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Valerio Cuomo, in punta di spada alla conquista dei propri sogni

  10 Novembre 2016

ssimo e ambizioso, lo spadista napoletano che ha stupito l’Italia con i suoi successi

Valerio Cuomo, 18 anni, spadista napoletano del Club Schermistico Partenopeo, ha conquistato nella stagione trascorsa importanti risultati: bronzo agli Europei di Novisad, argento ai Mondiali di Bourges e il secondo titolo consecutivo di Campione Italiano, prima nella categoria Cadetti Under 17 e quest’anno nella categoria Under 20.

Valerio quanto sono costati tutti questi successi?

Soprattutto tanti sacrifici, come rinunciare al calcio. Non potevo certo praticare due sport contemporaneamente! Prima di essere certo che la scherma potesse essere il mio sport ne ho passate tante. All’inizio, infatti, allenarmi in palestra era diventato frustrante, a volte tornavo a casa molto contrariato. Non riuscivo a spiegarmi perchè, contrariamente ai miei compagni non solo non raggiungevo il podio, ma anzi non riuscivo neanche a qualificarmi. Poi, però, per fortuna, i risultati sono arrivati e ho compreso che solo dando di più, avrei ottenuto di più. Capii che dovevo solo seminare. Da allora mi sono dedicato anima e corpo alla scherma.

Quando e come ha deciso di fare della scherma il suo sport?

Devo essere sincero: con la scherma non c’è stato amore a prima vista. Preferivo gli sport di squadra, ma all’età di 14 anni il calcio mi ha deluso molto: non mi piaceva l’ambiente, mi sentivo escluso, mentre nel mondo della scherma ero ben inserito, mi sentivo a casa. Solo allora ho capito che la scherma sarebbe stato il mio sport, pur continuando a praticare il calcio, ma come gioco, diversivo, non sport agonistico.

Suo padre Sandro è campione olimpico ed oggi Ct della nazionale, ciò ha rappresentato un limite o uno sprono?

Mi ha condizionato tantissimo. Mio padre da piccolo mi comprò due spadine e giocavamo spesso insieme. Probabilmente senza di lui non avrei conosciuto questo sport, forse non ci sarei arrivato da solo. Gli riconosco sicuramente questo merito. Qualche volta, ho temuto di vivere all’ombra dei suoi risultati, una paura che però spesso mi ha aiutato in gara proprio perché pensavo di non avere nulla da perdere.

Quali progetti e obiettivi ha per l’anno prossimo e a lungo termine?

Nel prossimo anno sono in squadra per gli Europei e punto a rifare i Mondiali e a ottenere quel poco in più che non sono riuscito a vincere quest’anno. Mi piacerebbe, poi partecipare almeno ad un’Olimpiade. E se non riuscirò a raggiungere i risultati di mio padre non importa, per ora sono entrato in un progetto che si chiama “Talenti 2020” per la preparazione delle prossime Olimpiadi.

Com’è il rapporto con il suo allenatore Carmine Carpenito?

Abbiamo un ottimo rapporto. Non c’è bisogno di parlare per intenderci, quando sono in pedana lo capisco dagli sguardi ed è davvero raro. Tanti atleti cambiano società perchè non hanno un buon feeling con il proprio istruttore. Io sono fortunato, invece, sono nato con il maestro Carmine e con lui sto crescendo.

Il Club schermistico partenopeo è diretto da sua madre la sua vicinanza quanto ha influito nel suo sport?

Mia mamma è sempre stata assente come figura nella mia attività agonistica, sono abituato a fare le gare e gli allenamenti da solo. Così mio padre: mi segue come commissario tecnico della nazionale ma molto poco in veste di padre.

E in attesa dei prossimi successi auguriamo a Valerio di raggiungere i risultati che desidera.

> di Claudia Prezioso

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