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FERROVIE, LA MAGIA DI PIETRARSA

  22 Dicembre 2017

Pietrarsa: storia e realtà dell’antica fabbrica vesuviana, oggi Museo Nazionale dei treni

C’è un luogo dove la nostra fantasia, quella che da bambini ci ha fatto immaginare viaggi straordinari giocando con un trenino, e la storia si incontrano in un luogo suggestivo del Golfo di Napoli. Con il Vesuvio sullo sfondo, ma in riva al mare, il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, a Portici, realizzato laddove sorgeva il reale opificio borbonico di Pietrarsa, struttura voluta da Ferdinando II di Borbone nel 1840 come industria siderurgica e dal 1845 come fabbrica di locomotive a vapore. L’inaugurazione della Napoli-Portici, la prima ferrovia italiana, era avvenuta solo pochi anni prima, nel 1839 e nel 1853 lavoravano a Pietrarsa circa 700 operai, rendendolo il più importante nucleo industriale italiano dell’epoca. Non a caso lo zar di Russia, Nicola I, visitandolo, lo prese a modello per il complesso ferroviario di Kronstadt.

Il declino della grande fabbrica ferroviaria coincide con l’Unità d’Italia, e nel 1877 gli addetti erano ridotti a poco meno di 100. Con la nascita delle Ferrovie dello Stato nel 1905 la struttura divenne una delle officine di Grandi Riparazioni, specializzata nel settore delle locomotive a vapore.

Con l’avvento dei nuovi sistemi di trazione elettrica e diesel, inizia un lento declino, culminato con la chiusura dello stabilimento nel 1975 e la decisione di farne un museo, inaugurato il 7 ottobre 1989 in occasione del 150º anniversario delle ferrovie italiane.

Oggi i 7 padiglioni ospitano locomotive a vapore, locomotive elettriche trifase, locomotive a corrente continua, locomotori diesel, elettromotrici, automotrici e carrozze passeggeri. Il primo padiglione è riservato ai mezzi del “passato”, con la ricostruzione storica del primo convoglio della Napoli-Portici. Gli altri padiglioni raccolgono rotabili e carri in scala ridotta, plastici e oggetti di uso comune in ferrovia. Il terzo padiglione ospita macchinari della ex officina, automotrici diesel ed elettriche, carrozze e locomotori elettrici a corrente continua. Interessante è il treno Reale, costruito nel 1929 con una vera e propria “carrozza salone” per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria José del Belgio, e la vettura presidenziale offerta nel 1989 da Francesco Cossiga.

Nel cortile del museo si erge la statua del fondatore, Ferdinando II di Borbone, opera fusa in ghisa nello stesso opificio.

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