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Pietrasanta: la fabbrica della cultura

  17 Luglio 2019

È possibile, a Napoli, fare un’impresa culturale, soprattutto con investimenti esclusivamente privati, e renderla pienamente sostenibile?

L’esempio virtuoso è quello della Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, nel centro storico napoletano, sottratta al degrado dall’intuizione e dalla coraggiosa iniziativa dei fratelli Raffaele a Marco Iovine, che hanno dato vita all’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus, che riunisce, per la valorizzazione funzionale dell’importante complesso monumentale, imprenditori, docenti e professionisti come Vincenzo de Notaris ed i fratelli Andrea e Giovanni De Vita.

“Nel 2010 abbiamo firmato il comodato d’uso con la Diocesi – racconta Raffaele Iovine, Presidente della Onlus – ed abbiamo affrontato i lavori interni. Dopo sei anni e 2 milioni di investimenti, il pia- no superiore è stato aperto nel 2016, con la mostra ‘I Tesori Nascosti’, a cura di Vittorio Sgarbi, che ha anche promosso, l’anno successivo, ‘Il Museo della Follia’. Due grandi esposizioni che hanno registrato uno straordinario successo di pubblico e di addetti ai lavori”. Partito con il piede giusto, il Polo Museale della Pietrasanta registra oggi una crescente attenzione anche di turisti e scuole grazie all’esposizione su Chagall, curata dal Gruppo Arthemisia, che in settembre proporrà la mostra su Andy Warhol. Questa costante attenzione nelle proposte culturali di alta qualità si deve soprattutto all’intuizione di Raffaele Iovine, non a caso per formazione “imprenditore filosofo”, in quanto già allievo di Gerardo Marotta e Raffaele Ajello, storico del ‘700 e direttore della collana Frontiere d’Europa.

“La ristrutturazione ha avuto un iter lungo e complesso – prosegue Iovine –, in particolare per la parte sottostante la Basilica, che ci ha consentito di restituire alla città l’area archeologica, che abbiamo proposto con la mostra ‘Sacra Napoli-Culti, Miti e Leggende’, con la terracotta più antica di Napoli, che fa parte della Stipe Votiva di Sant’Aniello a Caponapoli, la collezione delle monete più antiche della città ed alcune sculture, tra cui primeggiano quelle di Iside e di Nike”.

La logica dell’Associazione Pietrasanta e del Lapis Museum, diretto da Giuseppina Ciotola, è stabilire una serie di importanti sinergie con i principali attori del territorio, dal MANN per la “Via dell’Archeologia”, all’Osservatorio Vesuviano per la valorizzazione del sottosuolo, 40 metri al di sotto della Basilica, un’enorme cava di tufo con accesso dall’area archeologica. “Qui – annuncia il Presidente – apriremo a breve il ‘Miglio di Pietra’, un percorso che si snoda lungo i rami dell’acquedotto greco-romano, le cisterne, fino a raggiungere il Grande Ricovero, nella zona dell’Anticaglia”. Grande l’attenzione dedicata ai giovani: con il MANN e la Scuola Italiana di Comix è stata lanciata una collana di fumetti, per raccontare la storia dei siti archeologici del Centro Storico di Napoli.

“Il nostro obiettivo – dice Iovine – è quello di poter dimostrare che tutela e valorizzazione dei beni culturali sono pienamente compatibili, nel senso che quanto più si valorizza un bene, tanto più lo si tutela. Ed in questo l’Associazione ha dato prova di buon esempio creando un dialogo forte e vincente con i soggetti pubblici, in particolare con le Soprintendenze”. Tra mostre d’arte archeologiche, presentazione di libri, concerti e altre attività, la Pietrasanta è oggi una moderna Fabbrica della Cultura, e offre lavoro e opportunità a tantissimi giovani che credono che l’investimento in beni culturali sia produttivo, piena- mente sostenibile e fortemente attrattivo.

“Il modello Pietrasanta è perfettamente replicabile – conclude il Presidente –. Credo che sia l’unica strada percorribile per valorizzare e restituire alla città beni monumentali oggi degradati e abbandonati”.

> Maria Pia De Angelis

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