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Non Solo Soldi

  16 Ottobre 2016

Innovazione & Cambiamento

L’economia italiana sconta una caduta di produttività da oltre trent’anni. La grande recessione, dal 2008 ad oggi, ci ha indebolito ma abbiamo creato anche nuovi strumenti e mercati. Nonostante la recessione abbiamo sviluppato l’innovazione. L’innovazione, figlia di una conoscenza che precipita nelle nuove idee, diventa multiforme.

“Di processo e di prodotto”, si diceva una volta. Ora, invece, l’innovazione è incrementale e radicale.
Una innovazione incrementale supporta i prodotti ed i servizi esistenti grazie a una qualità migliore, prestazioni veloci ed efficaci, adattabilità dei consumatori agli effetti da raggiungere, riduzione dei costi e dei prezzi. Ma esistono anche innovazioni radicali. Vengono dagli sviluppi nei salti della conoscenza. Nessuno oggi, in un Paese emergente, dove non sono ancora state installate le vecchie linee telefoniche, le installerebbe perché sarebbero obsolete, inutili. Le nuove tecnologie saltano le vecchie e ne installano altre più performanti mentre i prezzi delle vecchie si riducono a zero.

Questi salti tecnologici si chiamano “catching up”: rincorse che saltano il fosso del tempo passato. Un telefono smart è solo una porzione infinitesimale nella connessione della voce tra esseri umani. Il suo vero valore non include la voce ma il trasferimento di dati, che si allargano come granate in tutte le direzioni, grazie alle app. Venti anni fa pensavamo che il personal computer avrebbe guidato la convergenza tra la televisione e il telefono.

I media di oggi usano gli smartphone e lasciano ai margini tablet e personal computer. Mentre i social network e i nuovi media si estendono ben oltre gli schermi televisivi. Le innovazioni incrementali sono il sale delle nuove tecnologie. Ma la stessa tecnologia non è solo la proiezione della ricerca scientifica: è un processo che deve accompagnare la dinamica sociale e i comportamenti degli individui per migliorare la loro vita.

> di Massimo Lo Cicero

Massimo Lo Cicero è un economista, un revisore dei conti ed un giornalista. Ha insegnato in molte Università italiane, dal 1984 ad oggi. Si occupa di moneta e finanza, beni intangibili, relazioni e linguaggi nelle gerarchie organizzate. Lavora volentieri come advisor delle imprese, come sindaco oppure come consigliere nelle società di capitali

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