovine: c’è infatti una leggenda che incuriosisce da anni i napoletani. Si narra che, sin dalla sua costruzione, tutti i proprietari della villa sull’isolotto abbiano subito numerosi lutti familiari. Ad oggi l’edificio non è visitabile e chi sia riuscito comunque ad accedervi per “strade” alternative afferma di aver sentito strani rumori provenienti dall’interno. Che si tratti di storie inventate, di omicidi avvenuti per mano dell’uomo o di eventi paranormali, l’unica cosa certa è che in quella villa sono davvero morte delle persone; ma le cause rimangono tutt’oggi un mistero. Secondo le credenze popolari la colpa va attribuita al mago Virgilio che proprio in quella zona era solito insegnare le sue magie. Si narra che egli abbia scagliato un sortilegio su chiunque avrebbe soggiornato a lungo nella Gaiola. Un incantesimo apparentemente riuscito male e che, a quanto pare, colpì gli stessi roman!

E così, mentre un inestimabile patrimonio giace sul fondale, un altro tesoro si muove tra gli scogli e le rovine visibili. La flora e la fauna ittica del luogo è infatti un’incredibile attrazione per tutti gli appassionati di biologia marina: polpi, crostacei, patelle, pesci e, di tanto in tanto, piccoli gruppi di delfini! Un ecosistema unico nel suo genere e protetto sia dai pescatori che da chi pensa di gettare i rifiuti in acqua. Per potervi accedere, infatti, è necessario fornire un documento, e lo si può fare solo in determinate fasce orarie. Inoltre, chi osa anche solo pensare di gettare in acqua un mozzicone di sigaretta è malvisto da chiunque si trovi nei dintorni, segno di quanto i napoletani si siano ormai affezionati a quel piccolo lido.

Proprio così, perché quelle vecchie scogliere di tufo e rocce vulcaniche non custodiscono solo beni materiali, ma anche i ricordi di chi su quella spiaggia ci è cresciuto, di chi proprio lì ha dato il suo primo bacio, di chi dallo “scoglione” trova la quiete nell’ammirare un tramonto dalla bellezza incommensurabile.

di Andrea Grillo

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