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Ci sono ancora margini per salvare la stagione?

  04 Maggio 2020

[N.B. : il seguente Articolo è stato redatto agli inizi del 2020; prima che il Virus diventasse pandemia mondiale e fosse dichiarata emergenza globale]

Uno sguardo alla classifica e il cuore sobbalza, grande risulta essere il divario fra le due squadre, la capolista, la magnifica Juve in testa al campionato, e quella partenopea, la celeste del cuore tristemente relegata nella parte destra della graduatoria, che galleggia a metà classifica.

Di questi tempi ci si interroga sull’incapacità da parte della squadra di Ancelotti prima, e di Gattuso poi di mantenere un rendimento costante, e tante sono le risposte che vengono fuori, tutte comunque insufficienti e mal sopportate per tacitare il tifoso più incallito e sempre più incredulo.

Com’è possibile che il Napoli contro squadre allo stato decisamente superiori (tenuto conto di una definitiva identità di gioco non ancora acquisita, aldilà dei moduli fin qui adottati), come Liverpool, Lipsia (in Champions League), piuttosto che Lazio ed Inter (in Coppa Italia) e Juventus (in campionato), sia capace di sfoderare prestazioni convincenti e vittoriose, e contro avversari decisamente più modesti (almeno sulla carta, e qui gridano vendetta le troppe sconfitte fin qui rimediate, anche tra le mura amiche) ricadere sempre negli stessi errori di concentrazione, con giocatori irriconoscibili, con prestazioni sciatte, incolore, al limite della decenza (si citi – solo perché la più recente, sempre tenuto conto del momento in cui questo contributo è stato scritto – quella al S. Paolo vs il Lecce, conclusasi con una cocente ed inaspettata sconfitta, in un clima che sembrava di rinnovata fiducia ed ottimismo, per la concomitanza di tre vittorie consecutive)?

A questo interrogativo il tignoso Rino Gattuso ancora non è riuscito a dare risposta, e conoscendo la meticolosità del suo lavoro, abbinata ad una passione almeno pari alla sua proverbiale grinta, si può ben immaginare quanto sia grande e dolorosa la frustrazione nel non riuscire (ancora) a dare continuità ad un lavoro comunque più redditizio (in termini di costruzione di un’anima) rispetto a quello del suo mentore “Ancelotti”, al netto del palmares dell’attuale trainer (in grande spolvero, peraltro) dell’Everton, in Premier League.

Certo è che fin qui l’attuale annata è stata davvero incredibile, non solo e non tanto per l’altalenanza di risultati (spesso negativi), quanto – soprattutto – per la concomitanza di fattori che hanno fortemente minato alla serenità di un gruppo, costituito pur sempre da giovani, spesso immaturi e … mal consigliati. Si è così andati dalle dichiarazioni del patron De Laurentis, prima finalizzate ad anticipare ai media la sicura vendita, nella futura sessione estiva del mercato, di un pilastro (peraltro attualmente in forte ed incomprensibile disarmo) come il gigante d’ebano “KK” Khoulibaly, alle non proprio edificanti esternazioni contro il n° 7 (Callejon) ed il 14 (Mertens), insensibili ai richiami dello stesso massimo dirigente a rinnovare i contratti (entrambi in scadenza alla fine dell’attuale stagione), per finire alla rivolta dello “spogliatoio”, con il rifiuto di tutti i giocatori ad accettare un ritiro che, se effettuato, avrebbe potuto (e dovuto) ricompattare la squadra e, probabilmente, avrebbe potuto salvare la panchina del tecnico di Reggiolo, autore anch’egli di molti inspiegabili errori e/o leggerezze.

A questo punto della stagione occorre comprendere com’è possibile eventualmente ed auspicabilmente raddrizzarla, individuando gli accorgimenti per risalire – con continuità – la china, riconsegnando alla squadra un’identità certa e definita andata drasticamente smarrita. Non possono di certo ritenersi sufficienti prestazioni lusinghiere altalenanti, non è possibile essere più vicino alla zona retrocessione, piuttosto che a quella che profuma d’Europa. Occorre assolutamente portare a casa un filotto di risultati positivi e convincenti, frutto di una ritrovata unità d’intenti fra squadra e Società (rivedendo le posizioni in ordine alle discusse multe da infliggere ai calciatori?), occorre che da tutto ciò il feeling con il pubblico (fino a qualche settimana fa boccheggiante ed ora migliorato) riprenda ad essere un fattore determinante per conseguire quei successi (vittoria della Coppa Italia? Raggiungimento di un piazzamento Europa League?) senza i quali il processo di ridimensionamento – più e più volte paventato dagli organi di stampa – potrà rovinosamente materializzarsi, alla faccia di chi si doleva, in questi ultimi anni, del mero raggiungimento della piazza d’onore in campionato, alle spalle della “corazzata” Juventus.

Quindi … animo e coraggio ragazzi: la possibilità d’invertire definitivamente la rotta non è tramontata del tutto. Che si passi, una volta per tutte, dalle parole (ormai sprecate) ai fatti concreti, tornando così a far brillare la stella azzurra, quella che infiamma i nostri cuori e ci fa star bene.

> di Antonio Di Luna

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