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ARTIGIANATO, SPAZIO AI GIOVANI

  16 Gennaio 2019

Per le associazioni di categoria sempre più necessaria l’alleanza tra le botteghe e il web.


CONFIMPRESE ITALIA

Il rilancio dell’economia napoletana e campana passa per la sinergia tra artigiani, commercio e rete. “Solo con la valorizzazione delle eccellenze no food (pelle, moda, accessori, arte orafa, ceramiche, etc.) – sottolinea Vincenzo Perrotta, Presidente di Confimprese Napoli – può attivarsi un ciclo produttivo, a patto che si utilizzino come valore aggiunto le vetrine dei negozi. Organizzare corner con specifici prodotti fa uscire dal cono d’ombra dei fasonisti la maestria di veri e propri artisti dell’artigianato”.

Le vetrine devono essere anche virtuali, per valicare i confini e promuovere la qualità e l’unicità dell’artigianato anche all’estero. In tal senso è strategico intercettare i flussi turistici che stanno scegliendo Napoli come meta. “La Regione – conclude Perrotta – deve avviare una progettualità in questa direzione, promuovendo una rete per rendere percepibile la nostra laboriosità e la nostra maestria”.


CONFARTIGIANATO

La globalizzazione ha riscritto i confini territoriali dei Paesi e con essi della competitività. Il web è il più grande acceleratore di sviluppo dai tempi dell’invenzione del treno a vapore. In questo scenario il fattore “conoscenze” diviene il più importante elemento competitivo delle piccole realtà che rischiano di essere sopraffatte da un sistema, di mercato ed anche legislativo, che premia gli imprenditori in possesso di ingenti forze finanziarie. Per Enrico Inferrera, Presidente di Confartigianato Napoli, si tratta di una nuova frontiera per le società artigiane intese come realtà in cui le conoscenze e competenze sono prevalenti rispetto ad ogni altro fattore produttivo. “Noi le chiamiamo imprese a valore artigiano – dice Inferrera -: sono la maggioranza delle imprese italiane e caratterizzano l’unicità del nostro “saper fare”, apprezzato in tutto il mondo. Questa prevalenza consente a queste piccole realtà di difendersi con buon risultato su altre forme di capacità competitiva grazie a peculiarità tipicamente artigiane: è infatti innegabile che la conoscenza non può essere copiata e dunque riprodotta”. “Ritengo essenziale – conclude il Presidente di Confartigianato Napoli – tutelare le conoscenze per far si che il fattore umano resti prevalente rispetto alle macchine ed alle intelligenze artificiali. Tutelare la competenza equivale ad investire sul futuro delle nuove generazioni”.


CLAAI

Le imprese artigiane in Campania sono circa 80 mila con 250 mila addetti e a Napoli più di 30 mila con circa 100 mila addetti. Le realtà produttive di eccellenza, nei settori dell’oreficeria, del corallo, della sartoria, della ceramica, dell’intarsio ligneo e dell’arte presepiale, si sono affermate per gli altissimi livelli di qualità di prodotto e di processo, e soddisfano, in Italia e all’estero, nicchie di mercato particolarmente attente al valore estetico ed artistico del prodotto. “L’artigianato – spiega Achille Capone, Segretario Generale CLAAI Napoli – può offrire ai giovani possibilità di realizzazione personale e professionale, utilizzando anche misure che incentivano la creazione di nuove imprese come “Resto al Sud”, riscoprendo la cultura della “bottega d’arte”, che con le sue sperimentazioni e innovazioni è alla base del successo del Made in Italy”.

In Campania vi è sempre stata una grandissima varietà di forme artigianali tradizionali e di botteghe d’arte testimoniata da veri e propri distretti, “alle quali – prosegue Capone – si possono affiancare moderne attività che utilizzano avanzate tecnologie e prodotti evoluti. Formare una nuova generazione di imprenditori artigiani, che riescono a legare tradizione ed innovazione, è vitale per far evolvere l’eccellenza del Made in Italy”.

Per il Segretario Generale della CLAAI Napoli, una politica della Regione che incentivi l’artigianato utilizzando meglio i fondi europei può dare una spinta essenziale alla costruzione di un progetto complessivo di sviluppo e valorizzazione. “Le azioni da porre in essere – conclude Achille Capone – vanno dagli incentivi per sperimentare nuovi sistemi di ideazione e di creazione di manufatti o prodotti, ai nuovi modelli di organizzazione del lavoro e nuove soluzioni tecniche e/o tecnologiche; la promozione dell’aggiornamento professionale; il consolidamento del legame con le nuove generazioni, per dare continuità e vitalità all’impresa artigiana; lo sviluppo di una rete di cooperazione; la possibilità di indirizzare le imprese a ragionare in un’ottica di sistema”.

> di Alessandro Tasini

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