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NON SOLO SOLDI: Turismo in Italia, potenziale di sviluppo

  11 Novembre 2019
Non solo Soldi: la rubrica di Massimo lo Cicero.

La Banca d’Italia, nel 2019, ha trovato la capacità di trovare la crescita degli anni Ottanta e la realizzazione del 2019 nel turismo. L’Italia, con una antica vocazione turistica, quando il turismo era limitato a poche destinazioni internazionali, era seconda solo agli Stati Uniti. Oggi vanta un patrimonio artistico, risorse naturali, 54 dei 1.092 siti Unesco: il primo paese per luoghi riconosciuti come patrimoni dell’umanità.

All’economia del turismo sono riconducibili il 5 per cento del PIL, ed il 6 per cento degli occupati del Paese. Un peso economico comparabile con la Spagna, superiore alla Francia e alla Germania: l’incidenza del turismo è maggiore in Portogallo e in Grecia. L’aumento della domanda si è accompagnato a nuove destinazioni, che hanno attratto un crescente numero di turisti.

Viaggiatori e spesa turistica possono realizzare una ulteriore forte crescita nei prossimi due decenni. Lo sviluppo del mondo globale la quota di mercato dell’Italia – al pari delle altre destinazioni turistiche mature – si è contratta: dal 7 per cento della spesa turistica mondiale della prima metà degli anni Novanta è scesa sino al 3,4 per cento nel 2017. Il calo è stato più intenso per il nostro Paese che per i principali concorrenti europei. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del ventunesimo secolo la spesa in Italia dei turisti stranieri è cresciuta meno non solo della spesa globale dei turisti internazionali, ma anche della domanda possibile che si può esprimere nei paesi tradizionali. La spesa degli stranieri in Italia è tornata ad aumentare a ritmi sostenuti (4,3 per cento all’anno in media, a fronte dello 0,8 nel decennio precedente), riducendo il divario di crescita rispetto alla domanda potenziale dei servizi turistici. Il saldo relativo ai viaggi della bilancia dei pagamenti è tornato a crescere.

Si può valutare il rinnovato interesse dei turisti stranieri per le vacanze. Nel periodo 2010-17, la spesa dei viaggiatori internazionali per vacanze culturali è cresciuta oltre il 9 per cento l’anno. In senso opposto è la dinamica calante delle entrate turistiche per viaggi d’affari, ad alto valore, e la quota sul totale è scesa dal 22 al 14 per cento. Quote crescenti hanno registrato gli USA, il Canada, l’Australia, il Giappone e la Cina.

La spesa giornaliera dei turisti extraeuropei è superiore alla media e crescente nel tempo, riflettendo anche una composizione fortemente sbilanciata in favore delle città d’arte, caratterizzate da una spesa superiore alle altre tipologie di vacanza.

Tra i paesi di provenienza europei si segnala la Francia, la Gran Bretagna e soprattutto la Germania, che ha consolidato una sua preminenza come paese di origine di turisti stranieri in Italia. I flussi turistici della zona euro sono stati favoriti dall’utilizzo della moneta comune europea. In questo contesto la Banca d’Italia ha creato una dimensione del turismo in Italia. Ma anche una valutazione del processo turistico e dei prossimi potenziali di sviluppo in futuro: sia nella parabola che abbiamo descritto dagli anni Ottanta ad oggi, e dei processi futuri in un mondo in cui la trasformazione del turismo sarà certamente diversa da quella che abbiamo visto nel tempo.

La Banca d’Italia mostra come, negli anni recenti, il sistema turistico nazionale abbia conseguito buoni risultati di crescita, sostenuti da una domanda internazionale di servizi turistici in rapida espansione e da un vantaggio competitivo, che protegge e valorizza un patrimonio artistico e culturale che ha pochi eguali al resto del mondo. Infine sta crescendo una ricomposizione dell’offerta alberghiera verso strutture di maggiore qualità: un ampliamento dell’offerta extra-alberghiera, sostenuto dalla diffusione della sharing economy e dei canali di intermediazione online, procede in due diverse direzioni parallele.

Mancano potenzialità turistiche ancora inespresse, soprattutto nel Mezzogiorno, che appare ancora sottodimensionato e in un numero ristretto di località. Per dotare il settore turistico italiano di una visione unitaria di sviluppo, e fornire a tutti gli attori pubblici e privati uno strumento di orientamento per la propria azione, sono stati elaborati piani strategici di riferimento: per la politica turistica nazionale, analoga ad altri paesi europei leader del settore.

Lo scopo del Piano è rilanciare l’attrattività turistica, con quattro obiettivi: la diversificazione dell’offerta turistica; l’aumento della competitività del sistema; uno sviluppo di marketing efficace e innovativo; la realizzazione di una governance efficiente e partecipata.

> di Massimo Lo Cicero

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