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Francia – Napoli: Forte amicizia e solidi legami

  09 Marzo 2016

Jean Paul Seytre è Console generale di Francia per il Sud Italia e direttore dell’Istituto francese di Napoli (il ”Grenoble”) dallo scorso 1° settembre.

Era già stato a Napoli prima di questo incarico?

Napoli mi è sempre piaciuta molto, per quello che ho letto e visto in Tv. Ma non potevo dire di conoscerla, perché ero stato in città un solo giorno una decina di anni fa.Passai le feste di Natale in Campania.

Come ha trovato la città oggi, rispetto a quella volta?

E’ difficile fare paragoni con la veloce impressione di una visita di poche ore di tanti anni fa. Ora, grazie all’incarico che sto svolgendo, ho certamente acquisito una maggiore consapevolezza della immensa ricchezza e bellezza del patrimonio storico, culturale e artistico di Napoli. Quello che posso sicuramente affermare è che ci sono molti luoghi comuni negativi su Napoli che alla prova dei fatti non si sono rivelati veri.

Quali, ad esempio?

Non è vero quello che si dice sulla mancanza di sicurezza o sulla sporcizia nelle strade. Napoli non sta messa peggio delle altre grandi città, anzi. E questo è importante dirlo, sia agli stranieri che agli stessi italiani delle altre regioni. Ho tanti amici nell’Italia del Nord che hanno ancora una immagine distorta di Napoli.

Cosa le è piaciuto di più di Napoli?

La ricchezza e la bellezza del patrimonio culturale e naturale, la sua grande autenticità e grande vitalità che si respira in città. Napoli è rimasta una città vera, popolare.

Come è nata la sua nomina a console generale di Francia?

Prima di quest’incarico sono stato a Parigi responsabile della cooperazione culturale e audiovisiva presso il ministero degli Esteri e primo segretario della rappresentanza francese presso l’Unione europea a Bruxelles e alle Nazioni Unite a Ginevra. Credo che questa esperienza sia stata decisiva per la mia nomina, anche perché il console francese a Napoli ha l’ulteriore incarico di direttore dell’Istituto francese Grenoble: c’era dunque bisogno di un diplomatico di carriera che avesse interessi e competenze nel settore culturale.

Come sono i rapporti fra Napoli e la Francia?

C’è da sempre un legame forte e solido con simpatia reciproca fra francesi e napoletani. La Francia qui è molto amata e la città ha sempre avuto un approccio molto positivo verso le nostre iniziative. L’eredità storica ci aiuta: sono arrivato a Napoli alla fine dei festeggiamenti del bicentenario del regno di Murat, che ha regnato solo 7 anni ma ha lasciato un’impronta importante della presenza francese che aveva sì invaso la regione ma anche portato idee di libertà dalla Rivoluzione Francese.

Qual è stata la risposta di Napoli dopo gli attentati a Parigi dello scorso novembre?

Ho avuto conferma dell’affetto verso la Francia e della solidità di questo legame proprio dopo gli attentati terroristici, grazie alla enorme quantità di testimonianze di solidarietà ricevute, dai monumenti illuminati con i colori francesi alle visite di governatore, sindaco e prefetto, fino alla folla di esponenti delle associazioni imprenditoriali e della società civile e di tanti semplici cittadini che si sono recati sotto il nostro palazzo Grenoble all’indomani dei tristi eventi per pregare o lasciare un fiore. Ancora oggi vengo invitato a numerosi eventi, anche in piccoli paesi della Campania o del Sud Italia, da parte di associazioni e scuole che vogliono testimoniare la loro vicinanza alla Francia. È stato un sostegno importante, sentito e utile in un momento difficile.

Come è cambiato il ruolo dei consoli negli ultimi anni?

Molto. La missione del console non è più solo di rappresentante politico, diplomatico o istituzionale, ma anche di “promotore” di attività culturali e “facilitatore” di opportunità di business ed economiche. Recentemente, ad esempio, sono stato all’ inaugurazione della sede napoletana al Centro direzionale di un’azienda francese, Altran. La nostra è di “influenza”, nel senso di far conoscere meglio la Francia.

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