PIAZZA DEL PLEBISCITO: UN SOLE NEL CENTRO DI NAPOLI
31 Luglio 2017Storia e presente dell’antico Largo di Palazzo, con il suo emiciclo che lo avvolge coreograficamente.
È difficile non avvertire un senso di spaesamento quando si attraversa Piazza del Plebiscito.
Con i suoi oltre venticinquemila metri quadri è senza dubbio il miglior epilogo possibile di quel asse ideale che nasce nell’emiciclo di Capodimonte e, dopo aver attraversato il monumentale ponte della Sanità, il Museo Archeologico Nazionale, piazza Dante e la lunga via Toledo, si conclude in questa sorprendente agorà ombreggiata nientemeno che dal Palazzo Reale.
Eppure, si può dire, sia una piazza moderna, visto che la sua inaugurazione avviene, solo, nel 1846, a quasi quattro decenni dalla promulgazione dell’editto murattiano con cui si dava ordine di edificare il nuovo Foro Gioacchino. Rispetto al progetto di Murat, Ferdinando I, a dire il vero, si limitò a trasformare in una chiesa, dedicata a San Francesco di Paola (il santo che aveva “permesso” il ritorno dei Borbone a Napoli), l’edificio di forma circolare posto al centro del portico colonnato che, come ci ricorda Teresa Coletta, nelle intenzioni del sovrano francese avrebbe dovuto “risolvere il problema del fondale con funzione di quinta, contrapposta a quella del Palazzo Reale”.
Ma Piazza del Plebiscito, si può dire, sia (ri)nata alla fine del Novecento, prima con un concerto, indimenticabile, di Pino Daniele che, nel giorno di San Gennaro del 1981, suonò davanti a duecentomila persone. E poi, nel 1994, quando l’allora sindaco Antonio Bassolino, con una scelta che gli garantì le critiche da parte di quasi tutta la cittadinanza, decise di pedonalizzarla e, soprattutto, liberarla dalle macchine e dai motorini che l’avevano resa un degradante e degradato parcheggio. Da allora in avanti, la piazza si è caratterizzata per essere uno dei centri più importanti della vita culturale cittadina: dalle installazioni d’arte del periodo natalizio – chi non ricorda, per esempio, la “Montagna di sale” di Mimmo Paladino? –, a luogo preferito e prediletto per concerti, manifestazioni ed eventi di ogni tipo. Una centralità a cui sembra credere molto anche l’attuale amministrazione, la quale, grazie a un bando pubblico, ha affidato a privati gli spazi all’interno del colonnato, per trasformarli in botteghe di artigianato, di presepi e di gastronomia, capaci di offrire il meglio della tradizione napoletana.
Quasi a voler suggellare una vocazione che viene da lontano, a conferma che Piazza del Plebiscito è davvero ‘nu teatro antico, sempre apierto, ce nasce gente ca senza cuncierto, scenne p’ ‘e strate e sape recita’.
> di Roberto Colonna