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Restyling Universiadi: ecco come si prepara la città di Napoli

  27 Aprile 2016

Ciro Borriello, assessore comunale allo Sport, racconta gli interventi in programma

Napoli è la prescelta per le Universiadi del 2019 che ritornano in Italia. L’evento sportivo, sponsorizzato dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania, rappresenta una nuova scommessa e un‘ occasione per tanti impianti sportivi napoletani. Le Universiadi porteranno a Napoli circa diecimila studenti-atleti provenienti da più di 170 Paesi che si cimenteranno in quattordici discipline. Per l’evento sportivo sarà, quindi, necessario individuare gli impianti sportivi adatti all’accoglienza e lavorare per il ripristino di quelli malfunzionanti. Sicuramente, saranno tra questi lo stadio San Paolo, il Palabarbuto e la piscina Scandone, probabile sia anche l’occasione per il ripristino, finalmente, del Mario Argento.

L’assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello ha precisato che la piscina Scandone, la più grande del Mezzogiorno, è già oggi in procinto di ottenere lavori all’impiantistica e agli spogliatoi. «Nella stessa piscina olimpionica ci siamo adoperati per garantire gratuitamente agli atleti azzurri delle corsie per i loro allenamenti».

Restyling anche per la struttura del Collana che, pur essendo di proprietà della Regione, è gestita dal Comune di Napoli che si è adoperato per il ripristino dell‘impianto elettrico così da consentirne l‘utilizzo per l‘intera giornata.

«Il Comune di Napoli crede molto nei giovani campioni campani – prosegue Borriello – e nel ruolo di crescita sociale dello sport. Di qui l‘avvio di molti progetti di riqualificazione, oltre allo stanziamento di fondi per la manutenzione di dieci impianti sportivi, soprattutto nella fascia periferica della città».

Per restituire alla collettività gli spazi si sta ricorrendo alla legge 147 / 2013 che consente ai privati di investire negli impianti sportivi pubblici. Una collaborazione necessaria per garantire l’accesso gratuito e la libera fruizione di queste strutture anche alla fascia debole della popolazione.

«Constatare che tante imprese, enti, associazioni private si mobilitino insieme per recuperare aree comuni e così offrire servizi alla cittadinanza è un aspetto positivo e forte della volontà dei napoletani di ripartire riappropriandosi degli spazi pubblici».

Tra questi spazi anche gli orti sociali: zone verdi recuperate come bene comune attraverso la partecipazione diretta dei cittadini alla sua cura. Ad oggi, infatti, sono quattro gli orti sociali esistenti tra Soccavo, Ponticelli, Scampia e Napoli.

Questione delicata è invece quella relativa alla pubblica illuminazione. «Finora, essendo il contratto in proroga, non si è potuto fare altro che l’ordinaria manutenzione, ma per la futura gestione è prevista, entro tre anni, la trasformazione in un’impiantistica a led. Si avrà così un risparmio del 40% che verrà reinvestito nel comparto energia. Purtroppo le risorse a disposizione sono sempre poche rispetto al bisogno». Basti pensare che, dai recenti studi effettuati dall’Assessorato campano, è emerso che la città di Napoli, per il solo decoro urbano, necessiterebbe di un milione di euro all’anno, cifra che, però, nel prossimo bilancio dovrebbe essere garantita così da consentire l’installazione di fioriere, aiuole, panchine, gettacarta.

«A breve verrà realizzato un progetto ambizioso che parte dalla conoscenza del territorio: la creazione di un nucleo di emergenza che avrà il compito di coordinare e garantire la gestione degli imprevisti, grazie alla collaborazione tra Comune, protezione civile, ordini professionali, pubblica illuminazione e ABC». 

di Claudia Prezioso

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