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Limone: Il principe della Costiera

  15 Novembre 2019

Agli occhi del turista la Costiera Amalfitana si apre con il suo fascino di muretti a secco, giardini e terrazzamenti degradanti fino al mare, piante e arbusti odorosi, tipici della macchia mediterranea, cascate di buganvillee, di vigneti vigorosi e pergolati profumati di limoni che creano uno scenario di rara bellezza, che tutto il mondo ci invidia. Un unicum che nel 1997 l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio dell’Umanità.

Tale bellezza si deve al lavoro capillare degli agricoltori che, attraverso massicce opere di terrazzamenti, chiamati “macerine”, con impalcature di pali di castagno, in un territorio fatto di suoli scosce- si e impervi e poco adatti all’agricoltura, hanno re- alizzato una radicale trasformazione del paesaggio.

Una delle pregiate produzioni della Costiera è quella dello “sfusato” di Amalfi, esclusiva varietà

di frutto della pianta della famiglia delle Rutaceae, che costanza e maestria tecnica degli agricoltori hanno fatta prosperare su un territorio ostile dal punto di vista climatico, un esempio virtuoso di biodiversità, d’interazione sinergica fra natura e intervento dell’uomo.

Già durante la Repubblica Marinara, l’area vantava un elevato numero di agrumeti, tra cui il citro, il limone, che, negli scambi commerciali con il Mediterraneo, veniva richiesto per le sue proprietà salutari e per il suo molteplice impiego in ambito gastronomico.

Pare che il passaggio del termine da citro a limone si debba proprio ai traffici commerciali con gli arabi, che lo chiamavano laymūn, divenuto, poi, in gergo, limunzello.

Proprio grazie all’influenza araba, la Scuola Medica Salernitana iniziò a praticare esperienze scientifiche: nel 1747 James Lind aggiunse del succo di limone alla dieta dei marinai affetti da scorbuto, malattia dovuta a carenza di vitamina C.

Il primo trattato sullo sfusato amalfitano è di Giovan Battista Ferrari, che nel 1646 scrive: “…il limone Amalfitano comune prende il nome della Costa, esattamente della regione marittima di Amalfi.”

Le caratteristiche aromatizzanti di un estratto di limone sono dovute alla frazione dei composti ossigenati contenuti nel flavedo (la parte gialla della scorza ricca di ghiandole oleifere). I risultati di una ricerca indicano che il contenuto in composti ossigenati nei limoni della Costa d’Amalfi è più del doppio che negli altri limoni, con un potere aromatizzante decisamente maggiore…

La buccia, spessa e rugosa, si presta a tanti impieghi gastronomici, tra cui il famoso limoncello, il tipico liquore usato per impregnare golosi babà, torte e la “delizia al limone”, una cupola di crema al latte, panna e pan di Spagna. La tutela del prodotto è garantita dal 2002 dal Consorzio Limone IGP Costa d’Amalfi. A Cetara, presso la chiesa di S. Maria di Costantinopoli, rione Casale, nel 2008 è stata dedicata una statua alla “portatrice di limoni”, tributo al duro lavoro delle donne che trasportavano a dorso pesanti ceste di limoni lungo le balze dei Monti Lattari fino a valle.

> di Carmen Guerriero

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