Itinerari luoghi e sapori

home > Itinerari luoghi e sapori> Ercolano, il fascino eterno dell’antica città vesuviana

Ercolano, il fascino eterno dell’antica città vesuviana

  13 Febbraio 2020

Il parco archeologico di Ercolano è uno dei siti più affascinanti del patrimonio storico italiano e mondiale. Come sovente accade per le più grandi scoperte, anche quella di Ercolano, avvenne  per caso.

Era l’anno 1709 quando un contadino, tal Ambrogio Nocerino, nell’approfondire un pozzo per irrigare l’orto si imbatté  in quello che poi si scoprì essere il teatro dell’antica Ercolano. Il principe d’Elboeuf, comandante delle truppe austriache a Napoli, fece scavare per nove mesi diversi cunicoli a partire dal pozzo da cui furono estratti marmi e statue. Questo materiale servì ad abbellire la sua splendida villa in riva al mare al Granatello di Portici che ancora oggi si può ammirare. Gli scavi s’interruppero per l’intervento della magistratura fiscale dell’epoca (la Camera della Sommaria). Fu solo però nel 1738 che re Carlo di Borbone autorizzò la prima campagna di scavo in maniera più sistematica. Nasce l’archeologia occidentale. Gli scavi erano difficoltosi, infatti, Ercolano era sepolta da flussi piroclastici derivanti dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’enorme quantità di materiale eruttato coprì la città per un’altezza che arrivava fino a 26 metri. I primi scavi furono fatti tramite cunicoli e non è un caso che questi lavori furono condotti da tecnici e ingegneri militari. Appartiene a questo periodo la scoperta  della famosa Villa dei Papiri con le sue eccezionali sculture e la sua biblioteca di più di 1000 rotoli. Nel 1828 il primo scavo all’aria aperta riguardò la casa d’Argo, fino a quando gli ingegneri borbonici si imbatterono nel pavimento di legno che costituiva il primo piano dell’edificio. I lavori si arrestarono, e proseguirono in maniera più proficua in Pompei dove era più facile scavare. Sarà il grande archeologo Amedeo Maiuri, con gli scavi condotti nel 1927, che ci restituirà Ercolano così come la conosciamo attualmente.

Ercolano era particolarmente apprezzata per la sua posizione centrale e panoramica nel golfo di Napoli rendendo il sito attrattivo anche per l’aristocrazia romana, che scelse di costruire splendide ville marittime proprio sul litorale ercolanese. All’esposizione climatica favorevole si deve aggiungere la vicinanza al grande porto di Puteoli (l’odierna Pozzuoli) e a Pompei. La città aveva un’estensione di 20 ettari (oggi ne sono visitabili 4), con 5 cardini perpendicolari alla linea di costa e contava una popolazione di circa 4000 abitanti. La società ercolanese era caratterizzata comunque da profonde differenze di ceto e ricchezza evidenti anche nella forte diversità di grandezza delle case .

Quasi metà delle stesse ha un’estensione minore di 100mq, un 40% del totale ha una grandezza compre tra i 100mq e 300mq , e solo una minima parte supera i 300mq. Tra quest’ultime si ricordano la casa del Bicentenario, riaperta da poco, la casa dei Cervi e del Rilievo di Telefo.

Ercolano è un sito unico per tanti altri motivi: ha ancora il suo fronte a mare; presenta elementi vegetali carbonizzati (come il legno che veniva utilizzato anche come materiale architettonico) ed inoltre conserva edifici a più piani. L’eruzione del 79 d.C. colpì in maniera diversa le due città vesuviane, da qui l’enorme differenza tra esse. La caduta di ceneri e pomici causarono i crolli degli edifici di Pompei e la conseguente morte di un più ampio numero di abitanti. La storia di Ercolano finì con la caduta del flusso piroclastico che la ricoprì del tutto e dalla conseguente ondata di calore che sorpresero gli ultimi sopravvissuti della città, uccidendoli sul colpo. Negli anni ’80 del novecento, grazie a G. Maggi, i fornici ci hanno restituito 300 scheletri, un piccolo gruppo  degli abitanti di Ercolano che aspettava il proprio turno per salvarsi via mare. Da Miseno, infatti, Plinio il vecchio, comandante della flotta militare romana, fece partire i soccorsi per gli scampati. Il ritrovamento nel 1982 della barca militare è una preziosissima testimonianza di quegli ultimi istanti di vita di Ercolano. La barca ritrovata sull’antica spiaggia davanti alla terme suburbane ha una lunghezza di 9 metri e avrebbe dovuto fare da spola verso luoghi più sicuri.

Oggi con l’istituzione del Parco Archeologico l’attenzione sugli scavi è sempre maggiore grazie a mostre, importanti lavori di restauro e nuove aperture (oltre alla casa del Bicentenario, anche il Teatro è tornato a essere visitabile) affinché sempre più visitatori possano rimanere affascinati da questa città dove il tempo sembra essersi fermato.

Il parco è visitabile :

  • dal 01/04 al 31/10: dalle 8,30 alle 19,30 (ultimo ingresso 18,00)
  • dal 1/11 al 31/3: dalle 8,30 alle 17,00 (ultimo ingresso 15,30)

Ingresso gratuito la prima domenica del mese da ottobre a marzo. Per ulteriori informazioni: ercolano.beniculturali.it

> di Arcangelo Pisano

condividi su: