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La giustizia a misura di bambino

  16 Giugno 2016

Il Tribunale per i minorenni di Napoli e le iniziative delle varie Associazioni di volontariato per il recupero dei giovani. Ma oggi quale futuro?

Il Tribunale per i minorenni di Napoli può senz’altro definirsi una realtà di eccellenza nel panorama degli Uffici giudiziari cittadini, soprattutto per l’impegno profuso in un ambito delicato come pochi, visto che al centro della sua attività c’è il minore, da tutelare e punire, sebbene con possibilità concrete di riscatto sociale.

In questo duplice ambito si muove l’attività dei magistrati togati e dei cosiddetti componenti privati, tenuti a perseguire una linea di condotta che li porti sempre ad adottare le più eque decisioni, proprio per il bene primario del minore coinvolto.

«Il tribunale per i minorenni è un organo giudiziario che pone al centro della giustizia il bambino inserendolo in un sistema che è tutto a sua dimensione – commenta la dr.ssa Anna D’Amore, componente privato del Tribunale dei minori di Napoli –. La mia preoccupazione è che all’indomani del confluire delle problematiche oggi affrontate dallo stesso nel calderone del Tribunale ordinario possa andar dispersa tutta la professionalità ed il lavoro fin qui profuso, rendendo impossibile l’effettiva tutela del minore». Se così fosse in trincea resterebbero solo le iniziative portate avanti da varie associazioni, cooperative ed onlus, proprio al fine di collaborare, in uno spirito di comunione di intenti, con la struttura giudiziaria.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di organizzazioni senza fine di lucro, “volte a migliorare le condizioni economiche, sociali e formative di tanti giovani che versano in uno stato di difficoltà”, come – ad esempio – nel caso della Cooperativa sociale “Nesis – Gli amici di Nisida”, che svolge la sua principale attività all’interno dell’istituto penitenziario di Nisida, attraverso l’impegno e l’abnegazione dei suoi volontari, di due maestri ceramisti e dei giovani coinvolti nel progetto.

Ogni mattina, all’interno del penitenziario, si svolgono corsi di formazione per i reclusi, mentre nel pomeriggio gli stessi giovani s’industriano nella realizzazione di manufatti in ceramica, che firmano con il marchio “Nciarmato” e che vendono per sostenere le stesse iniziative, direttamente all’interno della struttura detentiva, come nella sede della Cooperativa. Questa organizzazione non è altro che l’ultimo passo di un percorso lungo undici anni, che ha avuto nella Fondazione Onlus “Il Meglio di te”, sorta nel 2005, l’obiettivo di aiutare il prossimo, con particolare riguardo alla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, in contesti sociali di degrado economico e culturale.

Come questa, esistono tante altre associazioni impegnate nel sociale e che spesso stabiliscono con il Tribunale per i minorenni delle sinergie concrete per il recupero dei giovani a rischio.

Sinergie necessarie per creare una rete virtuosa ma dove risulta necessario l’apporto di ogni componente.

Con la paventata soppressione del Tribunale dei minori, infatti, si rischia di lasciare esclusivamente all’iniziativa privata delle organizzazioni la responsabilità di porre argine alle problematiche minorili, non più supportate da chi istituzionalmente dovrebbe provvedervi, al netto di una riforma in atto che prevede sì la creazione, in seno ai Tribunali ordinari, di una “sezione famiglia” specializzata, ma i cui margini – potenziali – di effettivo successo sono tutti da verificare.

> di Antonio Di Luna

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