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Export e l’internazionalizzazione: la sfida per il 2021

  10 Novembre 2020

Il Piano Straordinario per il Made in Italy prevede numerose agevolazioni  con l’obiettivo comune di sostenere e supportare le PMI innovative e green

La situazione economica attuale è fortemente influenzata dal recente lockdown causato dalla pandemia Covid-19 e dalle conseguenze del lockdown prolungato che hanno determinato una contrazione del sistema economico globale. Questo è un quadro comune a tutti i paesi dell’Unione Europea e vede al ribasso la crescita economica di tutti gli stati rispetto alle precedenti stime per la primavera.

Cosa succede quindi in Italia? L’Italia è uno dei più forti esportatori tra i Paesi dell’Unione Europea. È quindi certo che l’impatto della pandemia, le misure di contenimento, la limitazione degli spostamenti e la sospensione di numerose attività economiche abbiamo influito notevolmente sulla nostra economia. Nel Rapporto Export 2020 – Open Again – pubblicato il 10 settembre da Sace Simest, si legge che nel 2019 è proseguito l’andamento positivo dell’export italiano, nonostante la politica protezionistica degli Stati Uniti e la questione Brexit. Il 2020, invece, vedrà una flessione negativa del 15% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Il Rapporto, però, pone anche le basi per una visione positiva: si ipotizza che, in caso di un contenimento della pandemia entro fine anno, avrà luogo una robusta ripresa già nel 2021. Diventano quindi fondamentali tutte le strategie atte a supportare l’export e l’internazionalizzazione, alla base dell’economia del nostro paese.

Sono numerose le opportunità per le imprese che vogliono investire in questo settore.

Nel Decreto Cura Italia, infatti, si stanziano 150 milioni di euro per istituire un “Fondo per la promozione integrata del Made in Italy” a sostegno di esportazioni e internazionalizzazione del sistema economico nazionale. In particolare, viene stilato il Piano Straordinario per il Made in Italy che prevede numerose agevolazioni con l’obiettivo comune di sostenere e supportare:

  • iniziative di informazione e formazione su export e internazionalizzazione;
  • partecipazione a fiere;
  • tutela dei marchi e delle certificazioni di qualità;
  • e-commerce;
  • iniziative per le start up.

Inoltre, le imprese italiane possono richiedere al Sace Simest finanziamenti agevolati per l’export e l’internazionalizzazione a copertura del 100% delle spese preventivate. Le tipologie di finanziamento sono sette:

  • patrimonializzazione
  • fiere, mostre e missioni di sistema
  • inserimento sui mercati internazionali
  • temporary export manager
  • e-commerce
  • studi di fattibilità
  • programmi di assistenza tecnica

Anche in questo caso, il Decreto Cura Italia stabilisce la possibilità di richiedere un contributo a fondo perduto da affiancare ai finanziamenti agevolati.

Infine, a giugno, il Ministero degli Esteri ha firmato il Patto per l’Export, frutto di un confronto tra le associazioni di categoria rappresentative di tutti i settori produttivi. Il Patto delinea le linee guida per il rilancio economico delle imprese italiane, con l’obiettivo di supportare l’export del Made in Italy e l’utilizzo di strategie commerciali innovative.

Quali sono le previsioni per il futuro? Il periodo socio-economico che stiamo vivendo è estremamente variabile e soggetto all’andamento della pandemia. Le molteplici variabili rendono difficoltosa l’ipotesi di scenari futuri.

Per il 2021, però, le stime sono ottimistiche: a fronte di un -11,3% nell’export italiano a fine anno, si stima una conseguente crescita del 9,3% per il 2021. C’è sicuramente molta fiducia per la ripartenza con l’anno nuovo, considerando anche le numerose risorse economiche stanziate a sostegno di export e internazionalizzazione delle imprese italiane. L’obiettivo sarà infatti quello di sostenere la ripartenza e la conseguente crescita delle PMI con importanti e nuove linee strategiche.

di Alessandra Volpe

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