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Packaging sostenibile: Una rete di aziende campane per la filiera della carta

  22 Aprile 2020

La consapevolezza di dover affrontare la sfida dello sviluppo sostenibile in maniera integrata e secondo uno scenario di ciclo di vita e di filiera, ha condotto cinque aziende di Nocera Superiore (SA) alla costituzione di una Rete per il Packaging Sostenibile: 100% Campania. Cartesar Spa, Sada Spa, Sabox Srl, Formaperta Srl, Sada Packaging Srl e Greener Srl: sono queste le aziende campane che hanno costituito un’economia circolare nella filiera della carta. Ci racconta questa storia di eccellenza Massimo Lombardi, coordinatore della Rete. La storia inizia nel 2009 quando Sabox, azienda che produce packaging in cartone ondulato riciclato, intraprende un nuovo percorso strategico con l’obiettivo di orientare le attività dell’azienda verso la sostenibilità ambientale e la crescita equilibrata del territorio. Nel corso degli anni questo percorso si è poi evoluto fino a creare importanti sinergie nel territorio con la costituzione della Rete per il Packaging Sostenibile.

 Come nasce 100% Campania ed in quale territorio?

Nasce nel 2013 su iniziativa del Presidente della Rete Aldo Savarese con l’unione di imprese che prima avevano solo rapporti informali. Le aziende che ne fanno parte sono tutte campane (provincia di Salerno) e la sede è a Nocera Superiore.

Quali sono i punti di forza di questa rete?

Le aziende della Rete gestiscono e controllano l’intera filiera della raccolta e trasformazione della carta in Campania: dalla piattaforma di raccolta e cartiera di CartesarSpa, passando da ondulatori e scatolifici di Sada e Sabox, fino al prodotto cartotecnico finito di Formapertasrl e Sada Packaging e alla consulenza per la sostenibilità di Greener.

Cosa prevede il programma di Rete?

L’implementazione di un modello di business sostenibile e non ha obiettivi commerciali. Obbliga le aziende a implementare una strategia di sostenibilità che riduce progressivamente le emissioni, dotando i loro prodotti di dichiarazione ambientale EPD (Environmental Product Declaration).

L’EPD….

Comunica l’impatto dell’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio: dalle materie prime alla trasformazione, dai trasporti allo scenario di fine vita. Questa misurazione accurata permette di definire la priorità degli interventi per ridurre gli impatti.

Dove va a finire la carta dopo che i cittadini la differenziano?

Viene inviata ad una piattaforma di raccolta. Qui la carta (ma anche gli altri materiali raccolti con la differenziata) diventano un bene di commercio, potendo essere venduta in Italia ed all’estero. Oltre alla materia prima, trasferiamo l’intero valore della catena fatta di lavoratori e industrie locali che trasformano il macero in prodotti e packaging. Per le sole aziende della Rete abbiamo: 150mila tonnellate di macero l’anno, 400 dipendenti diretti di cui oltre la metà è costituita da giovani e il 30% da donne. È una catena del valore che resta nel territorio, quindi restituisce la ricchezza generata anche in termini di sostenibilità, legalità e cultura del lavoro.

 Fare impresa in maniera sostenibile. Un’ inversione di mentalità in Campania?

La mia è una storia di management in multinazionali. Ci si rende conto, però, che occorre cambiare il modo di fare impresa: qualità nel prodotto e integrità nel gestire l’azienda. Non inquinare, non sfruttare il territorio e fare prodotti a basso impatto ambientale, economico e sociale. Queste sono oggi le parole chiave per una cultura d’impresa. Operare in Rete non è sempre facile, ognuno rimane padrone a casa sua, ma aver codificato il programma aiuta a focalizzare gli obiettivi comuni e a superare le difficoltà.

Pensare di fare qualcosa di buono per tutti, creando nuove opportunità per il territorio …

Sono fiducioso per il futuro, si vedono importanti segnali di cambiamento. Diventare sostenibili è una grande possibilità per tutti, fa crescere le aziende e le persone, non solo in termini economici. Ho lavorato in giro per l’Europa: sono stato in Spagna, in Francia ed Inghilterra ed è proprio all’estero che ho capito come il sud d’Italia sia un posto meraviglioso dove vivere. Dobbiamo lavorare, però, ancora molto per averne sempre più cura e far crescere i valori positivi che sono nel DNA dei suoi abitanti.

> di Paola Lamberti 

 

 

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