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Napoli nel cinema

  12 Novembre 2019

È impresa ardua proporre i dieci film più belli su Napoli. Tra gli innumerevoli percorsi e le traiettorie sul tema, suggerirò quelli che più in fretta sono risaliti a galla dalla mia memoria.

NAPOLI COME DONNA

Tra le attrici simbolo della città, più che l’incantevole Sophia Loren (Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica), la volitiva Lina Sastri (Mi manda Picone di Nanni Loy …) o la passionale Serena Rossi (Song’e Napule e Ammore e malavita dei Manetti Bros…) scelgo la fiorentina Francesca Bertini, interprete e regista, assieme a Gustavo Serena, di Assunta Spina (1915) dal dramma di Salvatore Di Giacomo. Un omaggio, il mio, a quel periodo d’oro del cinema muto dove campeggiava la figura di Elvira Notari, la prima donna regista italiana, salernitana di nascita, ma partenopea d’adozione, autrice di numerosi lungometraggi diretti dal 1906 al 1929.

NAPOLI COME CIBO

Se scorriamo i titoli di molti film girati in città, alcuni fanno un esplicito riferimento al cibo (Maccheroni di Scola, Vaniglia o cioccolato di Ciro Ippolito), registi e sceneggiatori non potevano inserire all’interno della trama una scena dove compare una pizza fritta, impastata dalla disattenta pizzaiola Sophia Loren ne L’oro di Napoli di De Sica o la più classica delle margherita in Mangia prega ama di Ryan Murphy, divorata con gusto da una sorridente Julia Roberts. Il film simbolo sul tema per me resta però Miseria e nobiltà, diretto nel 1954 da Mario Mattoli, tratto dall’omonima commedia teatrale di Scarpetta, interpretato da Totò, dalla prosperosa Sophia Loren e da bravi caratteristi dell’epoca: Dolores Palumbo, Enzo Turco, Aldo Giuffrè e Carlo Croccolo.

NAPOLI COME MUSICA

Senza tralasciare i numerosi film nei quali compaiono i brani che hanno reso immortale la canzone napoletana nel mondo, da Carosello napoletano di Ettore Giannini a Passione di John Turturro, come non ricordare la stagione dei “musicarelli”, film in voga negli anni Sessanta, dalla trama leggera come una piuma che ruotavano intorno alla hit del cantante famoso, girati in gran numero a Napoli quegli anni? Tra i tanti, il più carino resta In ginocchio da te di  Ettore Maria Fizzarrotti (1964) con Gianni Morandi, Laura Efrikian e Nino Taranto.

NAPOLI COME CAMORRA

Messi da parte I guappi, i poliziotteschi (Napoli spara! di Mario Caiano, Napoli si ribella di Michele Massimo Tarantini….), Il camorrista, film d’esordio di Giuseppe Tornatore sulla figura di Raffaele Cutolo e Gomorra di Matteo Garrone con i suoi epigoni, fino al recente La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi, il più poetico e visionario film sulla malavita napoletana è Luna rossa di Antonio Capuano (2001), la cui vicenda è ispirata alla tragedia greca l’Orestiade di Eschilo ed interpretata da un gigantesco Toni Servillo e da un’ipnotica Lucia Maglietta.

NAPOLI COME SUPERSTIZIONE

Abbiamo ancora negli occhi l’indimenticabile episodio de La patente, tratto dal film Questa è la vita, ispirato alle novelle di Pirandello, nel quale il povero Totò, è tacciato ingiustamente di essere un menagramo. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con un taglio decisamente ironico e divertente, è il misconosciuto film Matilda di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1990) con Silvio Orlando, Gianni Agus e Milena Vukotic.

> di Ignazio Senatore 

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