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A Napoli si coltivano talenti, idee e innovazione con Nastartup

  27 Aprile 2016

Antonio Prigiobbo ci guida nella palestra napoletana delle startup

Si scrive “NaStartUp” e si legge “acceleratore di sistema di startup”. La piattaforma frutto dell’idea di Antonio Prigiobbo, Innovation Designer e Investitore Sociale già creatore di diversi network, format e community d’innovazione territoriali, è una delle realtà più efficienti nel settore ed è un gioiello tutto made in Naples.

«Con NAStartUp facilitiamo il processo di creare gemmazione e sviluppo dell’incontro tra talenti – spiega Prigiobbo – ma poi tutto sta nelle mani dei soggetti che ne fanno parte. Siamo una palestra delle startup». Ed è proprio questo che differenzia la piattaforma napoletana dagli altri incubatori. «Il nostro obiettivo è quello di mettere tutti in connessione – continua il direttore – e quindi supportiamo sia le startup di tipo business destinate a produrre ricavi, che quelle di social innovation, con un impatto sociale e migliorativo del territorio».

Il cuore di NaStartUp è la condivisione delle idee. A chi muove l’obiezione che questo possa esporre le idee a una facile appropriazione indebita, Prigiobbo specifica che non si tratta di semplici idee, ma di “idee di impresa”, già dotate di un’architettura pensata per farle funzionare. E questo non le renderebbe facilmente copiabili.

Ma quale caratteristica devono avere le startup per riuscire ad avere successo? La parola chiave è innovazione, che non deve essere intesa come una minaccia, ma come un’opportunità. «Anche in presenza di una tradizione produttiva, – sottolinea Prigiobbo – ci deve essere un’innovazione che la facilita. Le aziende non devono arroccarsi su posizioni estreme e precludersi la possibilità di innovare, altrimenti verranno escluse dal mercato internazionale». Il punto di forza di NaStartup è la creazione di una comunità e soprattutto di una continuità. «Noi siamo presenti ogni mese con un evento – spiega -. La ciclicità permette di sviluppare delle idee partecipate. Anche laddove il progetto non sfonda, si crea valore. Ogni mese, inoltre, due startupper partecipano a business meeting in una capitale europea, con la doppia finalità di promuovere la loro idea e di essere ambassador di NaStartup». Tra i casi di successo “allenati” c’è Biancamore, una startup che ha isolato un vaccino del processo di creazione della mozzarella per realizzare un prodotto di bellezza, che ora è presente nei più importanti hotel di lusso d’Italia. «La direzione da intraprendere è quella di una società con maggiore competizione e più meritocratica – conclude – che tuteli meno gli apparati e più il talento». (Foto di Giusva Cennamo)

di Giulia Savignano

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