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CAMPI FLEGREI, IL MITO SVELATO

  23 Gennaio 2019

Torna il Ninfeo al Castello di Baia: gli obiettivi del direttore Paolo Giulierini

 

È ritornata a casa la statua di Zeus in Trono, accolto dalla mostra organizzata per l’occasione “Il Visibile, l’Invisibile e il Mare”, presso il Castello Aragonese di Baia. Esposta nella sala Polveriera, al museo archeologico dei Campi Flegrei, è accompagnata da altre undici sculture inedite che raccontano la Terra del Mito, racchiusa tra mare e terra e caratterizzata da vulcani e fenomeni geologici che ne hanno delineato nel tempo tratti unici, esaltando e conservando lo splendore di un patrimonio immenso.

“Zeus in Trono” è stato esposto per 25 anni nelle sale del Getty Museum di Los Angeles, dopo essere finito in un giro di ricettatori. Grazie alle indagini condotte dalle autorità italiane e le informazioni fornite al museo californiano è stato possibile ottenere la restituzione dell’opera. Operazioni congiunte della Procura di Napoli e della Guardia di Finanza, hanno permesso il ritorno a luglio dello scorso anno in Italia. Ospitata al Mann – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ha fatto ritorno in quella che dovrebbe essere la sua reale area di provenienza.
La mostra è stata l’occasione per raccontare la nuova immagine del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, e presentare le attività in corso e gli obiettivi dell’immediato futuro. “Da quando il parco è Parco” è il titolo scelto per raccontare nove mesi di crescita del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, diretto da Paolo Giulierini.

“Questa è la terra che rappresenta l’eccellenza dell’archeologia campana – spiega il direttore Giulierini –. I Campi Flegrei sono magici, lo riscontriamo nel Mito e nella realtà, in tutto ciò
che abbiamo ereditato, dalla natura alla storia. Questo Parco è l’insieme di territori che offrono il mix culturale perfetto da esportare, da conoscere e da cui farsi trasportare”. A giugno 2019 sarà pronta la Grotta di Cocceio. A fine maggio riapriranno al Castello le sale del Ninfeo e il Museo avrà un orario di visita pomeridiano, con un nuovo impianto di illuminazione, rendendolo centro della vita culturale del Parco e in dialogo con la comunità.

“Abbiamo tutti, Comuni, associazioni, enti autonomi – aggiunge Giulierini – un motivo in più per continuare a lavorare energicamente: i Campi Flegrei riprendono la corsa per ottenere il riconoscimento del Patrimonio mondiale Unesco. Un’occasione che tutti vogliamo sicuramente coltivare per il futuro di questa terra”.

La mostra allestita nella sala Polveriera ospita, tra le diverse sculture, l’unico capitello proveniente dal pronao del Sacello degli Augustali (II secolo d.C), – finito in un giro di ricettatori, recuperato da un’attenta azione di tutela del 2014 ad opera dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. L’esposizione è accompagnata da un percorso multimediale che narra la particolarità del bradisismo, fenomeno geologico che ha conservato il patrimonio archeologico dei Campi Flegrei tra terra e mare.

 

> di Maria Pia de Angelis

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