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Assise Confindustria, Grassi: Un Sud competitivo

  16 Febbraio 2018

Un piano di cinque anni, la durata di una legislatura, per creare 1,8 milioni di posti di lavoro, una riduzione di più di 20 punti del rapporto tra debito pubblico e Pil, una crescita del prodotto interno lordo reale vicino a 12 punti percentuali e un aumento dell’export consistente superiore alla domanda mondiale. E’ quanto propone Confindustria nel documento finale delle Assise generali che si sono tenute oggi a Verona. L’associazione di Viale dell’Astronomia ritiene che questi obiettivi possano essere raggiunti attraverso l’impiego e il reperimento di 250 miliardi di euro. La precondizione è che non si smontino “riforme fondamentali” e se si attua “un programma di medio termine basato su modernizzazione, semplificazione ed efficienza”.

Dove reperire i fondi per realizzare gli obiettivi prefissati? “Un’’Europa che libera risorse per investire in infrastrutture, formazione, ricerca e innovazione – spiega Confindustria – potrebbe contribuire fino a 93 miliardi di euro. Un settore privato che investe nell’economia reale e si orienta su obiettivi di politica economica potrebbe contribuire fino a 38 miliardi. Azioni di bilancio pubblico potrebbero contribuire fino a 120 miliardi. Spetta a tre attori (Europa, imprese e istituzioni nazionali) agire per far sì che queste risorse vengano raccolte e poi impiegate in modo produttivo per raggiunge le tre missioni Paese”.

Sulle infrastrutture “una variabile strutturale chiave per rilancio del sistema produttivo nel Mezzogiorno”, interviene il vicepresidente dell’Unione degli Industriali di Napoli Vito Grassi. “La penisola italiana – spiega – è attraversata da ben quattro dei corridoi europei multimodali della rete “core” Ten-T. Ma, in quest’ambito, il divario fra le regioni del Centro-Nord e quelle del Sud è rilevante. Una delle priorità che dovrà darsi il prossimo Governo, dunque, sarà quella di affrontare le numerose carenze infrastrutturali, individuando un numero, anche ristretto, di interventi prioritari, che possano garantire le condizioni di operatività delle nostre imprese e sui quali concentrare le scarse risorse a nostra disposizione. Uno degli obiettivi principali deve essere il rafforzamento dell’integrazione modale e dei collegamenti multimodali con i principali nodi urbani, produttivi e logistici”.

In particolare, spiega il vicepresidente degli Industriali di Napoli, “occorre rendere più efficienti e incrementare le interconnessioni tra la rete ferroviaria e i distretti produttivi, i porti, gli interporti, le aree urbane, puntando all’ottimizzazione e alla riduzione dei costi “dell’ultimo miglio”. E ancora: “è necessario potenziare l’offerta ferroviaria e migliorare il servizio in termini di qualità e tempi di percorrenza, favorendo il trasporto merci su ferro, rispetto a quello su gomma, coerentemente con gli obiettivi di mobilità sostenibile”.

“Sulla nostra piattaforma con le priorità per i prossimi cinque anni apriremo un confronto con il nuovo Governo – dice il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia, concludendo le Assise generali -. Non siamo contro nessuno ma tifiamo Italia. Vorremmo che la nostra agenda, la nostra proposta, fosse oggetto di dibattito con i partiti” che si candidano alla guida del Paese”.

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