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La magia dell’arte sulle corde

  30 Gennaio 2019

La grande scuola della liuteria napoletana. Parlano Alessandro Zanesco e Gaetano Pucino

A Napoli la liuteria ha segnato la storia della musica, parallelamente ai grandi Conservatori della città, poi riuniti nel prestigioso San Pietro a Majella, che ha visto nei secoli succedersi prestigiosi Maestri, che hanno portato la cultura e lo stile delle sette note nel mondo.

Insieme ai giovani che venivano avviati all’universo musicale, come compositori, interpreti e Maestri di Cappella, sorgeva una scuola artigianale di tutto rispetto, dedita alla costruzione di mandolini, mandole, chitarre, violini ed altri strumenti ad arco. Dotati di una cultura musicale di tutto rispetto, famiglie di liutai come Calace, Iornini, Sirleto e Vacca oggi trovano nelle nuove generazioni un rinnovato interesse verso questa suggestiva forma di artigianato

Ne è un esempio Alessandro Zanesco, che ha aperto la sua bottega in via San Sebastiano dopo molti anni di apprendistato. Molti dei clienti per i suoi violini vengono dall’estero (soprattutto da Cina, Giappone e Stati Uniti) ed i suoi strumenti sono presenti al San Carlo ed all’Accademia di Santa Cecilia.

“Il nostro è un lavoro che richiede calma – spiega Alessandro – per garantire sempre un’ottima qualità degli strumenti. Per creare un violino ci vuole più di un mese”.

Zanesco, che ha avuto un allievo che ora lavora a Firenze, si ispira alle conoscenze del ‘700 perché i liutai dell’epoca si approcciavano scientificamente e matematicamente alla costruzione dello strumento: “è importante la scelta del legno, prevalentemente abete ed ebano, ma anche acero bosniaco – prosegue Zanesco – e il taglio deve essere radiale. La forma del violino deriva da quella del triangolo aureo: la lavorazione parte dal fondo del violino, modellato in maniera tale che si fletta senza rompersi grazie a una particolare curvatura; lo stesso vale per la parte superiore perché deve resistere a più di 20Kg di pressione dovuti alla tensione delle corde”.

Gaetano Pucino ha iniziato al lavorare come liutaio aprendo la sua bottega “Liutarte” nel 1999. “Da piccolo ero molto affascinato dal mondo della musica – racconta Pucino – e l’incontro con un anziano liutaio mi ha fatto capire quale era la mia strada. Ho avuto molti allievi ed ho trasmesso loro tutte le mie conoscenze, in qualche modo sono capostipite di una nuova generazione di liutai che si ispirano tutti allo stile settecentesco napoletano”.

Tale stile si distingue per il colore rossastro della vernice, per la scelta dei materiali, per alcuni tratti della lavorazione e per i modelli da cui traggono ispirazione i liutai. Quello al quale Gaetano Pucino si ispira è Niccolò Gagliano.

Professionalità, preparazione, ricerca della perfezione. Fare il liutaio richiede grande concentrazione e Pucino pratica lo yoga mentre costruisce i suoi strumenti.

“Ho provato grandi emozioni nel sentire prestigiosi violinisti suonare i miei strumenti – conclude Pucino – la stessa emozione che provo nel trasmettere ai giovani le mie conoscenze di liutaio, condividendo i numerosi anni di esperienza”.

> di Andrea Grillo

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