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Endrigo, mio padre

  24 Luglio 2019

È stato uno dei più grandi cantautori italiani, che ha segnato, con le sue canzoni, mezzosecolo di storia musicale italiana. Vincitore di Sanremo nel 1968 con “Canzone per te”, è arrivato secondo l’anno successivo con “Lontano dagli occhi” e terzo nel 1970 con “L’arca di Noè”.

Sergio Endrigo è l’autore de “Nelle mie notti”, il brano sul quale si basa il tema musicale del film “Il postino”, che ha ricevuto il Premio Oscar 1996. Il Procida Film Festival ha quest’anno dato alla figlia Claudia un riconoscimento alla memoria di Endrigo. “Per scrivere la sua biografia, l’unica, – dice Claudia Endrigo – mi sono resa conto di quanto ci somigliassimo. Spesso rileggendo vecchi articoli, avevo la sensazione di averle dette io le sue parole. Certo lui era timido e introverso, mentre io sono esattamente il contrario ma il suo imprinting su di me è stato molto più impattante rispetto a mia madre. Mi ha trasmesso l’amore viscerale per il mare, un’innata curiosità affamata di nuove conoscenze, l’amore per la cucina. Era un uomo mite, dolce, generoso che credeva nel prossimo, un idealista, un padre che c’è sempre stato, molto affettuoso quando ero piccola, meno quando sono cresciuta, non c’erano carezze o abbracci tra di noi, ma lui c’era sempre”.

Sergio Endrigo ha portato la bossa nova in Italia alla fine degli anni ‘60, musica allora completamente sconosciuta. Ha collaborato con poeti come Vinicius De Moraes, Pasolini e Ungaretti, ha musicato i poeti americani della beat generation. “È sempre stato coerente con le sue idee e la sua musica, pagando a caro prezzo questa scelta che io condivido al 100 per 100 – continua Claudia Endrigo –. La sua ultima struggente canzone, ‘Altre Emozioni’, è del 2003 e dimostra quanto avesse ancora da dare. Mio padre è ancora amatissimo dal suo pubblico e sono convinta che la sua grandezza uscirà magari tra cent’anni, come è accaduto a molti grandissimi artisti. Io non ci sarò più ma la sua musica continuerà a viaggiare per molto, molto tempo”.

Entusiasmo, energia creativa e voglia di rimettersi in gioco non sono mai venute meno, anche negli ultimi anni di attività: una dei suoi ultimi lavori s’intitola “Le ragazze di Napoli”, scritto con Gerry Mottola e Vincenzo Incenzo.  A  Napoli,  che  amava molto, è nata anche una tra le sue canzoni più struggenti, “Te lo leggo negli occhi”, scritta in una notte in albergo. “Napoli e il Brasile sono i punti che ci unirono subito – racconta il cantautore Ciro Sciallo, che nel suo repertorio ha inserito anche una struggente ‘Io che amo solo te.

Il primo incontro, complice la troupe di Caetano Veloso e Gilberto Gil che si trovavano a Roma, si trasformò in un’improvvisata session nel soggiorno di casa sua, con melodie napoletane, brasiliane e brani di Sergio, che si appassionò al mio modo di fare musica, fondendo melodie napoletane, jazz, bossa nova e milonga argentina. Una persona speciale e di grande sensibilità, ma assolutamente non triste”.

Sull’esempio di Endrigo, Ciro Sciallo è anche impegnato sul fronte ambientalista: per la sua battaglia per la tutela del Litorale Domizio gli è stato conferito a Veroli, nel settembre 2018, il prestigioso Premio Sentinella del Creato.  

> di Raffaele Rinaldi

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