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La sfida per le imprese del futuro

  21 Luglio 2020

L’economia circolare è una prospettiva capace di contribuire in maniera significativa a una trasformazione del business alla luce della sostenibilità

Il contesto socioeconomico in cui ci troviamo e le teorie sull’origine della emergenza epidemiologica che ha colpito tutto il mondo in questo primo semestre del 2020, ci spingono ad importanti riflessioni. È molto probabile che questo contesto tragga origine anche dal nostro modo di vivere nel mondo e di sfruttare le risorse che ci offre. È ormai certo che un utilizzo mirato dei materiali e un abbattimento degli sprechi sia il fondamento per migliorare la nostra qualità di vita e per preservare il più a lungo possibile le risorse disponibili.

La World Bank stima che, se non cambieremo il nostro modo di vivere e di produrre, la quantità globale di rifiuti tenderà drasticamente ad aumentare passando da circa 2 miliardi di tonnellate al giorno (dato del 2016) a 6,5 miliardi di tonnellate nel 2050. Da un’analisi condotta dal Parlamento Europeo, l’Unione Europea ha prodotto nel 2018 circa 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti ogni anno.

È davvero possibile ridurre quest’enorme quantità di prodotti di scarto sfruttando i principi dell’economia circolare?

Sicuramente le aziende di oggi riscontrano numerose difficoltà nell’utilizzare le risorse in modo ecologicamente efficiente. Ci sono ancora molte barriere da abbattere tre le quali, per esempio, la necessità per le aziende di attuare modelli di business tradizionali che rispondono più efficacemente agli obiettivi a breve termine imposti ai settori produttivi. Risulta infatti difficile poter anche solo pensare a un obiettivo a più ampio raggio d’azione che abbia come esito anche il miglioramento delle performance ambientali. Sicuramente c’è poi una “barriera di mercato”: tutti i settori produttivi subiscono una forte distorsione nel prezzo dei prodotti, le richieste sono spesso legate a velocità, capacità di personalizzazione e prezzo competitivo che mal si combina ad ora con una logica ecosostenibile. Infine, c’è lo scoglio forse più complicato da superare, quello costituito dalle abitudini di acquisto e dalla cultura: non è necessario spiegare in che modo la logica consumista non aiuti e anzi sia di ostacolo a uno sviluppo ecosostenibile. Ad avvalorare la consapevolezza che non potremmo vivere a lungo e in salute senza sostenere il cambiamento verso un’economia più ecosostenibile, c’è il fatto che sempre più spesso si sente parlare di economia circolare.

Ma in cosa consiste effettivamente l’economia circolare?

L’Economia Circolare è un modello di produzione e consumo che minimizza l’uso delle risorse e la produzione di rifiuti, promuovendo il riuso dei prodotti che hanno raggiunto la fine del loro ciclo vitale. In questo senso si manterrà più a lungo il valore dei prodotti e dei materiali, con un effetto a lungo termine migliorativo sia nei confronti dell’ambiente sia delle nostre abitudini.

Questo nuovo modello circolare si contrappone all’attuale economia lineare caratterizzata dal paradigma “prendi – produci – smaltisci”. L’economia lineare è l’economia dell’usa e getta, chiaramente insostenibile in un mondo globalizzato. A differenza di quella attuale, l’economia circolare pone l’obiettivo di massimizzare e ottimizzare l’utilizzo delle risorse e della gestione di scarti e rifiuti. È un modello economico in cui la crescita è dissociata dall’impiego di risorse esauribili. È, quindi, un sistema progettato per autorigenerarsi: il sistema lineare genera rifiuti, nell’economia circolare i rifiuti stessi vengono riutilizzati diventando nuovamente materie prime. Da una misura accurata dei progetti che seguono e integrano all’interno della propria realtà aziendale questo nuovo modello di economia, emerge che l’adozione di processi indirizzati verso l’economia circolare permette di ridurre gli sprechi inutili, ottenere ancora più valore dai prodotti e minimizzare le emissioni dannose. È quindi, a lungo termine, un modello estremamente promettente per le imprese, per i consumatori e per l’ambiente. Per questi motivi l’economia circolare è sostenuta sia dall’Unione Europea che a livello nazionale da un importante programma di incentivazione dedicato a sostenere i mercati a proseguire in questa direzione. È chiaro, quindi, che è possibile correggere il modo in cui produciamo e utilizziamo gli oggetti. Le aziende che iniziano ora a seguire questa direzione hanno la responsabilità della futura generazione di attività ecosostenibili e consentiranno una vita prospera e quanto più sana possibile in un pianeta le cui risorse sono molte ma limitate.

di Alessandra Volpe

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