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La Campania verso il futuro

  05 Novembre 2020

Gli incentivi e i bonus per rilanciare l’economia. Istruzione per l’uso

Il Decreto Rilancio, convertito in legge lo scorso luglio, contempla una serie di misure urgenti per risollevare economia e lavoro in seguito all’epidemia da Covid-19. Il decreto in questione è uno dei più ingenti della storia italiana e con la sua approvazione definitiva in Senato sono state introdotte o confermate alcune importanti novità che toccano da vicino la Campania e tutto il meridione, andando infatti a erogare incentivi per settori quali turismo ed attività ricreative e rafforzando preesistenti programmi quali Resto al Sud e Smart&Start Italia.

Con il Decreto Rilancio è stato istituito il Fondo turismo finalizzato alla sottoscrizione di quote o azioni in funzione di acquisto, ristrutturazione e valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive. Previsti 50 milioni di euro per la concessione di contributi in favore delle imprese turistico ricettive, delle aziende termali e degli stabilimenti balneari, come concorso nelle spese di sanificazione e di adeguamento conseguente alle misure di contenimento contro la diffusione del Covid-19. Inoltre, viene riconosciuto un bonus vacanze alle famiglie con un Isee non superiore a 40mila euro. Si tratta di un credito per le vacanze spendibile in Italia fino al 31 dicembre 2020, per favorire la ripresa dei flussi turistici. Previsti finanziamenti anche per le imprese che operano nei settori ricreativo, dell’intrattenimento e dell’organizzazione di feste e cerimonie.

In considerazione degli effetti connessi all’emergenza sanitaria, sono stati esentati dalla prima rata relativa all’anno 2020 dell’imposta municipale propria (IMU) gli immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché immobili degli stabilimenti termali, immobili rientranti nella categoria catastale degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed & breakfast, dei residence e dei campeggi, a condizione che i relativi proprietari siano anche i gestori delle attività.

L’agevolazione è stata estesa anche agli immobili in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni. Il danno subìto dalle impresse nei mesi di fermo causa pandemia ha avuto strascichi di difficile estinzione. Per garantire la continuità aziendale e favorire il rilancio delle imprese danneggiate dall’emergenza coronavirus, è stato previsto a favore delle imprese già beneficiarie delle suddette agevolazioni, un ulteriore contributo a fondo perduto a copertura del fabbisogno di circolante.

In ambito di Resto al Sud, strumento introdotto dal 2017 per sostenere la nascita e lo sviluppo delle attività imprenditoriali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, il Decreto Rilancio ha previsto un aumento del fondo perduto e del finanziamento massimo. Viene confermato il contributo liquidità. Resto al Sud nasce come incentivo rivolto a soggetti di età compresa tra i 18 e i 45 anni, non titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. I settori interessati sono industria, Artigianato, Trasformazione di prodotti agricoli, Acquacoltura e Pesca, Servizi al turismo, Servizi alle imprese e alle persone.

Le risorse di Resto al Sud sono destinate al sostentamento di un tangibile progetto imprenditoriale, alla realizzazione di opere edili, all’acquisto di macchinari e impianti oppure utilizzate semplicemente per sostenere il capitale circolante dell’impresa. Il bonus è esteso anche a imprese e liberi professionisti che negli ultimi dodici mesi non siano stati titolari di partita IVA per l’esercizio di un’attività analoga a quella destinataria dell’agevolazione. Vietato l’accesso al bonus per chi ha rapporti di parentela fino al quarto grado con uno qualsiasi degli altri soci. Le risorse vengono erogate ai beneficiari per il 35% con un contributo a fondo perduto di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) e per il restante 65% con finanziamenti bancari rimborsabili in otto anni, con due di preammortamento.

Con gli incentivi introdotti dal Decreto Rilancio, migliorano le condizioni di accesso alle agevolazioni per chi presenta la domanda a partire dal 19 luglio 2020. In particolare, per le iniziative svolte in forma individuale il finanziamento massimo passa da 50mila a 60mila euro. Per le altre iniziative il contributo a fondo perduto passa dal 35% al 50% delle spese ammissibili. Inoltre, le imprese finanziate con Resto al Sud potranno ottenere un ulteriore contributo a fondo perduto pari a 15mila euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale e 10mila euro per ciascun socio, fino a un massimo di 40mila euro. Per accedere ai contributi è necessario aver completato il programma di spesa finanziato da Resto al Sud, avere i requisiti sul corretto utilizzo delle agevolazioni e aver restituito, al momento della domanda, tutte le rate del prestito bancario finora erogato. L’accesso ai Fondi del Decreto Rilancio avviene mediante presentazione di una dichiarazione sostitutiva “riepilogativa”. La tranche aggiuntiva del contributo sarà erogata in un’unica soluzione entro 60 giorni dalla presentazione della richiesta.

Per quanto invece riguarda le startup nate e finanziate in ambito di Smart&Start Italia, viene confermato il rifinanziamento con 100 milioni di euro per il 2020 con l’obiettivo di sostenere le startup innovative in tutta Italia. Smart&Start Italia è un programma volto ad incentivare e sostenere la nascita e lo sviluppo delle startup innovative ad alto contenuto tecnologico presenti sul territorio nazionale, tramite la concessione di finanziamenti agevolati, a copertura di un importo pari all’80% delle spese ammissibili. Grazie al Decreto Rilancio, le startup innovative potranno usufruire di contributi a fondo perduto fino a un totale di 10 milioni di euro da utilizzare per l’ulteriore acquisizione di servizi da parte di incubatori, acceleratori e altri soggetti privati o pubblici al fine di fornire supporto alle startup innovative. Inoltre, il Decreto Rilancio introduce anche una moratoria temporanea di 12 mesi per le linee di credito già in essere tra startup e banche.

di Aurora Rennella

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