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Centri Commerciali, i motori della Città

  02 Novembre 2018

Turismo, sicurezza, vivibilità: parlano i responsabili dei Centri Commerciali di Napoli

I centri commerciali naturali, consorzi o aggregazioni di negozi in aree identitarie ben definite della città. Sono i “motori” della vita cittadina. DODICI Magazine ha chiesto ai responsabili di queste realtà associative qual è il ruolo del settore, oggi, per lo sviluppo di Napoli e quali sono i principali problemi da affrontare.

VOMERO-ARENELLA

Il Centro Commerciale Naturale Vomero Arenella, nato nel 1976 su iniziativa di Gino Coppola, è il primo centro commerciale d’Italia. Oggi conta 1.200 associati. “Siamo stati tra i promotori dell’isola pedonale Luca Giordano-Scarlatti – ricorda l’attuale presidente Vincenzo Perrotta -. Oggi, purtroppo, dobbiamo fronteggiare un impoverimento commerciale che sta rendendo il nostro territorio un grande fast food, a detrimento dello shopping di qualità, da sempre nostra caratteristica storica. Questo ha provocato una speculazione sui fitti, insostenibili per i settori no food, cha ha costretto alla chiusura molti esercizi storici.

Per Perrotta, il successo del territorio passa per una proposta commerciale ampia ed articolata che attragga diversi segmenti di consumatori: “le nostre vetrine – prosegue il presidente del Centro Commerciale Naturale – devono essere parte di un portale territoriale che integri il commercio on-line e off-line, in grado di attrarre il turista che, consapevole delle informazioni attinte dal web, trova da noi prodotti e brand locali. In tal senso Vomero e Napoli hanno tanto da offrire in termini di moda, pelletteria, oreficeria, ceramica, ecc…” ceramica ecc…

Quali sono le vostre principali richieste?

Al Comune chiediamo manutenzione e servizi, trasporti funzionanti ed efficienti, ma soprattutto la valorizzazione delle aree vicine ai siti museali di San Martino, Sant’Elmo e Floridiana. Il nostro territorio è ricco di B&B, ma i turisti transitano distratti e non c’è nessuna ricaduta economica locale. La Regione deve aiutarci ad intercettare questi flussi con un progetto che stiamo presentando, che supera la formula del Centro Commerciale naturale con una formula duttile e moderna che parta dalla presentazione dei territori in una logica di rete.

GRANDE GARIBALDI

Il Centro Commerciale naturale nell’area urbana compresa tra piazza Mercato, la stazione  terminale Nolana della Circumvesuviana (oggi EAV) e la stazione centrale Garibaldi delle FS. Nasce nel 1998 su iniziativa di Paola Borriello e raggruppa molte delle aziende storiche presenti sul territorio.

Oggi Grande Garibaldi comprende oltre 1.000 tra piccole e medie imprese del commercio tradizionale, della ristorazione, del turismo e dell’artigianato di lunga e rinomata tradizione quali il settore orafo, tessile e la pelletteria.

“La presenza dei due più importanti snodi ferroviari dell’area metropolitana situati a poca distanza dai luoghi d’imbarco per le isole del Golfo e per la Sicilia – dice Paola Borriello –  rappresenta il punto di forza di questa area a forte vocazione turistico commerciale.  La pluralità dell’offerta gastronomica e la presenza di un vasto giacimento di beni architettonici e culturali di alta valenza storica (le antiche Porte Capuana e Nolana, Castel Capuano, la chiesa del Carmine, Sant’Eligio con la vicina piazza Mercato, ecc…) sono leve su cui poggiare.

Quali sono i principali problemi di quest’area?

Il punto debole è nella sicurezza: le Forze dell’ordine agiscono solo su pronto intervento in casi straordinarie non in modo ordinario e regolare, favorendo il dilagare di attività abusive e illegali e di un degrado ambientale che allontana anziché attrarre gli importanti flussi pedonali che gravitano in quest’area. Una sorta di “luogo di non ritorno”, a cui sopperisce la capacità e la volontà di intraprendere dei nostri associati. Non ultimi, gli operatori del turismo di nuova generazione hanno investito le proprie risorse in tante piccole strutture ricettive, un settore ad alto potenziale di sviluppo che però ancora non decolla come potrebbe.

Quali sono le cause?

L’amministrazione comunale non interviene su manutenzione stradale, illuminazione, raccolta rifiuti, aree mercatali, viabilità e decoro urbano.

Su che cosa puntare per il rilancio dell’area?

Occorre una ‘visione politica’ e una capacità gestionale della cosa pubblica che ancora non riusciamo a vedere. Eppure occasioni di rilancio ce ne sono state – penso alla ristrutturazione di piazza Garibaldi – per creare sinergie tra l’amministrazione ed un gruppo importante come Ferrovie dello Stato, per ridisegnare le aree limitrofe al piazzale. Manca la volontà politica? O mancano le giuste competenze volte a creare di partenariati tra enti? E che dire della Circumvesuviana? Questa area ancora soffre le gravi ripercussioni del dissesto economico dell’ente. Un buco di 600 milioni prodotto da una malsana gestione che ha visto ridurre drasticamente le corse. L’attuale dirigenza EAV grazie all’intervento della Regione è riuscita a risanare il debito ed a sistemare le vertenze sindacali, ma resta il problema delle corse ridotte con tempi di attesa lunghissimi,  delle vecchie carrozze e della sicurezza nelle stazioni.

Che cosa chiedete alle Istituzioni?

Chiediamo l’attenzione dovuta ad un’area importante e strategica per la città e per la regione e la realizzazione concreta di un progetto di rilancio urbano che coinvolga Comune, Regione, FS, Ente Autonomo Volturno e i soggetti privati del territorio. Per esempio, in che tempi è realizzabile l’idea lanciata dal presidente EAV Umberto De Gregorio di un grande hub con la copertura dei binari e una grande isola pedonale che collega la stazione al porto? E perché non realizzare, con la collaborazione dell’Università Federico II e della Fondazione FS, il restauro dell’antica Stazione Bayard, da cui partì la prima ferrovia d’Europa, la Napoli-Portici, e restituirla alla città ed ai turisti?

EPOMEO

Nato nel 2000, il Centro Commerciale naturale Epomeo oggi raccoglie 750 esercizi e si contraddistingue rispetto ad altre zone della città per il suo straordinario dinamismo.

“Abbiamo vissuto le profonde diseconomie degli anni della crisi ed i suoi effetti come lo spopolamento commerciale – sottolinea il presidente Giovanni Adelfi -, ma con i diversi cambiamenti l’asse principale di via Epomeo offre una serie completa di referenze, con ottime referenze e catene in franchising come Camomilla, Oviesse e Yamamay. L’offerta di prodotti è ampia ed i prezzi sono concorrenziali, e questo attira acquirenti anche da altri quartieri di Napoli e dall’area flegrea”

Quali sono i principali problemi dell’area?

Le criticità sono le stesse dei grandi hub commerciali cittadini. Via Epomeo è una strada che soffre di carenza di servizi, Quando i negozi sono chiusi diventa dormitorio: scontiamo le incompiute come la linea 6 della Metro o il vecchio progetto del collegamento tra la Stazione Piave e quella vomerese delle Quattro Giornate, abortito come quello di recupero urbano, approvato nel 2000 ma ad oggi rimasto lettera morta. La Municipalità IX abbraccia Soccavo e Pianura, per un totale di 100mila abitanti, in pratica una piccola città, ma non c’è da parte del pubblico un controllo specifico sul territorio, non attenzionato come altri centri cittadini.

Che cosa chiedete alle Istituzioni?

Di partire con una riqualificazione urbana e di arredo cittadino per dare al consumatore una tranquillità nello shopping e vivibilità per i residenti. C’era un vecchio progetto che prevedeva una serie di attività con aree pedonali e parcheggi a ridosso dell’area commerciale. Anche questo, purtroppo. Rimasto lettera morta.

> di Andrea Grillo

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