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L’Editoriale del Direttore

  02 Novembre 2020

Come si dice? Quando il gioco si fa duro, i duri scendono in campo ed il gioco, nel post Covid 2020 si è fatto duro davvero. I campani si sono messi “in gioco”. Seriamente. Come fanno sempre. Cominciando da Dodici che in questo numero sarà diverso dal solito. Un numero tutto
web, con una formula rinnovata e pensata per conciliare il rispetto delle norme anti-Covid e il desiderio di mantenere saldo il rapporto
con la città, consentendo ai lettori di seguirci comunque e scaricare il magazine integralmente dal nostro sito. Una novità che si aggiunge a tante altre, d’altra parte molte cose sono cambiate e cambieranno ancora nei prossimi mesi. La formula sarà identica alla rivista cartacea: attenzione per il territorio, la cultura, la bellezza.

La Campania, grazie alla storia e alla forza della società e delle imprese, gode di un grande potere di seduzione culturale nel mondo, certificato da recenti classifiche e dalla incessante affluenza di turisti che abbiamo continuato ad avere anche in questo periodo di emergenza. Alla cultura e alla creatività e alla loro capacità di dare vita alla soft economy, un’economia che punta sulla qualità valorizzando l’identità delle comunità e dei territori, rispettando l’ambiente e incorporando bellezza.

Nel 1990 il politologo americano Joseph Nye in un articolo apparso su The Atlantic, rivista di politica ed economia statunitense, coniava il termine ‘soft power’. Il concetto, ripreso e ampliato successivamente dallo stesso autore in un best seller dal titolo omonimo, veniva contrapposto all’hard power statunitense, fondato sull’idea che l’affermazione nazionale si basa su aspetti hard quali il prodotto interno lordo, la difesa dei confini o la potenza militare. Nye proponeva, invece, una più efficace via europea soft, in grado di influenzare il mondo e quindi competere, facendo leva sul convincimento e sul potere di seduzione della cultura. Sono passati quasi trenta anni e per uno strano giro della storia, la teoria di Nye torna a essere di grande attualità.  E su questa scia, in questo momento di apparente catatonia, non bisogna abbassare la guardia, ma puntare sul “fattore cultura” che racchiude i concetti di formazione, innovazione e ricerca, attrezzandosi, con prudenza e determinazione, per le battaglie del futuro, a cui questo numero di Dodici è interamente dedicato.

Daniela Rocca, 
direttore responsabile

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