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RUBRICA A BORDO CAMPO: Che ne sarà di “questo” Napoli?

  04 Febbraio 2020

Mentre l’articolo è in preparazione, e il match di ritorno contro il Liverpool è alle porte, la Società Calcio Napoli, per disposizione del suo patron, sta decidendo ed ultimando la strategia per far fronte all’ammutinamento dei calciatori in maglia azzurra del 5 novembre, al temine del match di Champions contro il Salisburgo, allorquando l’intero gruppo, con la sola eccezione dell’infortunato Malcuit, decise di non accettare l’imposizione presidenziale di recarsi in ritiro, così commettendo una gravissima violazione dei doveri di un qualsivoglia lavoratore dipendente, qual è comunque un calciatore, al netto dei suoi incalcolabili privilegi.

Ad oggi ancora non sono chiari i motivi di tale rivolta, caso unico nella storia del calcio mondiale, anche se gli organi di stampa hanno paventato (prendendo per buoni gli “spifferi” provenienti dallo spogliatoio…) di un violento scontro verbale (che stava tramutandosi in uno fisico) tra Edo De Laurentis, vice presidente, ed il centrocampista brasiliano Allan, circostanza questa sulla quale il padre Aurelio non ha voluto transigere, ritenendo lo sgarro perpetrato dai suoi dipendenti troppo grave ed inopportuno, da qui la volontà di non prestare ascolto alle molteplici manifestazioni provenienti dalla stampa locale, ex calciatori azzurri, per tacere della tifoseria, mai così unita, di ricomporre – da buon padre di famiglia – la controversia, magari limitandosi ad applicare la sanzione minima prevista (prelievo dagli emolumenti), con devoluzione delle somme in favore di qualche benemerita azione umanitaria.

Al netto di quello che realmente verrà deciso ed applicato nei confronti dei calciatori, ciò che desta scalpore, dopo gli avventati proclami di Società e dello stesso Ancelotti, nel corso del ritiro estivo di Dimaro, allorquando si sbandierò ai quattro venti di una squadra che avrebbe conteso il tricolore alla corazzata juventina, giudicando addirittura da 10 e lode un mercato comunque non eccezionale, è la discesa verso posizioni di classifica che non si vedevano dai tempi sciagurati della gestione Donadoni, professionista serio ma inadeguato per una piazza calda ed esigente come quella partenopea.

Ad oggi la compagine azzurra naviga in una posizione tale per la quale la qualificazione Champions per il prossimo anno appare un miraggio, staccata com’è in classifica di sette punti dalla terza e di cinque dalla quarta (ultima posizione utile).

Si discute, e molto, sulle ragioni che hanno generato un tale crollo e se sia opportuno continuare ad insistere sul tecnico di Reggiolo, sì pluridecorato ma che non è fin qui – oggettivamente – riuscito a dare una svolta concreta ed efficace al gioco dei suoi ragazzi, forse ancora imprigionati dal tatticismo esasperato di Maurizio Sarri.

Ancor più si discute sulle scelte che sistematicamente Ancelotti opera allorquando mette in campo una formazione: mai la stessa di settimana in settimana, giocatori non impiegati nei loro ruoli naturali e, peggio, messi male in campo, così da non determinare la possibilità di esprimersi secondo le loro migliori caratteristiche. Da qui prestazioni scialbe da oltre un mese a questa parte, con risultati scoraggianti e con giocatori intristiti, impauriti, insomma… in crisi evidente ed apparentemente irreversibile.

Come se ne esce? Cosa potrà esserne di questa squadra? Il giocattolo… si è definitivamente rotto?

Chi scrive non ha ovviamente la ricetta per uscire da questa situazione, non può e non vuole credere che atleti che hanno fin qui dato – e da anni ormai – l’anima per i colori azzurri (il riferimento a Mertens e Callejon è puramente voluto…), abbiano improvvisamente deciso di ammainar bandiera, semplicemente rincorrendo ingaggi più lauti, anche perché – nello specifico caso del belga e dello spagnolo – una grossa colpa è da addebitarsi oggettivamente al patron DeLa, allorquando, proprio di fronte alle resistenze dei due al rinnovo del contratto, ebbe a pronunciare – in un’occasione pubblica – espressioni non propriamente oxfordiane.

Ci si augura, e qui parla il tifoso più che l’esperto, che la vertenza giudiziaria non debba incidere più del dovuto sulla vicenda sportiva, e che un sano realismo – da entrambe le parti – riconduca alla normalità l’attuale ingarbugliata situazione. Il campionato è lungo, manca ancora tutto il girone di ritorno, le posizioni si possono accorciare e magari… un intervento sul mercato di gennaio (un centrocampista?) potrebbe rimettere in sella la compagine azzurra, oggi ferita e claudicante, consentendo di riacciuffare un piazzamento Champions, così salvando la stagione. Auguriamocelo!

> di Antonio di Luna

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