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Francesco Cicchella Dodici artisti in una sola persona

  09 Marzo 2016

Un anno alla grande, il 2015, per Francesco Cicchella, vincitore di “Tale & Quale show”, ospite al Festival di Sanremo, “colonna” di “Made in Sud” e vincitore di numerosi riconoscimenti nazionali tra i quali il Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito, dopo aver vinto negli anni scorsi, tra gli altri, i premi Totò e Alighiero Noschese.
Un anno da vera eccellenza, quello appena trascorso, che dopo una costante ascesa verso il successo ha imposto il ventiseienne artista napoletano alla notorietà del grande pubblico di tutta Italia e lo ha consacrato come personaggio rivelazione nazionale dell’anno nello spettacolo d’intrattenimento.

Cantante, attore, musicista, comico, imitatore, ballerino, intrattenitore. In teatro, in tv, al cinema, su qualsiasi tipo di palcoscenico. Dopo i successi a Made in Sud nelle vesti di Michael Bublè, al Festival di Sanremo e la vittoria nella trasmissione di punta di Rai1 “Tale & Quale Show” condotta da Carlo Conti, ormai l’Italia intera riconosce la tua bravura in tutti questi campi. Come dobbiamo definirti, allora? “Semplicemente” un artista completo?

Ti ringrazio per la domanda e gli apprezzamenti, ma il punto è proprio questo: non amo definirmi, trovo difficoltà a farlo quando qualcuno me lo chiede. In Italia c’è la tendenza a classificare sempre e comunque anche tutto ciò che riguarda l’arte. Io invece ho un concetto di artista molto ampio, “all’americana”: quello cioè di una persona capace di intrattenere il pubblico e fare spettacolo in tanti modi, a 360 gradi. Questo concetto della figura di artista ha sempre guidato il mio percorso formativo.

In che senso?
Mi sono sempre avvicinato a tutte le discipline del mondo dello spettacolo con grande umiltà e rispetto, cercando costantemente di imparare, allargare il mio bagaglio professionale e migliorarmi. E quindi ho sempre studiato molto, sin da piccolo: a 8 anni, per esempio, ho iniziato a studiare pianoforte e ho continuato per 6 anni. Potremmo quasi dire che sono nato musicista e poi ho allargato il campo “deviando” verso la comicità. Nel corso degli anni ho frequentato laboratori teatrali e scuole di recitazione, ho studiato ballo e canto, jazz, musical e coreografie.

Hai un grande talento ma continui a studiare tanto. Quanto è importante la tecnica?
E’ fondamentale. Puoi nascere con una predisposizione allo spettacolo, avere il talento dalla tua parte, ma se non coltivi le tue capacità e se non studi e lavori duro ogni giorno per migliorarle non arrivi a nessun traguardo importante. Sprecare la propria abilità senza alimentarla è da stupidi. Imparare la tecnica è importante e ti dà sicurezza. Per questo ho sempre studiato. E continuo ancora oggi con esperienze nuove: da poco, ad esempio, studio tip tap e sax. Non si finisce mai di imparare, e un artista deve sempre farsi trovare pronto per qualsiasi sfida.

Tale & Quale, trasmissione di Rai1 in cui bisogna trasformarsi nei più bravi interpreti nazionali e internazionali, imitandoli, cantando e ballando rigorosamente in diretta, sembra un programma tagliato su misura per te. E infatti hai vinto con grande successo l’edizione di quest’anno. Quali artisti ti sei divertito di più a interpretare?
Mi piace affrontare sfide sempre nuove, e mi sono divertito in generale a cimentarmi in personaggi in cui c’era da andare oltre la “semplice voce”. E’ stato bello “diventare” ad esempio Bruno Mars, un artista che mi piace molto ma che è anche tosto da interpretare se devi cantare dal vivo imitando appunto la voce di un altro cantante, e contemporaneamente ballare dopo aver studiato a lungo le sue coreografie. Un triplice sforzo, dunque: non dimentichiamo che Tale & quale show è uno show “completo”, va in onda in diretta e non prevede “caricature” ma imitazioni che devono essere il più fedele possibile all’originale. Questo rende tutto più impegnativo, evidentemente.

E fra gli altri artisti?
Mi è piaciuto molto interpretare anche Massimo Ranieri. Ho cercato di far venir fuori la teatralità del personaggio, scegliendo insieme agli autori del programma un brano adeguato come “Se bruciasse la città”, piuttosto che uno essenzialmente vocale come “Perdere l’amore”.

Qual è stato il personaggio più difficile?
Senza dubbio Shakira, innanzitutto per quel…piccolo particolare che è… una donna! E che donna, bravissima tra l’altro nella danza del ventre. Pensa che sfida, doverla imitare cantando “Whenever wherever” e contemporaneamente ballare e muoversi come lei. Tra l’altro quella puntata andò in onda di mercoledì anziché di venerdì, e dunque ho avuto due giorni in meno per preparare tutto. Dal punto di vista vocale è stato molto impegnativo anche interpretare Fedez.

Perchè?
Ho proposto un suo brano che, per tipologia, è stato inciso cantato praticamente tutto di seguito, e nel quale è difficilissimo fare una pausa e prendere fiato. Il problema ovviamente non si pone se lo registri in studio, in più riprese, ma quando lo canti dal vivo. Tra l’altro a Tale & Quale non avevo la seconda voce che spesso interviene in aiuto dei rapper proprio in queste occasioni durante i concerti dal vivo.

Hai incontrato gli artisti che hai imitato? E’ piaciuta loro la tua interpretazione?
Mi hanno fatto i complimenti Gigi D‘Alessio, con il quale ho tra l’altro da anni un bellissimo rapporto d’amicizia e con cui sono stato a Bari per lo spettacolo Tv di fine anno, e Kekko dei Modà e Stash dei The Kolors, che ha pubblicato sui social network un post di congratulazioni dicendosi emozionato di essere stato imitato. Ho incontrato anche Massimo Ranieri qualche giorno prima di andare in onda con la sua imitazione, e mi promise che mi avrebbe visto con piacere.

Qual è Il tuo rapporto con Napoli?
Devo molto alla mia città. I napoletani hanno sempre dimostrato grande affetto, stima e ammirazione nei miei confronti, partecipando in maniera attiva ai miei spettacoli. I pregi dei napoletani sono tantissimi e noti.

Qualche aspetto da migliorare, secondo te?
C’è qualche volta di troppo la tendenza al vittimismo e al lamento fine a sè stesso, che credo non faccia bene a nessuno. L’ho sperimentata indirettamente anch’io proprio a Tale e quale show. E’ capitato infatti che qualche volta, nonostante una buona interpretazione, non raggiungessi un buon piazzamento in classifica. Cose che capitano normalmente, senza alcun motivo particolare, mentre invece nei commenti del giorno dopo sentivo dire a molti che questo accadeva perché c’era chi “remava contro” i napoletani. Cose che non stanno né in cielo né in terra, evidentemente.

Come rispondere, dunque?
Piangersi addosso non conviene, meglio darsi da fare per risolvere i problemi e ottenere quello che ci spetta, anche perché noi napoletani abbiamo tutte le potenzialità per poterci affermare, ciascuno nel proprio campo, e competere fieri e a testa alta. Evitiamo dunque di creare noi stessi le condizioni per farci criticare.

Programmi per il futuro?
Cinema e teatro, innanzitutto. In primavera uscirà il film degli Arteteca “Vita, cuore, battito”, una commedia leggera, divertente e anche un po’ romantica in cui ho un ruolo da coprotagonista, tra l’altro non tipicamente comico e dunque anche questa è stata una bella piccola nuova sfida. Per l’estate ho in cantiere invece uno spettacolo nel quale sarò accompagnato dal mio fedele compagno di Made in Sud Vincenzo de Honestis e dalla mia band diretta dal maestro Paco Ruggiero.,

E la tv?
Mi farebbe piacere, ma al momento è solo un’idea, portare a Made in Sud qualcuno dei personaggi imitati a Tale & Quale show potendoli stavolta interpretare con un tocco di ironia in più, cosa che nel programma di Carlo Conti non era prevista dalle regole della trasmissione.

di Enzo Agliardi

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