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Campania, la forza delle “quattro A”

  16 Ottobre 2019

I punti di forza del sistema regionale.

Turismo e cultura scommettono sul porto.

Nel ricevere l’invito alla presentazione del rapporto “L’economia della Campania” che la Banca d’Italia pubblica e presenta ogni anno, mi sono piacevolmente sorpresa di trovare tra i nomi dei partecipanti alla discussione quello di Sylvain Bellenger. Questo è il segnale che per la nostra regione la valorizzazione dei beni artistico-culturali procede su un percorso virtuoso che si connette all’espansione, ancora non sufficientemente governata, del settore del turismo.

L’intervento di Bellenger però è andato anche al di là di questo, perché il direttore del Museo di Capodimonte ha parlato all’auditorio di una vocazione, della quale lui si dice convinto, che è quella di Napoli come città portuale. A questo proposito ha citato il programma, frutto di una collaborazione fra The Edith O’Donnell Institute of Art History di Dallas e il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, che ha dato luogo alla nascita del Center for the Art and Architectural History of Port Cities / Centro per la Storia dell’Arte e dell’Architettura delle Città Portuali “La Capraia”, uno degli edifici settecenteschi del Real Bosco di Capodimonte. Il Centro è dedicato allo studio dell’arte e dell’architettura napoletana e all’incubazione e diffusione di un nuovo approccio di ricerca, che metta in risalto la storia culturale delle città portuali e la mobilità di opere d’arte, artisti e tecniche.

Del resto il Porto di Napoli è stato citato come un punto di forza per la nostra economia anche dagli altri relatori, fra cui Francesco Guido, presidente della Commissione regionale ABI. Porti e ZES (Zone Economiche Speciali) devono diventare una “macchina di accoglienza” per attrarre investitori esteri che desiderano costituire o ampliare basi logistiche o produttive al centro del bacino del Mediterraneo, in territori che bene ciano di strutture portuali attrezzate, collegamenti alle reti europee, fiscalità agevolata, iter semplificati con la Pubblica amministrazione e incentivi per l’adozione dell’economia circolare.

Tra gli altri punti di forza sono state messe in evidenza le nostre imprese eccellenti: “quelle della Campania e del Sud non hanno nulla di meno di quelle del Nord”, ha affermato Guido che, riferendosi ai settori manifatturieri, ha ricordato che dobbiamo puntare sul rafforzamento delle “4 A”, sui comparti che alimentano le nostre esportazioni.

Per alcuni di questi settori, e segnatamente per quello alimentare, riveste un’importanza non trascurabile la modalità di recesso del Regno Unito dalla UE. Le merci prodotte in Campania, infatti, ve- dono un forte rilievo del Regno Unito come mercato di sbocco, strutturalmente maggiore rispetto alla media nazionale. In caso di mancato accordo i beni esportati dalla regione potrebbero perdere i vantaggi previsti dalle barriere commerciali previste dalla UE sulle importazioni da paesi terzi.


A come Alimentare
In questo comparto le esportazioni continuano a crescere e recupera, dopo il 2017, il settore delle conserve che registra una vendita all’estero pari a 1.338 milioni di euro, più del 10% del valore totale delle esportazioni.


A come Aerospazio

Il comparto nel 2018 ha di nuovo incrementato le esportazioni (+9,5%), una delle due eccezioni (insieme agli apparecchi elettrici) non coinvolte dal generale processo di decelerazione delle esportazioni che ha riguardato altri comparti di specializzazione, ciò è dovuto all’espansione delle commesse provenienti dai principali paesi partner (Stati Uniti e Francia).


A come Abbigliamento

Sebbene con segno negativo dovuto al subcomparto delle calzature, il tasso di crescita di lungo periodo delle esportazioni si mantiene su livelli positivi; la specializzazione campana nel settore Moda è rilevante, sul settore manifatturiero, sia rispetto al dato nazionale, sia rispetto al resto del Sud.


A come Automotive

L’incremento delle esportazioni, pur non raggiungendo le cifre eccezionali del 2017, si mantiene su livelli di tutto rispetto (+10%).


 

>  di Francesca De Felice

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