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Lavorare in pigiama non è mai stato così smart

  19 Maggio 2020

Le nuove tecnologie consentiranno davvero di incrementare la produttività dal divano di casa?

Inutile negarlo, lavorare da casa, nel comfort delle mura domestiche, è il sogno di tutti. Niente traffico all’andata o al ritorno dall’ufficio, più tempo da trascorrere con i propri cari, abiti sempre comodi(come pigiama e tuta) e per chi studia c’è anche la possibilità di registrare le lezioni come se fossero le puntate di un serie TV! Insomma, i vantaggi che lo smart working apporta alla vita di tutti i giorni sono incredibili, proprio come il fatto che ce ne siamo accorti specialmente negli ultimi mesi. Ma è davvero così o si tratta di uno specchio per allodole? A quali limitazioni è costretto chi lavora da casa? Ma soprattutto, lo schermo di un computer può davvero sostituire un confronto faccia a faccia?

Innanzitutto chiariamo il significato del termine “smart working”. Si tratta di un diverso approccio al mondo del lavoro che garantisce una maggior flessibilità nell’organizzazione dei tempi, nell’autonomia e nella collaborazione tra datore e impiegato. Il tutto senza che si verifichi alcuna riduzione dello stipendio o alterazione del contratto. A garantire ciò è il notevole risparmio di tempo che altrimenti trascorreremmo per andare da un ufficio all’altro o da un convegno a una riunione. I chilometri che percorreremmo in auto corrispondono infatti a quei pochi centimetri che servono al cursore del mouse per passare da un’icona all’altra. 

Ma cosa si risparmia oltre al tempo? Salta immediatamente all’occhio che il calo nell’utilizzo di automobili, scooter e altri mezzi di locomozione apporta un notevole miglioramento alle condizioni climatiche e ambientali della zona in cui si abita. A ridursi sono anche i costi legati alle sedi aziendali e al loro mantenimento (climatizzazione, illuminazione, pulizia,…), per non parlare poi dell’assenteismo. In questi termini la crescita del fatturato aumenterebbe esponenzialmente, così come la possibilità di conciliare al meglio vita privata e lavorativa.

Eppure, anche qualcosa di così vantaggioso può avere i suoi lati oscuri. Il primo tra tutti è la diffusione di uno stile di vita sedentario, e non c’è bisogno di spiegare quanto esso sia dannoso per la salute. Inoltre la coesione dei gruppi di lavoro all’interno delle aziende nasce proprio dal confronto diretto, dalle chiacchiere scambiate durante la pausa pranzo e perché no, anche dopo una partita di calcetto tra datori e impiegati. Venendo a mancare le principali occasioni di crescita personale e professionale, a lungo andare anche la produttività ne risentirebbe. 

Appare dunque evidente che, proprio come suggerisce il termine (“smart” in inglese vuol dire “intelligente” ed “elegante”), per sfruttare al meglio questo nuovo modo di lavorare occorre essere furbi. Come al solito la soluzione sta nel mezzo, cioè nel saper trovare il giusto equilibrio tra lavoro in loco e da casa per massimizzare quanto più è possibile i vantaggi sia dell’uno che dell’altro.

> di Andrea Grillo

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