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RUBRICA NON SOLO CANZONETTE: Musica nutriente

  06 Novembre 2019

Ogni tanto rispunta la polemica: ma con la cultura si mangia?

Mi sono posto lo stesso interrogativo con la musica…

Apparecchiamo

Apparecchiamo la carriera musicale di un giovane spiegandogli che tutti cercheranno di usarlo senza retribuirlo. Che verrà spremuto in tutte le salse. Che le migliaia di ore passate allo studio di uno strumento NON corrisponderanno, nel nostro paese, non dico a una fulgida carriera, ma nemmeno a un tiepido sostentamento alimentare. Ok, i migliori potranno andare all’estero. E gli altri?

Bevande

Quando siedi a tavola, la prima cosa è che ti portino da bere. Ecco, per mettere a sistema la musica, occorrerebbe prima occuparsi della necessità primaria: l’acqua. Senz’acqua, anche il musicista muore.

Carne o Pesce

Metaforicamente sta per “offrite una varietà di genere”: non solo classica da repertorio; non solo jazz vidimato; non solo pop televisivo; non solo folk annacquato o di costume, come fanno le rubrichette televisive locali. A tavola esigiamo di scegliere, pur nel rispetto dei singoli alimenti. E vorremmo farlo pure con la musica, ma se non ne parlate, io come posso scegliere?

Dolci (e gabbati)

Apparentemente dolce è il bilancio ufficiale, come un bigné. Ma a ben vedere, cela crisi, assenze e invenduti; posti vuoti che colma con omaggi e ingressi liberi. Nessuno più sceglie spettacoli a pagamento; tanto, basta che “facimm’ ammuina”.

Emulsionanti

Dicesi di sostanza che ‘lega’: additivi usati per conservare i cibi. Ebbene, dovremmo fare iniezioni emulsionanti alla musica, cioè Mescolare, perché mescolando si crea il nuovo che può riempire la sala vuota; e magari, poi, consentire il pagamento di maestranze e musicisti.

Fuoco (lento)

Non cucinare col fornetto o il microonde: meglio cuocere a fuoco lento, e pensare attentamente, non organizzare tutto in un mese, non improvvisarsi, insomma evitare le minestre riscaldate che affollano la proposta musicale.

Glutine

La presenza del glutine nuoce a molti; ad altri no. Diversificare è quindi una reale necessità, a tavola come nei teatri. Se ciò non avviene, molti non vanno più al ristorante e, simmetricamente, ascoltano musiche diverse solo in rete (se hanno, almeno, la percezione della loro esistenza: a questo dovrebbe servire un servizio pubblico o le stagioni finanziate). Se no, poi, non meravigliamoci della crisi del settore.

Hotel

La cucina degli alberghi è spesso… “un po’ così”. E pure le residenze degli artisti. Se sei Keith Jarrett ti becchi la suite e l’autista, ma se sei un grande artista, che arriva da Roma, la tua camera sarà quanto mai ‘spartana’. E, credetemi, è un eufemismo.

Internazionale (cucina)

La cucina internazionale, sonoramente scialba, diventa pari all’importazione delle cosiddette ‘star’. Una nullità estera vale più di un talento nostrano. Ma per voi va bene così: “fa rete”, e tutto ciò che fa rete viene contrabbandato come operazione di qualità. Occorrerebbe invece mescolare i talenti locali facendoli collaborare sui palchi con quelli extramoenia, e ciò non accade.

Location

Il luogo di un concerto viene scambiato, in misura proporzionale al suo prestigio, con il giusto compenso. “Vieni a suonare, la location è spendibile nel curriculum”. Purtroppo, lo è solo nel curriculum, perché di ‘spendibile’ la musica non offre più nulla.

Menu

Nella composizione del menu risiede il vero segreto per il corretto funzionamento del sistema musica. Anche nei migliori ristoranti, però, i menu sono spesso vecchi, sporchi, unti. E così avviene anche se vuoi fruire suoni.

Nota della spesa

È come la “nota della lavandaia”. Tutti pretendono ricevute per ogni spesa. Ma come ti annoto il mio collegamento ad Internet, l’energia elettrica, l’usura dell’auto, le tasse relative e la benzina in quota parte? Impossibile. Anche qui, propongono iniqui rimborsi, di fronte ai quali i lavoratori delle altre categorie vi riderebbero in faccia.

Origine controllata

Ogni componente alimentare dovrebbe essere accuratamente controllato, e la sua origine dovrebbe essere dichiarata nel menu. Invece, qui accade l’inverso: molti vengono catapultati per segrete vie nelle stagioni ufficiali. Solo pochi ne conoscono le ragioni e la vera provenienza…

Posate

Non dico che vorrei una tovaglia di seta con posate d’argento. Ma, almeno, risparmiateci la ruggine.

Quaresima

Ogni tanto fa bene digiunare. E farebbe bene ripensare, rimodulare, rifondare la filiera di un’offerta musicale sempre più ripetitiva e triste.

Rosticceria

Per carità, c’è pure la rosticceria eccellente. Eppure, come dire, prevale in musica la componente ‘untuosa’. Se penso a certi personaggi di sistema, è sicuramente un elemento caratterizzante.

Sfizioserie

Se a un tavolo ti propongono delle sfizioserie, è il momento in cui devi fare attenzione. Con le sfizioserie ti ‘caricano’ il conto. Lo stesso avviene nell’offerta di pubblici concerti: la sfizioseria prelude alla fregatura.

Tortini
I tortini sono di moda. Poco contenuto, apparentemente chic, molto costosi per l’utenza e poco per chi produce. Ecco: molti concerti sono come tortini, fanno moda ma non sostanza, perché non cambiano i territori, non inducono consapevolezze, restano al livello frivolo della trovata snob.

Urticante

Ben venga un po’ d’ortica o di peperoncino: una novità spiazzante, un giovane che entri nel panorama con parole non già ascoltate. Un pizzico, un sentore, un sapore capace di risvegliarci un po’: perché no?

Vegano

Apparentemente, il vegano potrebbe sembrare un fondamentalista. Invece spesso è solo un tizio che ha una banale intolleranza, e che sceglie quel cibo solo per evitare il latte. Così, molti hanno sviluppato un’intolleranza verso spettacoli i cui ingredienti sono già noti, e che ormai gli creano forti dolori di stomaco.

Zo***la

È il musicista che si vende al politico. Ne trae: Passaggi in TV, Presenza nei Teatri, Onnipresenza ai Festival estivi. C’è di vero, però, che questo è un fenotipo trasversale, presente ovunque.

> di Girolamo De Simone

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