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A tu per tu con il Maestro pizzaiolo Maurizio Iannicelli

  29 Luglio 2020

Insieme alle pizzerie della città di pulcinella ha costituito l’associazione Uniti si vince Food Acerra e chiedono il riconoscimento di Città della pizza

Cortesia, simpatia, cordialità uniti alla genuinità degli ingredienti e alla maestria di Maurizio Iannicelli: un mix che rende Napul’è, una pizzeria davvero speciale. «Mi sono formato da Pellone, la migliore pizzeria di Napoli che ha vinto numerosi premi per la qualità dei prodotti e la bravura nella preparazione delle pizze. La mia scuola è stata quella. E quella cerco di trasmettere con passione», afferma Iannicelli. La passione è la chiave di volta di questo mestiere «trasmettere la mia conoscenza ai ragazzi», afferma perentorio. E ha i numeri per farlo. La sua è una storia lunga, una gavetta che risale al 1978: quarant’anni tra forni e impasti e ventidue anni fa vede la luce la sua pizzeria da asporto Napul’è, conosciuta da tutti per la velocità con cui realizza le pizze. I clienti sanno che da lui non si aspetta tanto, quel tanto di desiderio che ti fa gustare meglio la pizza!

Per Maurizio la passione è formazione, maestria e avvio di start up. «Negli ultimi dieci anni ho collaborato con grossi marchi come Mulino Caputo e Scugnizzo napoletano con corsi in sede e fuori». Da Milano, alla Svizzera, Cina e Dubai. Ho portato l’arte della pizza napoletana in tutto il mondo. Una consulenza a Trastevere otto anni fa e nasce la DON fritta, acronimo di pizza “d’origine napoletana”. Ora sta formando due ragazzi al mestiere e collabora con Pizza Forno e con la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere per corsi annuali da pizzaiolo.

Tradizione o d’innovazione per la pizza di Iannicelli? «Piena tradizione ma con una porta aperta anche all’innovazione, è necessario essere sempre aggiornati», precisa Maurizio. Passione e devozione alla tradizione sono gli ingredienti principali per fare un buon lavoro, perché la pizza è un’arte e, come tale, va rispettata. Farina doppio zero e impasto diretto a temperatura ambiente. Una lunga lievitazione che dà quella leggerezza inaspettata. «Due o tre centimetri di cornicione alto per la pizza tradizionale con l’impasto al 65-67%, lavorato la mattina», spiega Maurizio. E qui si coglie la bravura del Maestro: leggerezza e sostanza, senza pensare a effetti speciali.

«I mesi trascorsi durante il lockdown sono stati difficili, ho perso tutte le consulenze che dovevano partire nei mesi scorsi per l’avvio di Start up in Cina, Svizzera, Croazia e Francia. Non rispondono più alle mie richieste di ripartire», chiosa amaramente il Maestro e continua «ma non mi sono perso d’animo e insieme alle 40 pizzerie e ristoranti della città abbiamo costituito l’associazione Uniti si vince Food Acerra, vogliamo progettare il nostro futuro, la nostra ripresa». #unitisivincefoodacerra, una continuità con quanti a Napoli e in Campania hanno lanciato l’ashtag #iovoglioripartire. Un’iniziativa che porta alla richiesta del riconoscimento di Acerra città della Pizza, come polo d’eccellenza della pizza napoletana, con l’intenzione di estendere questo riconoscimento all’intera filiera.

«In attesa che anche la Regione Campania promuova questo progetto – spiega il sindaco Raffaele Lettieri – l’Amministrazione sta per adottare una Delibera di Giunta con la quale dichiarerà Acerra città della Pizza, così accorceremo i tempi per la promozione del progetto e legheremo la produzione delle pizza ai prodotti agricoli “DeCo”, un marchio di garanzia, una scelta di eccellenza, attribuito ai prodotti agricoli certificato del territorio. In questo modo la proposta gastronomica si arricchirà ancora di più, il riconoscimento e valorizzazione della pizza sarà legato alla collaborazione con i pizzaioli, ma anche ai produttori agricoli di prodotti di filiera tutelati, con le tantissime associazioni del territorio».

In attesa della formalizzazione di questo riconoscimento, nei giorni scorsi è partita la promozione del turismo enogastronomico con il progetto della “Parmigiana day” che l’associazione “Food Città di Acerra” ha deciso di dedicare a questo piatto della tradizione culinaria locale.

«Promuoveremo manifestazioni culturali sulla pizza e sul turismo gastronomico – continua il sindaco Lettieri – con l’obiettivo anche di valorizzare le risorse ambientali paesaggistiche e storico artistiche di questa città. Un modo per rilanciare ulteriormente lo sviluppo economico e sociale della nostra Comunità, in particolare in questo delicato momento legato al superamento della pandemia».

La pizza è felicità, è allegria, è storia. Il disco di pasta racconta storie di famiglie che da anni producono farina, pomodoro, mozzarella; storie di pizzaioli che, da padre in figlio, artigianalmente tramandano quest’arte. La pizza piace così tanto perché unisce la passione, la genuinità e la semplicità. «Il mio sogno è scrivere un libro, una guida per i giovani su questo meraviglioso mestiere. – racconta Maurizio – E poi aprire una pizzeria con servizio ai tavoli dove trasformare ogni idea in realtà e rendere felici i clienti. Questo è un altro sogno che vorrei realizzare», sussurra sorridendo Maurizio.

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