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Come se i fumetti non fossero (anche) libri

  17 Aprile 2020

Narrativa e romanzo grafico, due diversi modi di raccontare storie

Mentre rifletto sul Salone del Libro improvvisamente arriva una folgorazione, nella mia mente prende corpo un pensiero, penso l’imminente Napoli Comicon2020. E così, ecco, che mi metto a riflettere sui due modi diversi di raccontare le storie e le loro convergenze parallele: da una parte il romanzo grafico e dall’altra la narrativa.

Il mondo dei libri e quello dei fumetti viaggiano quasi sempre separati: due fiere, due manifestazioni, insomma due mondi separati. Sono in tanti a tifare e sperare nella loro unione, nonostante i contrasti: nelle grandi librerie è sempre più facile trovare intere sezioni dedicate al graphic novel, la maggior parte degli editori ha aperto il proprio catalogo al romanzo grafico. Certo, la percezione negli ultimi anni è cambiata e sono cambiati anche i suoi contenuti «il fumetto diventa graphic novel, entra negli spazi culturali, nei musei e nelle università – afferma Mario Punzo, presidente e docente della Scuola Italiana di Comix di Napoli. Dai fumetti si traggono serie televisive e film, come per esempio tutta la filmografia Marvel ed altro».

Libri e fumetti non sono due realtà distinte, ma la stessa realtà declinata su canali distributivi diversi. Se un tempo, per un editore letterario, pubblicare fumetti era spesso un’eccezione, oggi suonerebbe insolito il contrario: un editore letterario che oggi non pubblica fumetti o graphic novel è “fuori dal tempo”.

Il fumetto nasce come strumento popolare, per questo non è mai stato considerato negli ambienti accademici, a parte pochi intellettuali. «Questa considerazione è superata, attualmente è accolto in tutti i luoghi di cultura – precisa Punzo – Basti pensare alle nostre collaborazioni con il Museo Archeologico di Napoli, il Teatro Bellini e con l’Istituto Nazionale dei Tumori “Fondazione Pascale” di Napoli».

L’editoria dei fumetti è profondamente cambiata, se avessimo come riferimento gli anni ‘60, il periodo più importante dell’espansione dei fumetti popolari, diremmo che la situazione è grave. «Se non consideriamo le vendite come unico parametro, in realtà, osserviamo che ci sono delle differenze importanti, per esempio un pubblico più colto, e la presenza degli stessi nelle librerie, che non sostituiscono le edicole, ma che supportano bene le nuove forme espressive del fumetto-, spiega Punzo e continua -. Un mercato in continuo cambiamento, penso che l’evoluzione si estenderà in tutte le sue sfumature e che nel bene e nel male si avvicinerà al libro, sia nei costi che nelle modalità di fruizione, avendo un ruolo sempre più partecipe al sistema dell’intrattenimento, legandosi con gli altri media all’evoluzione del moderno merchandising».

> di Elsa Accor

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