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Una nuova stagione per gli immobili e le infrastrutture.

  26 Luglio 2017

È necessario un programma di rigenerazione delle città.

La lunga recessione dell’economia italiana si sta attenuando.

La media dell’Unione Europea crescerà intorno al 2% mentre l’Italia marcia più in basso: 1% del tasso di crescita. Ci sono molti attriti verso lo sviluppo economico, ma la circostanza più insidiosa è la lentezza con cui si muove l’economia delle costruzioni: case, negozi, uffici, capannoni ed infrastrutture. Che sono due volte più insidiose, perché non si costruiscono e, se non si costruiscono, non si crea energia, telecomunicazioni, autostrade e ferrovie. Solo se l’industria delle costruzioni cresce l’intera economia cresce. Ma questa circostanza non matura ancora.

Quali sono i problemi delle costruzioni?

Guardiamo cosa è successo dal 2012 al 2016: cinque anni prima del decollo per il 2017. Fatto pari a 100 il valore del pil nel 2012, si nota una caduta della crescita del pil a 98 nel primo trimestre del 2013. Progressivamente questo valore diventa nuovamente 100 alla fine del 2016. Ma, purtroppo, la dinamica dell’economia delle costruzioni è molto diversa: fatto pari a cento il valore delle costruzioni nel 2012 si nota una debacle che trascina ad 87 il secondo trimestre del 2013; cade ancora più in basso, al terzo trimestre del 2014,ad 86. Per concludere con un leggero rimbalzo ad 86,2 alla fine del 2016. Insomma ci vuole una crescita del 14% per arrivare, forse, alla metà del 2017 e tornare ai valori del 2012: cioè al momento in cui il valore delle costruzioni era pari a 100. I servizi sono tornati a 100 e l’industria è ormai, alla fine del 2016, ad un valore di 98 rispetto al 100 del 2012: ancora uno sforzo e tornerà di nuovo alla pari del 2012.

Perché l’industria delle costruzioni e delle infrastrutture rimane così lontana e, quindi, non riesce a creare nuove opportunità nell’economia italiana?

Una risposta si può trovare guardano oltre i numeri e cercando di capire le trasformazioni delle costruzioni, a partire dal 2008. Sono caduti i prezzi che le bolle dell’euforia avevano creato per la costruzione di case. Si sono divaricate le formazioni sociali: è scomparso il ceto medio e ci troviamo tra pochi grandi ricchi e molte famiglie, che si sono ridimensionate. Bisognerà trovare soluzioni per le famiglie giovani ed utilizzare sia nuovi materiali che prezzi ridimensionati. Bisognerà rigenerare le grandi città; infine sarebbe molto necessario che il Governo ridimensioni la spesa pubblica corrente e ricominci a creare infrastrutture.

Ma non sarà facile.   

>di Massimo Lo Cicero locicero

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