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Agricoltura 4.0, nuove tecnologie sostenibili

  15 Aprile 2020

Sensori per monitorare temperatura, radiazione solare e umidità della foglia

Avere un’idea innovativa non sempre basta per essere imprenditori di successo. Spesso startup potenzialmente valide non trovano strumenti e spazi utili a sviluppare un business efficace. Esistono però realtà in grado di supportare gli sforzi iniziali, fornendo un luogo fisico o virtuale in cui la nuova impresa può trasformarsi da semplice idea in realtà produttiva: gli incubatori e gli acceleratori di impresa.

Campania NewSteel è il primo incubatore del Mezzogiorno, promosso e partecipato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, nonché una delle principali strutture nazionali a supporto della nascita e dello sviluppo di startup ed innovativi spinoff destinati a migliorare in vari settori la vita dell’uomo. È il caso di Evja, startup nata ad Acerra, comune dell’hinterland napoletano, nell’estate del 2015 con l’obiettivo di fornire al comparto agricolo soluzioni innovative mirate ad un’agricoltura sostenibile.

Gli ideatori di Evja hanno sviluppato O.P.I., un Sistema di Supporto Decisionale per aziende agricole.

L’idea è semplice ma quantomai efficace: installare nei campi sensori grazie ai quali è possibile monitorare, in tempo reale e su larga scala, parametri fondamentali delle colture come temperatura, radiazione solare e umidità della foglia. Inoltre, grazie a specifici algoritmi basati su modelli predittivi di intelligenza artificiale, sono accessibili anche informazioni per prevenire eventi climatici e malattie delle piante, permettendo così un tempestivo intervento.

Il sistema consiste in una centralina non più grande di una scatola di scarpe. Nessun montaggio né alcuna complicata configurazione. Non va installato alcun software, si accende il dispositivo in campo, ci si collega online al proprio pannello di controllo e si è immediatamente attivi.

O.P.I. ha già collezionato diversi riconoscimenti: ben tre Seals of Excellence dell’Unione Europea e il Macfrut Innovation Award 2019.

Il Company Profile di Evja è formato da Davide Parisi, amministratore delegato con esperienza nello sviluppo di progetti innovativi per aziende italiane e straniere, Antonio Affinito, responsabile della parte tecnologica ed esperto nella prototipizzazione di sistemi radar, Marco Matascioli, direttore informatico, già fondatore di diverse startup nel Regno Unito e Paolo Iasevoli, responsabile marketing e comunicazione.

La sfida dell’agricoltura 4.0 è appena iniziata, ed è una sfida che può essere vinta solo se tutti gli attori coinvolti lavorano in sincronia. «Da una parte notiamo una sempre maggiore apertura delle aziende agricole verso l’innovazione tecnologica – spiega Paolo Iasevoli intervistato da Dodici Magazine – . Dall’altra, sempre più prodotti e servizi si affacciano sul mercato con l’obiettivo di riscrivere le regole del gioco. Siamo ancora lontani dal raggiungere l’apice di quella che poi sarà una parabola nella quale il mercato deciderà chi resterà in piedi. Ma è una sfida avvincente, che EVJA continuerà ad affrontare da protagonista».

In campo internazionale si fa dunque sempre più strada il concetto di “smartagricolture” mirato ad offrire risposte efficaci alla necessità di ridurre gli interventi con sostanze chimiche per puntare verso produzioni a “residuo zero”. Il comparto agricolo non è nuovo all’utilizzo di soluzioni di precisione, il passo avanti però è stato compiuto certamente con l’introduzione del digitale e dei Big Data Analitycs, tecnologiemediante le quali è possibile processare rapidamente informazioni accurate, quali le caratteristiche fisiche e biochimiche del suolo, fattori ambientali, climatici e colturali, per poi automatizzare e rendere più efficienti processi della filiera agricola altrimenti non collegati tra loro. Inoltre, mediante l’agricoltura smart sarà possibile superare le metodiche dell’agricoltura intensiva che, negli ultimi decenni, ha sfruttato senza raziocinio le risorse naturali, causandone l’impoverimento e producendo costi non più sostenibili sia in termini economici sia dal punto di vista dell’inquinamento, della perdita di biodiversità e della riduzione nella fertilità dei suoli.
Dunque Internet Farming ed Agricoltura 4.0, perché no Made in Italy, per una crescita che bilanci la sostenibilità economica delle imprese agricole con l’ottenimento di prodotti di elevata qualità biologica e a basso impatto ambientale.

 

> di Aurora Rennella

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