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Caritas Diocesana, accanto agli ultimi  

  17 Maggio 2019

Aiutare tutti a vivere la testimonianza della carità come esperienza comunitaria: questo l’obiettivo della Caritas diocesana, fondata nel 1971 – dalle ceneri della preesistente POA (Pontificia Opera di Assistenza) – per volontà dell’allora Pontefice Paolo VI. La Caritas, all’interno di una parrocchia o di un decanato, ha il compito di tracciare la strada affinché l’intera comunità viva la dimensione della carità. 

In Campania ogni Caritas è autonoma. Esiste un organismo – Delegazione Regionale Caritas – che è spazio di coordinamento e di confronto tra i 25 direttori della Campania, corrispondenti ad altrettante Diocesi. A Napoli la Caritas è un ufficio dell’Arcidiocesi, senza personalità giuridica. “Si chiama Caritas Diocesana di Napoli – spiega il vicedirettore Giancamillo Trani, il primo laico nella storia della Chiesa di Napoli –. Il direttore è Don Enzo Cozzolino, il Presidente è Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo Crescenzio Sepe”. 

Tante le iniziative sul territorio: Centri di ascolto, Sportelli di assistenza per migranti e Rom, Centri di Ospitalità diurna e notturna, Uffici dedicati a problematiche specifiche, Camper solidali e Mense. “Tra i 5 Centri di Ascolto – specifica il vicedirettore – di più recente creazione sono quello dedicato alla famiglia e, contro le dipendenze, il Centro “Nina Moscati” (la sorella di San Giuseppe Moscati). Questi 2 centri sono nati per contrastare la povertà e per cercare di rimediare alle motivazioni che di solito generano l’impoverimento delle famiglie, tra cui tutti i tipi di dipendenze”. 

L’organizzazione della Caritas napoletana punta sulla centralizzazione: l’idea di fondo è quella di trasformare la sede arcivescovile del Palazzo del marchese Sersale, Arcivescovo di Napoli nella prima metà del XVIII secolo, in una vera e propria “Cittadella della Carità”. “Questo è il sogno dell’Arcivescovo – sottolinea Trani – ed in buona parte ci siamo riusciti. Oggi, per fronteggiare sempre nuove e diversificate esigenze, all’accoglienza della Chiesa cattolica deve essere coniugata la capacità di rispettare appieno le normative vigenti”. 

Al loro coordinamento afferiscono circa 30 mense: il Banco alimentare CAIR – Comitato Assistenza Istituti Religiosi – sfama mediamente, nella sola città di Napoli, circa 80.000 persone al giorno. Grandi numeri, dunque, che necessiterebbero di un organico importante. Solo 4, invece, sono gli operatori fissi della struttura, che si avvantaggia per fortuna della presenza di giovani del Servizio Civile, di cooperative sociali che ruotano intorno all’organizzazione e, soprattutto, del prezioso lavoro di un folto gruppo di volontari, che con la loro dedizione, contribuiscono a garantire il funzionamento dei servizi. A questo proposito il vicedirettore racconta che “oltre un gruppo di giovani che si dedica al sostegno su strada dei fratelli senza dimora, che nottetempo porta coperte e beni di conforto alle persone che vivono per strada, abbiamo un volontariato adulto, composto spesso di persone in pensione che si impegnano molto e danno un contributo fondamentale. Sia i volontari che i giovani in Servizio Civile, però, possono solo affiancare il lavoro degli operatori e, considerando che la diocesi di Napoli è la terza d’Italia e la più grande del Mezzogiorno, sarebbero necessarie maggiori risorse umane”. 

 

di Tina Andreoli 

 

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